Assadakah News - Oggi, alle 8 (6.30 in Italia), si sono riaperte le urne per il ballottaggio che deciderà il nome del nuovo Presidente dell'Iran. A sfidarsi sono il conservatore Saeed Jalili e il riformista Massoud Pezeshkian. Nel primo turno, del 28 giugno, nessuno dei due era riuscito ad avere la maggioranza assoluta ma l'affluenza era stata bassissima: meno del 40%.
Si teme anche per questa tornata elettorale una pericolosa astensione.
Ad allontanare gli iraniani dalle urne hanno influito probabilmente le proteste, che hanno scosso il Paese nel 2022 e nel 2023, soprattutto della fascia dei più giovani, contro il regime.
Sui social media iraniani è diventato virale l'hashtag "minoranza traditrice", che invita a non votare per nessuno dei due candidati e definisce "traditore" chi si reca a votare.
La Guida Suprema ha comunque messo e mani avanti dichiarando che l'astensione non rappresenterà un rifiuto del sistema di governo dell'Iran.
I primi risultati delle elezioni dovrebbero essere resi noti entro sabato mattina.
Ma vediamo chi sono i due candidati che si contendono la carica di presidente. Il riformista settantenne Massoud Pezeshkian, medico cardiochirurgo, si è distinto per le sue posizioni critiche nei confronti della polizia morale iraniana. Pezeshkian, che ha registrato un leggero vantaggio al primo turno, ha come obiettivo la fine dell'isolamento internazionale dell'Iran e un dialogo con l'Occidente per un accordo sul nucleare, in cambio della rimozione delle sanzioni contro il Paese e il proseguimento dei progetti di arricchimento dell'uranio nelle centrali iraniane. L'altro candidato è invece il cinquantottenne conservatore Saeed Jalili, ex negoziatore sul nucleare che ha l'appoggio delle comunità più religiose iraniane e che potrebbe raccogliere i voti dei candidati che non hanno passato il primo turno.
Docente universitario è stato un veterano della guerra con l'Iraq che gli è costata l'amputazione parziale di una gamba, Al contrario del suo avversario politico, lui ha espresso chiaramente le sue posizioni anti-occidentali.
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