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Olivier Bonnel – Città del Vaticano
Il patriarca siro-cattolico di Antiochia, a Roma come membro del Sinodo, lancia un appello per una terra martoriata: “Era la perla del Medio Oriente, in tanti ne hanno abusato. Il Paese ora ha bisogno della sua autonomia e indipendenza, no a milizie armate che sostituiscono lo Stato”. Questa mattina l’udienza con il Papa: “L’ho ringraziato per le sue parole di padre per il Libano sofferente”
“No a interferenze e interventi da fuori, lasciate l’autonomia ai libanesi. Che risolvano da soli i loro problemi”. È l’appello lanciato attraverso i media vaticani da Ignace Youssef III Younan, patriarca siro-cattolico di Antiochia, a Roma in queste settimane come partecipante al Sinodo sulla Sinodalità e, questa mattina, ricevuto in udienza in Vaticano da Papa Francesco. “È stato un incontro molto bello, ho ringraziato il Santo Padre con tutto il cuore per il supporto e il sostegno di padre della Chiesa universale per il Libano che soffre da anni”, racconta il patriarca. “Bene ha detto il Papa che non è più accettabile la violenza che sta aumentando in Libano. Questo piccolo Paese era una perla del Medio Oriente e di tutta la regione, purtroppo ne hanno abusato in tanti… Il Papa è molto vicino ai libanesi e richiama i belligeranti ad assicurare la pace”.
Il patriarca guarda con dolore alla situazione nel Paese dei Cedri, dove in questi giorni la guerra si è allargata su tutto il territorio, con bombe che cadono su Beirut. Tuttavia afferma di non temere spaccature nel tessuto religioso e sociale: “Penso che saranno d’accordo tutte le confessioni sul fatto che il Libano deve riprendere ad essere un Paese indipendente, aperto a tutti, con gli stessi diritti, che non ci siano interferenze da fuori. Questo penso che i libanesi già lo sanno”.
“Noi – afferma Younan - non possiamo risolvere il problema della Palestina, la Lega araba devono intervenire e trovare una soluzione”. La preoccupazione per il presule è per tutte le persone che sono state costrette a lasciare le proprie case: “C’è una migrazione di circa un milione di persone, molti innocenti”.
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