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Immagine del redattorePatrizia Boi

Iran - Il Petrolio, uno Strumento di Colonizzazione


Maddalena Celano (Assadakah News) - La Distruzione della Sovranità Nazionale


L'industria petrolifera iraniana, inaugurata con la concessione D'Arcy nel 1901 e consolidata dalla creazione della Anglo-Persian Oil Company (APOC) nel 1909, rappresenta uno dei casi più evidenti di come il capitalismo imperialista abbia sfruttato le risorse naturali di un paese per il proprio profitto, destabilizzandone le strutture sociali, economiche e politiche. La storia dell’APOC, poi divenuta Anglo-Iranian Oil Company (AIOC) e infine British Petroleum (BP), è intrecciata con l’imposizione di un dominio neocoloniale da parte del Regno Unito sull’Iran, che ha trasformato un popolo e una nazione in strumenti per alimentare l’espansione economica dell’imperialismo britannico.


Lo Sfruttamento del Petrolio Iraniano


Alla fine del XIX secolo, l’Iran, allora Persia, era un paese caratterizzato da una fragilità economica e da una leadership feudale, un terreno fertile per l'infiltrazione delle potenze coloniali. La concessione petrolifera firmata nel 1901 da William Knox D'Arcy con lo Shah Mozaffar ad-Din Qajar, che garantiva l'accesso a vasti giacimenti petroliferi per un periodo di sessant'anni, segna l'inizio di una lunga storia di saccheggio. La concessione copriva 800.000 chilometri quadrati, mentre alla Persia spettava solo il 16% dei profitti netti, una cifra irrisoria che evidenzia il carattere profondamente diseguale dell'accordo.


L’influenza britannica sull’Iran si consolidò ulteriormente con il supporto statale alla nascente APOC, che nazionalizzò parzialmente l’azienda nel 1913 per garantire il rifornimento di petrolio alla flotta britannica. Dietro la retorica della modernizzazione e del progresso, si celava una brutale spoliazione della sovranità iraniana.


L’Abadan - Simbolo del Capitalismo Imperialista


La costruzione della raffineria di Abadan nel 1913 trasformò l'Iran meridionale in un nodo cruciale del sistema energetico globale. Tuttavia, per gli iraniani, la raffineria era il simbolo dell’oppressione: i lavoratori vivevano in condizioni misere, sottopagati e privati di ogni diritto sindacale, mentre gli utili arricchivano le casse britanniche. Le disuguaglianze erano evidenti anche nelle infrastrutture: le élite britanniche godevano di alloggi di lusso e servizi moderni, mentre la popolazione locale affrontava la povertà e l’emarginazione.


La Nazionalizzazione e la Reazione Imperialista


Nel 1951, sotto il primo ministro Mohammad Mossadeq, il parlamento iraniano nazionalizzò l'industria petrolifera, ponendo fine al controllo straniero sull’AIOC. Questa decisione fu accolta con entusiasmo dalla popolazione iraniana, ma scatenò una feroce reazione da parte del Regno Unito e degli Stati Uniti. La crisi di Abadan, con l’embargo petrolifero imposto all’Iran e l’orchestrazione del colpo di stato del 1953 (Operazione Ajax), rivelò la brutalità del capitalismo imperialista nel difendere i propri interessi.


La destituzione di Mossadeq e l’installazione di un regime autoritario filo-occidentale sotto lo Shah Reza Pahlavi segnarono il ritorno dell’Iran a una condizione di semi-colonia, dove le ricchezze petrolifere erano sfruttate da consorzi internazionali, lasciando al popolo solo miseria e repressione.


Un'Arma di Dominazione


L’industria petrolifera iraniana, fin dalla sua nascita, non è stata solo una fonte di ricchezza per l’imperialismo, ma anche un mezzo per mantenere l’Iran in una condizione di dipendenza economica e politica. Attraverso il controllo delle risorse energetiche, il capitalismo britannico ha esercitato un dominio neocoloniale che ha ostacolato lo sviluppo autonomo del paese.

Il modello imposto in Iran non è un caso isolato ma parte integrante della strategia globale del capitalismo, che saccheggia le risorse del Sud Globale per alimentare il consumismo sfrenato delle metropoli imperialiste. La lotta dell’Iran per il controllo del proprio petrolio è quindi parte di una lotta più ampia contro un sistema economico che perpetua la disuguaglianza tra classi sociali e tra i popoli.

 

La Lezione di Abadan


La storia dell’APOC e dell’AIOC dimostra come il petrolio, lungi dall’essere una benedizione, possa diventare una maledizione quando le risorse di un paese vengono sfruttate da potenze straniere. L’Iran ha pagato un prezzo altissimo per la sua ricchezza naturale, subendo destabilizzazioni, colpi di stato e una lunga storia di ingerenze straniere.

La lezione di Abadan è chiara: solo attraverso il controllo popolare delle risorse naturali e la costruzione di un sistema economico socialista basato sulla giustizia sociale e sull’autodeterminazione, i popoli del Sud Globale possono sperare di sfuggire alle catene del capitalismo imperialista. La lotta per il petrolio in Iran è, e rimane, una lotta per la libertà.



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