Patrizia Boi (Assadakah News) - Nel 2021, una scoperta archeologica significativa è avvenuta nei pressi del Lago Bashplemi, in Georgia, dove è stata rinvenuta una tavoletta di basalto con iscrizioni in una lingua sconosciuta risalente alla fine dell'età del bronzo (3300 avanti Cristo - 1200 avanti Cristo) o all'inizio dell'età del ferro (1200 avanti Cristo - 550 avanti Cristo).
Uno studio pubblicato sul Journal of Ancient History and Archaeology che prende in esame la Tavoletta di Bashplemi rivela che è stata scoperta nel Caucaso una lingua nuova e inedita con somiglianze con alcune scritture del Vicino Oriente e del Mediterraneo, che sarebbe stata diffusa nella zona tra 5.000 e 3.000 anni fa.
Questo ritrovamento ha sollevato interrogativi sull'origine della scrittura nella regione caucasica e ha attirato l'attenzione della comunità scientifica internazionale.
Dettagli della Scoperta
La tavoletta, realizzata in basalto vescicolare di origine locale (il basalto vescicolare ha spesso un aspetto poroso e leggero a causa della presenza di vescicole che si formano quando il gas viene intrappolato nel magma durante le eruzioni vulcaniche e poi si solidifica quando la lava si raffredda), misura 24 cm in lunghezza, 20 cm in larghezza e ha uno spessore variabile tra 0,8 e 1,8 cm.
Sulla sua superficie sono incisi 60 segni distribuiti su sette righe, di cui 39 distinti.
L'analisi dei segni ha rivelato che l'incisione è stata effettuata con strumenti avanzati per l'epoca: una punta conica per creare le tacche iniziali, successivamente collegate mediante uno strumento a testa arrotondata. Questa tecnica indica un notevole livello di abilità artigianale.
Analisi Comparativa e Ipotesi
Gli studiosi hanno confrontato i segni della tavoletta con oltre 20 sistemi di scrittura antichi, rilevando somiglianze con simboli di origine mediorientale, indiana, egizia e dell'Iberia occidentale.
In particolare, alcuni caratteri ricordano le scritture proto-cartveliche, come le rune colchiche e la scrittura della collina di Grakliani.
Tuttavia, l'iscrizione non corrisponde esattamente a nessun sistema di scrittura conosciuto, suggerendo l'esistenza di un alfabeto o sistema di scrittura finora ignoto.
La direzione della scrittura rimane incerta, con tre ipotesi principali: da sinistra a destra, da destra a sinistra o in bustrofedon (direzione alternata per ogni riga).
Inoltre, la ripetizione di alcuni segni ha portato i ricercatori a ipotizzare che possano rappresentare numeri o simboli di punteggiatura. Ad esempio, un segno appare quattro volte ed è stato interpretato come possibile indicatore di punteggiatura.
Secondo i ricercatori autori dello studio, cinque professori di archeologia - Ramaz Shengelia, Levan Gordeziani, Nikoloz Tushabramishvili, Nodar Poporadze, Othar Zourabichvili - dell'Università di Tbilisi, capitale della Georgia:
«L'iscrizione di Bashplemi non corrisponde a nessun sistema di scrittura conosciuto, anche se la maggior parte dei simboli ricorda le scritture mediorientali, così come altri sistemi geograficamente lontani come quelli dell'India, dell'Egitto e dell'Iberia occidentale».
Significato Storico e Culturale
La scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione delle origini della scrittura nella regione caucasica.
L'iscrizione potrebbe documentare un bottino raccolto durante una spedizione militare o una campagna bellica. In alternativa, potrebbe rappresentare il registro di un grande progetto edilizio, con dettagli sui materiali impiegati o sulle fasi di realizzazione. Un'altra ipotesi suggerisce che si tratti di un'offerta votiva dedicata a una divinità, contenente l'elenco dei doni o le invocazioni rivolte a un'entità sacra.
Alcune teorie collegano la tavoletta al Mito di Giasone e degli Argonauti, una delle storie più celebri della mitologia greca, narrata soprattutto nell'opera "Le Argonautiche" di Apollonio Rodio, che racconta il viaggio epico di Giasone e del suo equipaggio, gli Argonauti, alla ricerca del vello d’oro, un oggetto sacro e simbolo di potere e regalità. Il vello era la pelle dorata di un ariete mitico e si trovava nella lontana terra della Colchide, una regione situata nella moderna Georgia occidentale.
Gli antichi greci credevano che gli abitanti di questa regione fossero avanzati nella metallurgia e nell’arte orafa. Alcune teorie ipotizzano che il "vello d'oro" rappresentasse tecniche di estrazione dell'oro nei fiumi usando pelli di ariete per catturare le pagliuzze d'oro. La Tavoletta di Bashplemi potrebbe essere legata al mito perché:
1. Scrittura “aurea” - Gli antichi testi greci riferiscono che gli abitanti della Colchide possedevano una scrittura misteriosa, chiamata "scrittura aurea". La tavoletta potrebbe essere un esempio di questa scrittura.
2. Offerta rituale - Se l’iscrizione rappresenta un’offerta a una divinità, potrebbe alludere a un contesto sacro legato al mito del vello d’oro e agli dei protettori della regione.
3. Racconto storico - Alcuni studiosi credono che il mito di Giasone e degli Argonauti sia ispirato a vere spedizioni commerciali o militari greche verso la Colchide. La tavoletta potrebbe essere un resoconto di una di queste spedizioni o una narrazione dei tesori e delle risorse della regione.
La scoperta della tavoletta potrebbe fornire nuove informazioni sulla scrittura e sulle credenze della Colchide, aggiungendo un tassello importante alla nostra comprensione delle interazioni tra il mondo greco e le civiltà caucasiche. Tuttavia, senza ulteriori evidenze archeologiche, queste rimangono speculazioni.
Prospettive Future
Gli studiosi sottolineano la necessità di ulteriori scavi e ricerche nella regione per contestualizzare meglio la tavoletta e decifrare l'iscrizione.
L'utilizzo di tecniche avanzate, come l'analisi computerizzata, potrebbe facilitare la comprensione di questo antico sistema di scrittura e fornire nuove informazioni sulle culture che abitavano il Caucaso durante l'età del bronzo e del ferro.
In conclusione, la Tavoletta di Bashplemi rappresenta un enigma affascinante che potrebbe riscrivere parti della storia della scrittura nella regione caucasica, evidenziando la complessità e la diversità delle antiche civiltà che popolavano quest'area.
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