Assadakah Roma News - La scienza, si è riunita all'insegna della buona tavola e della spiritualità. Il gruppo di intellettuali e scienziati maremmani con il Club “La Cinghialessa”, su iniziativa dello scrittore, saggista e memoria storica di Gavorrano Franco Balloni, si è riunito sabato 8 ottobre a Castel del Piano, in provincia di Grosseto, per iniziare la giornata con un momento di convivialità nello storico ristorante - albergo “Da Venerio”, una struttura che si trova alle pendici del Monte Amiata e ha una tradizione nella ristorazione di oltre 50 anni. Ad aprire il locale, nel 1964, è stato infatti un ragazzo di nome Venerio che, insieme alla moglie Maria, ha iniziato a lavorare senza sosta per deliziare i palati di chi, nel corso di tutti questi anni, ha deciso di passare delle giornate tra i boschi di castagni e le vigne di Montecucco, vicini alla notissima Val d’Orcia e alle Terme di San Filippo.
Oggi Venerio e Maria non ci sono più ma il figlio Riccardo (con sua figlia) ha preso il testimone e continua ad accogliere i clienti affezionati. Dopo il pranzo, il gruppo composto dal presidente del Club “La Cinghialessa” Carlo Soldatini, di Roma, ex grafico della Treccani, da alcuni medici di Piombino e Lucca; da Sveva Avveduto, Presidente Nazionale di Donne e Scienza, professoressa emerita al CNR e scrittrice; da Giuseppina Scotti Presidente Associazione UNITRE di Grosseto, poetessa e scrittrice di rilievo internazionale nonché critica letteraria; il professore Francesco Zetti ricercatore fisico delle alte energie e navigatore oceanico; il talentuoso scultore del legno Giuliano Bigazzi; Cristine Hister polistrumentista e cantautrice musicale di rilievo internazionale; Foscarina Di Grande professoressa emerita in zoologia dell’Università di Bologna; Carlo Soldatini, scrittore e fotografo internazionale; Paolo Volpini dell’Ufficio Cultura del Comune di Piombino, segretario dell’Associazione Astrofili di Piombino e coordinatore della divulgazione della UAI (Unione Astrofili Italiani); Letizia Leonardi, giornalista e scrittrice, autrice di opere dedicate alla storia e alla letteratura armena e la professoressa Mariatea Di Grande Fuligni, fisica ricercatrice docente universitaria e di scuole superiori di Bologna, si è recato a Merigar, un Centro Internazionale tibetano, immerso nel verde.
A circa 15 minuti di strada da Castel del Piano, ad Arcidosso, su un’altura, circondato da colline è stato eretto il Tempio della Grande Contemplazione, concepito, ideato e progettato da Chögyal Namkhai Norbu e inaugurato nel 1990 da S.S. il Dalai Lama. Un’oasi di spiritualità tra il monte Amiata e il monte Labro. Questa posizione è stata scelta in base ai criteri della geomanzia tibetana. Il tempio ottagonale, unico nel suo genere, è costruito in legno, vetro e rame ed è decorato secondo lo stile dell’arte tibetana.
Il Tempio della Grande Contemplazione è da tutti chiamato “il Gönpa”, che in tibetano significa “luogo ritirato, silenzioso”, proprio per favorire la contemplazione. Negli anni il Gönpa di Merigar ha ospitato numerosi insegnamenti di Chögyal Namkhai Norbu ed è anche il luogo dove si svolgono seminari, corsi, conferenze e numerose attività previste nel programma. Una breve descrizione di questo particolare posto: l’entrata principale del Gönpa si trova rivolta verso est, dove sorge il sole e dove il Buddha rivolse lo sguardo al momento dell'illuminazione. L’esterno è decorato con simboli astrologici e protettivi, e con sillabe e mantra scritti in caratteri ornamentali. Sulla maggior parte dei portali sono iscritti dei mantra che hanno la funzione di purificare e influire positivamente su chi entra. All’interno, in corrispondenza degli otto lati del tempio, sono raffigurati numerosi maestri appartenenti a diverse tradizioni, buddhiste e non buddhiste.
Di notevole importanza è il pannello a ovest dipinto da Dugu Choegyal Rinpoche, maestro e artista tibetano rinomato in tutto il mondo. E immerso nel verde il gruppo ha potuto passeggiare fino ad arrivare al mausoleo che ospita le spoglie del fondatore del Centro e ammirare diversi monumenti nella quiete della natura. La trasferta amiatina è terminata con i versi scritti da Franco Balloni che, per ogni incontro, crea una poesia da regalare a tutti i presenti in ricordo della bella giornata passata insieme.
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