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Iran - Gli israeliani mirano alla morte dell’Ayatollah Khamenei

Assadakah News - Ogni convenzione internazionale sulla tutela dei civili e che vieta l’aggressione a uno stato sovrano con atti di guerra conclamata, è puntualmente considerata carta straccia dal governo sionista israeliano, tanto quanto coloro che sono considerati terroristi, che generalmente sono una risposta a una occupazione militare senza distinzione fra civili e combattenti.

Israele ha ormai la pratica di rispondere con forza preponderante a chiunque osi violare la sua ideologia e delirio di onnipotenza, nella convinzione di impunità, legittimata dalla inazione della comunità internazionale e soprattutto dell’Onu. Succede puntualmente, come già nelle passate ondate di Intifada, dove a lanci di pietre si risponde con carri armati e bombardamenti aerei indiscriminati.

Israele non ha grandi bombardieri, ma con estrema precisione può distruggere il quartier generale delle Guardie Rivoluzionarie, il più grande quartier generale di Mashad, città natale dell'Ayatollah Khamenei, e il quartier generale di Thar Allah a Teheran.

Qualsiasi precauzione sia stata adottata, il protocollo di sicurezza è stato triplicato quando il Mossad è riuscito a uccidere il leader ufficiale di Hamas, Ismail Haniyeh, all'interno di un edificio della Guardia Rivoluzionaria a Teheran, a sua volta situata all'interno del complesso protetto. A questa impresa decisamente cinematografica ne è seguita un'altra: l'uccisione (da parte dell'aviazione israeliana) del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, con un lancio preciso di tre bombe consecutive da 2.000 libbre rivestite d'acciaio, che hanno perforato ogni livello del bunker di comando di Nasrallah, presumibilmente segreto e a prova di bomba.

Ormai nessuno si stupisce più delle capacità dell'intelligence di Israele, ma anche in questo caso l'obiettivo dell'Ayatollah Khamenei richiede molte cose: per cominciare, un monitoraggio ravvicinato e continuo, o intercettare le sue comunicazioni a breve distanza con un'intera serie di postazioni di ascolto locali. Un po' troppo anche per il Mossad.

In secondo luogo, se rimane in un bunker profondo, con la sola eccezione delle missioni esterne non annunciate, ucciderlo richiederà un carico pesante di bombe, molto difficile da consegnare a una distanza dalla base aerea più vicina che è dieci volte quella da Beirut. Naturalmente quel bunker deve essere prima localizzato. Avendo appena ucciso Yahya Sinwar in un scontro casuale, forse gli israeliani fanno affidamento sulla fortuna, a meno che non riescano a organizzare una fotocopia dell'operazione Haniyeh.

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