Hussein Ghamlouche* - Negli ultimi giorni, altre centinaia di migranti sono stati salvati nel Mediterraneo, mentre tanti altri sono stati seppelliti nei fondali. Si va verso la stagione autunnale e invernale, e più peggiora il tempo più morti troveremo, poiché tornerà l’allerta per il maltempo. IL Mediterraneo, e specialmente il Canale di Sicilia, non è certo l’oceano, ma rimane comunque un mare estremamente difficile.
SOS Mediterranee, che gestisce la nave di salvataggio "Ocean Viking", ha salvato 438 migranti di diverse nazionalità che negli ultimi giorni erano in difficoltà. I salvataggi sono avvenuti in acque internazionali, al largo delle coste della Libia e della Tunisia. Alcune evacuazioni sono state coordinate con la guardia costiera italiana.
Stando ai dati ufficiali, da gennaio fino l’inizio dell’inizio di agosto, sono circa mille le persone che hanno perso la vita o sono scomparse, durante i primi sette mesi dell'anno, nel tentativo di compiere una traversata verso la speranza di un futuro vivibile, e la Tunisia rimane il principale punto di partenza della migrazione verso l'Europa.
Circa seimila persone, fra cui 1.526 minori, sono riusciti a raggiungere le coste italiane, questi i dati dell'ultimo rapporto del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes).
Secondo questa ONG, che prende come riferimento i dati pubblicati dal Ministero dell'Interno tunisino, più di 35mila persone sono state finora intercettate dalla guardia costiera, e solo quest'anno, mentre si preparavano ad attraversare il Mediterraneo centrale, la rotta più mortale conosciuta.
Più volte ho sottolineato l’urgenza di sostenere lo sviluppo delle aree rurale dei Paesi di provenienza migratoria, per porre un freno alle continue ondate di profughi e alle emergenze umanitarie, ma la strada è sempre più ripida e in salita.
Questo, tuttavia, non dovrebbe scoraggiare l’Europa, i cui leader dovrebbero considerare i rischi che questa gente sceglie di correre, mettendo in gioco la loro stessa vita, scelta che in confronto al prendere delle decisioni che non siano solamente politiche o di convenienza, è ben poca cosa... (*Ambasciatore internazionale di pace e buona volontà)
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