Assadakah Cairo - La stampa occidentale, e italiana in particolare, non sta seguendo gli sviluppi della Grande Diga Etiope, motivo di contesa più che mai aperta fra Etiopia, Egitto e Sudan, per altro realizzata da una ben nota azienda italiana.
Con il governo egiziano concentrato sulla guerra nei confinanti Sudan e Striscia di Gaza, l’Etiopia ha approfittato per accelerare i lavori di completamento per il quinto riempimento del bacino che alimenta l’impianto.
Il vice primo ministro e ministro degli Esteri etiope, Demeke Mekonnen, ha infatti annunciato che i lavori della GERD sono completi in una misura che ormai rasenta il 95% dell’intero progetto. Mekonnen accusa l’Egitto per il fallimento dei negoziati, ricordando che negli ultimi mesi si sono svolti quattro cicli di colloqui che non hanno avuto risultati, e ha ribadito la posizione dell’Etiopia. E’ stato poi evidenziato il processo di innalzamento della diga attraverso il corridoio centrale e di getto di cemento. Le immagini satellitari evidenziano lavori in svolgimento oltre il corridoio centrale.
L’esperto egiziano Abbas Sharaqi ha confermato che l’acqua della diga ha smesso di scorrere sopra il corridoio centrale il 15 dicembre, poiché il corridoio si è prosciugato completamente dopo l’apertura delle due porte di drenaggio, e le turbine non hanno funzionato. La riserva d’acqua nel lago della diga è diminuita di oltre un miliardo di metri cubi, per cui lo stoccaggio totale ammonta attualmente a meno di 40 miliardi di metri cubi. La nuova azione etiope arriva a pochi giorni dal fallimento del quarto ciclo di negoziati fra Etiopia, Egitto e Sudan, dopo che il ministero egiziano delle Risorse Idriche ha annunciato la conclusione della riunione senza risultati, a causa della non disponibilità dell’Etiopia a soluzioni di compromesso, con lo scopo di controllare in esclusiva il Nilo Azzurro, indipendentemente dal diritto internazionale e il aperta violazione del diritto tesso.
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