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Iran e USA - Riprendono i colloqui sul nucleare a Roma.



Maddalena Celano (Assadakah News) - Iran-USA: riprendono i colloqui sul nucleare, Roma al centro della diplomazia internazionale

Un nuovo e cruciale round di colloqui tra Iran e Stati Uniti è previsto per sabato a Roma. La notizia, anticipata da Axios, è stata confermata da due fonti ben informate. Dopo il primo incontro avvenuto in Oman, che ha segnato una svolta importante — dal dialogo indiretto a un confronto diretto tra le delegazioni — la diplomazia si sposta ora in Europa, in un contesto più neutrale, scelto su proposta statunitense.





Una svolta nei rapporti: il ritorno al dialogo diretto



Il primo incontro è stato considerato positivo da entrambe le parti, soprattutto per aver aperto un canale diretto tra i due Paesi dopo otto anni di silenzio ai massimi livelli. Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti, ha incontrato il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per circa 45 minuti. Secondo una fonte presente, il confronto è stato “sostanziale, serio ed eccellente”.

Questo passaggio rappresenta una vittoria diplomatica per Teheran, che da anni insiste sulla necessità di un dialogo rispettoso e diretto, libero da ingerenze e pressioni esterne.





Il nodo della fiducia



Nonostante i segnali incoraggianti, i colloqui si sono aperti in un clima di comprensibile diffidenza. L’Iran ha sottolineato con fermezza come il precedente ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal JCPOA (l’accordo sul nucleare del 2015), avvenuto sotto l’amministrazione Trump, abbia minato la fiducia tra le parti. Teheran ha chiesto garanzie credibili affinché ciò non si ripeta, evitando così che gli accordi vengano usati come strumenti politici interni a Washington.

Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno espresso preoccupazioni sul livello di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, ma anche loro sembrano riconoscere che il ritorno al tavolo negoziale sia l’unica strada percorribile per evitare un'escalation.






Obiettivi divergenti ma compatibili



Per l’Iran, la priorità resta la rimozione delle sanzioni economiche, considerate illegali e ingiuste, che stanno colpendo in modo pesante la popolazione civile e impedendo lo sviluppo economico del Paese. Gli Stati Uniti, invece, chiedono segnali concreti di allontanamento dalla possibilità di un uso militare del programma nucleare.

Uno dei punti di discussione è la possibilità di “diluire” (downblending) l’uranio arricchito al 60%, attualmente ben al di sotto della soglia per l’uso bellico. Da parte iraniana, tuttavia, si ribadisce che tutte le attività nucleari sono condotte a fini civili e sotto il controllo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).





Diplomazia multilaterale: i mediatori del Golfo e il ruolo di Roma



Sebbene i colloqui si tengano a Roma, molti attori regionali restano coinvolti. I mediatori dell’Oman saranno presenti anche in questa fase, mentre l’Iran ha già aggiornato i propri alleati nella regione — tra cui Qatar, Kuwait ed Egitto — sui contenuti dell’incontro.

Witkoff, nel frattempo, ha riferito direttamente al presidente Trump e si è confrontato anche con il ministro israeliano Ron Dermer. Israele continua a spingere per una linea più aggressiva, ipotizzando persino un’opzione militare in caso di mancato accordo, ma gli Stati Uniti sembrano per ora determinati a perseguire la via diplomatica.






L’attenzione dell’AIEA



Rafael Grossi, direttore generale dell’AIEA, è atteso a Teheran nei prossimi giorni. Il suo viaggio avrà lo scopo di discutere e rafforzare le attività di ispezione e monitoraggio delle installazioni nucleari iraniane, che l’Iran ha sempre dichiarato di voler mantenere attive nel quadro della legalità e della trasparenza.

Il nuovo round di colloqui a Roma potrebbe segnare un momento di svolta. L’Iran si presenta al tavolo con una posizione coerente: rispetto della propria sovranità, fine delle sanzioni e un uso pacifico dell’energia nucleare. La diplomazia, ancora una volta, si conferma l’unico strumento efficace per superare anni di tensioni e incomprensioni. Se le parti sapranno valorizzare questa opportunità, si potrebbe aprire un nuovo capitolo di stabilità e cooperazione nella regione mediorientale.

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