(Agenzia Nova/Assadakah News) - La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa oggi in Giordania e in Libano per discutere della crisi in Medio Oriente, delle garanzie per la sicurezza dei caschi blu di Unifil, della stabilizzazione del confine israelo-libanese e della gestione della crisi dei rifugiati siriani. Con la visita in Giordania, riferiscono fonti italiane, il governo intende ribadire il suo sostegno a una nazione che costituisce un elemento fondamentale per la stabilità della regione. La leadership giordana, infatti, è percepita come un interlocutore prezioso che sta svolgendo un duplice ruolo cruciale per ridurre la tensione e per scongiurare un ulteriore peggioramento del quadro. Nelle prossime ore, Meloni avrà ad Aqaba un colloquio bilaterale con re Abdullah II con focus, in particolare, sulla situazione umanitaria a Gaza, nella quale la Giordania svolge un ruolo decisivo per la consegna degli aiuti alla popolazione civile. I due leader si confronteranno sulla proposta giordana di “Gaza Humanitarian Gateway” per far fronte alla crisi crescente nella Striscia, su cui hanno già avuto un primo confronto a Cipro durante il vertice Med9.
La presidente Meloni si recherà poi nel pomeriggio a Beirut, in Libano, per incontrare il primo ministro del governo ad interim, Najib Miqati, e il presidente del Parlamento, Nabih Berri. Quest’ultimo è il leader del movimento Amal, alleato del movimento sciita Hezbollah in guerra con Israele. Il capo del governo italiano sarà il primo leader a visitare il Libano dall’inizio delle operazioni di terra delle forze israeliane. Fonti italiane aggiungono che Meloni ribadirà la volontà italiana di contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e chiederà l’impegno di tutte le forze libanesi a garantire in ogni momento la sicurezza del personale di Unifil. Una richiesta analoga era stata effettuata dal presidente Meloni al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nella conversazione telefonica di domenica scorsa, 13 ottobre. Il contingente italiano di Unifil, che opera nel quadro dell’operazione “Leonte”, conta un impiego massimo di 1.256 militari, 374 veicoli terrestri e sei mezzi aerei, con base principale a Shama, nel sud del Libano.
La responsabile di palazzo Chigi, aggiungono le fonti italiane, si confronterà con gli interlocutori libanesi sugli elementi necessari per una piena applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2006, che impone il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, il ritiro delle truppe israeliane, il potenziamento di Unifil, il disarmo delle milizie e il rispetto della sovranità libanese. In particolare, Meloni ribadirà l’impegno per sostenere le Forze armate libanesi (Laf) nell’assunzione delle loro responsabilità su tutto il territorio libanese, tema su cui l’Italia svolge da tempo un ruolo guida, sia con una specifica missione bilaterale (Mibil) sia presiedendo il Comitato tecnico militare per il Libano che coordina il sostegno internazionale alle Laf. Inoltre, il ministro Guido Crosetto lo stesso giorno discuterà a Napoli questo tema con gli omologhi G7, nell’ambito della riunione ministeriale Difesa sotto presidenza italiana del Gruppo dei sette.
Le fonti italiane aggiungono che gli incontri saranno anche l’occasione per approfondire il confronto con gli interlocutori regionali sulla crisi dei rifugiati siriani, resa ancora più drammatica dagli ultimi sviluppi che hanno visto un milione di sfollati in Libano (il 20 per cento dell’intera popolazione) e almeno 300 mila persone cercare rifugio in Siria. Meloni ha già promosso su questo tema un incontro a quattro a Cipro cui hanno partecipato anche il re di Giordania, Abdullah II, il presidente di Cipro, Nikos Christodoulides, e la presidente della Commissione europea, Urusula von der Leyen. La posizione italiana, ma anche di altri stati dell’Unione europea, è che occorra rivedere la Strategia dell’Ue per la Siria e lavorare con tutti gli attori per creare le condizioni affinché i rifugiati siriani possano fare ritorno in patria in modo volontario, sicuro e sostenibile. In questo senso, si legge il sostegno dell’Italia all’impegno che sta portando avanti l’Unhcr, e la decisione di rafforzare la presenza diplomatica a Damasco.
Gli incontri della presidente Meloni, così come la visita del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, prevista lunedì 21 ottobre in Israele e Palestina, si inseriscono negli sforzi quotidiani del governo italiano per promuovere la fine delle ostilità a Gaza come in Libano, sostenendo gli sforzi di mediazione in essere, in primo luogo da parte degli Stati Uniti, e intendono anche porre le basi per la necessaria riflessione – che è tempo parta anche all’interno dell’Unione europea – sugli scenari post conflitto e su come l’Italia, e l’Europa, potranno contribuirvi.
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