(a cura dell'ambasciata di Palestina in Italia) - Israele è uno stato di Apartheid, che usa i suoi civili come coloni criminali per sfrattare gli indigeni dai Territori Occupati. Anche questa è una chiara violazione del diritto internazionale. Se questo problema fosse preso in seria considerazione dagli stessi israeliani, il governo israeliano non potrebbe più indurli a diventare coloni nei Territori Palestinesi Occupati, nemmeno facendo ricorso agli incentivi e ai trabocchetti utilizzati sin qui per attrarli e garantire loro lo spazio necessario.
Parliamo, in particolare, della legge sulla “terra dello Stato”, che viene utilizzata, insieme alla legge militare, per cacciare i palestinesi dalle loro terre nell’area di Masafer Yatta - sulle colline a sud di Hebron, dove comincia il deserto del Negev - che Israele ha dichiarato “zona militare di tiro n. 918”. Negli ultimi due decenni, gli abitanti di questi villaggi hanno vissuto sotto la costante minaccia di sgombero ed espropriazione, in attesa di una sentenza finale della Corte Suprema israeliana che potrebbe vederli definitivamente sfrattati.
Nel frattempo, trovandosi nell’area C della Cisgiordania, cioè sotto il totale controllo israeliano, gli abitanti non solo non ricevono permessi edilizi e subiscono regolarmente la demolizione delle loro case, ma sono privati di qualsiasi infrastruttura o servizio di base, compresi quelli dell’acqua e dei collegamenti elettrici. E’ in questo scenario che si collocano le aggressioni dei coloni illegali contro gli abitanti palestinesi, che il 29 settembre hanno messo a rischio la vita di un bambino di 4 anni. Muhammad Hamamdeh è infatti stato ferito gravemente alla testa mentre dormiva, colpito da un sasso lanciato da un colono contro una finestra di casa sua, a Mufaqarah. Nel frattempo, i suoi genitori venivano svegliati e buttati fuori di casa, con l’aiuto dell’esercito israeliano che lanciava granate e lacrimogeni.
Si è trattato di un chiaro atto di pulizia etnica, che ha portato ad ulteriori ferimenti, all’uccisione di animali da allevamento, nonché alla distruzione di edifici, serbatoi d’acqua e automobili: tutti crimini commessi dai coloni sotto la protezione dell’esercito israeliano, che ha infatti deciso di arrestare sei palestinesi anziché i responsabili di tutti questi misfatti.
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