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Gela Tesori del VI secolo a.C. riemergono dal sottosuolo

Immagine del redattore: Patrizia BoiPatrizia Boi

Patrizia Boi (Assadakah News) - Il sottosuolo di Gela continua a svelare preziose testimonianze del suo ricco passato, con recenti ritrovamenti che gettano nuova luce sulla vita e le pratiche funerarie della città nel VI secolo a.C.


Durante alcuni scavi condotti dall'Enel in via Garibaldi, sotto la supervisione della Soprintendenza, sono emersi reperti di grande valore storico, tra cui spicca un'eccezionale "osteotheca". Si tratta di un otre di terracotta per vino, dotato di quattro anse e beccuccio versatoio, riutilizzato come contenitore funerario per un infante. All'interno dell'otre sono state rinvenute alcune ossa, testimonianza di una pratica funeraria consolidata nell'area, come confermato da un reperto simile scoperto in passato dal celebre archeologo Paolo Orsi.

Oltre all'osteotheca, sono stati rinvenuti i resti di due sepolture ad enchytrismos (sepoltura in un vaso di terracotta), parte di una tomba "alla cappuccina" (costituita da tegole disposte a copertura del defunto) e frammenti ceramici di importazione. Questi ultimi reperti hanno permesso di datare il complesso alla prima metà del VI secolo a.C., confermando l'importanza di Gela nelle reti commerciali del Mediterraneo in quel periodo.


L'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, ha espresso grande soddisfazione per questi ritrovamenti, sottolineando come essi testimonino «l'efficacia delle nostre politiche di tutela preventiva che prevedono una sistematica sorveglianza archeologica durante qualsiasi intervento nel sottosuolo urbano».

L'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato
L'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato

Scarpinato ha inoltre aggiunto: «Ancora una volta Gela ci sorprende con ritrovamenti di straordinario valore storico che ci fanno conoscere rituali codificati e diffusi, mentre i frammenti ceramici d'importazione confermano la centralità della nostra città nelle reti commerciali mediterranee del VI secolo a.C.».


I reperti, una volta completate le necessarie operazioni di studio e restauro, saranno esposti al Museo Archeologico Regionale di Gela, arricchendo ulteriormente il patrimonio culturale della città e offrendo al pubblico una nuova opportunità per conoscere e apprezzare la sua storia millenaria.


Gli scavi in via Garibaldi proseguiranno nei dieci metri lineari ancora da esplorare, con la speranza che possano emergere ulteriori testimonianze del passato di Gela.

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