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Immagine del redattoreElisabetta Petrolati

Giordania - Culla e "Alba del cristianesimo"


Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - In questi giorni la Giordania è stata protagonista di eventi di grande rilevanza relativamente ai rapporti con la Santa Sede. L’8 gennaio è stata presentata nella capitale giordana Amman, al St. Regis Hotel, l’esposizione della mostra che arriverà a Roma, in Vaticano, alla fine di gennaio, intitolata “L’alba del cristianesimo”. Saranno esposti oltre 80 reperti risalenti al I secolo d.C. che attraversano l’epoca bizantina, islamica e hashemita a testimonianza del ruolo della Giordania nella nascita e sviluppo del cristianesimo. L’esposizione è stata organizzata dal Ministero del Turismo e delle Antichità e dall’Ente del Turismo della Giordania e ribadisce l’impegno nel salvaguardare i cristiani nella regione come parte fondamentale del passato, presente e futuro. La mostra sarà di genere immersivo: fino al 28 febbraio i visitatori verranno accompagnati in un avvincente viaggio percorrente duemila anni di storia attraverso reperti e con l’ausilio di elementi audiovisivi. La mostra coincide con il 30esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Giordania e Santa Sede e con l’anniversario della visita nel Paese di San Paolo VI nel 1964. Durante la presentazione i relatori hanno sottolineato che la Giordania è considerata da molti “culla del cristianesimo” e che il luogo del Battesimo di Gesù è “uno dei luoghi religiosi più importanti al mondo”. Il ministro del Turismo Lina Annab ha ribadito che l’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Vaticano e costituisce un invito rivolto a tutti i credenti e a tutti i popoli a riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale e di fede della nazione. Annab ha spiegato anche che l’esposizione dovrebbe essere mobile e, dopo la pemanenza in Vaticano, “viaggerà” in altri Paesi e continenti. Con questo evento il Ministro ha sottolineato l’intenzione della Giordania di proteggere e preservare il cristianesimo come segno di tolleranza, pace e unità.

Un’altra, ravvicinata data, in armoniosa sinergia con la presentazione della mostra, è stata il 10 gennaio, giorno della visita del Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, per la consacrazione della chiesa del Battesimo di Gesù. Segno di vicinanza della Chiesa alla presenza minoritaria dei cristiani in Medio Oriente, la visita di Parolin va a rafforzare  le relazioni tra la Giordania e la Santa Sede.


Il nunzio apostolico in Giordania, monsignor Giovanni Pietro Dal Toso, si è espresso con i media vaticani apprezzando il “valore specifico” della mostra che è quello di “mettere in evidenza la lunga tradizione cristiana nel Paese” e ritenendo altamente significativa la presenza del cardinale Parolin come legato pontificio.

Nella Chiesa del Battesimo di Gesù ad Al-Maghtas (Petra), si è svolta la solenne cerimonia di inaugurazione alla presenza di Sua Altezza Reale il Principe Ghazi bin Muhammad, in sostituzione di Sua Maestà il Re Abdullah II, del cardinale Pietro Parolin e del Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa. Il cardinale Pizzaballa ha pronunciato un discorso di ringraziamenti rivolti al re Abdullah II e al Principe  Muhammad per il patrocinio sui luoghi santi cristiani, in particolare per il sito del Battesimo pronto ad accogliere pellegrini da tutto il mondo. Pizzaballa ha ringraziato Papa Francesco, rappresentato dal cardinale Parolin e la famiglia Muasher nonché i rappresentanti del governo ungherese che hanno sostenuto, con le loro donazioni, il costo della costruzione della chiesa.

La cerimonia è stata fortemente partecipata, a testimonianza che esistono forze vive nel cristianesimo, colme di speranza. Con speranza  si è espresso successivamente Parolin stesso, riflettendo sul fatto che la regione, un tempo tormentata da conflitti e tensioni ora si presenta come una distesa di terreni ben coltivati. In linea con il tema giubilare il Cardinale ha invitato a cogliere i segni di speranza affinché le armi possano diventare strumenti di pace.

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