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Gaza-Vertici arabi, negoziati e prospettive future

Immagine del redattore: Chiara CavalieriChiara Cavalieri

Chiara Cavalieri (Assadakah News)-La situazione nella Striscia di Gaza continua a essere al centro delle agende diplomatiche internazionali. Negli ultimi giorni, una serie di dichiarazioni e incontri ha delineato gli sviluppi futuri, con particolare attenzione alla ricostruzione del territorio, al ruolo di Hamas e alla posizione dei paesi arabi.


Vertice arabo al Cairo: possibile rinvio e obiettivi

Il segretario generale aggiunto della Lega Araba, Hossam Zaki, ha confermato che il vertice arabo previsto per il 27 febbraio al Cairo potrebbe essere posticipato di qualche giorno per ragioni logistiche.

Segretario Generale aggiunto della Lega Araba Hossam Zaki
Segretario Generale aggiunto della Lega Araba Hossam Zaki

L'obiettivo principale dell'incontro sarà quello di formulare una posizione araba coesa sulla questione palestinese, in particolare per contrastare il rischio di uno sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, che secondo Zaki è "un'idea israeliana adottata dagli Stati Uniti".

L’Egitto presenterà un piano per la ricostruzione di Gaza, basato sull'impiego della forza lavoro palestinese e finalizzato a garantire la permanenza della popolazione nella Striscia, evitando qualsiasi tentativo di espulsione. Questo progetto, coordinato con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), verrà discusso sia al mini-vertice di Riyadh del 21 febbraio sia al vertice di emergenza del Cairo.

Uno degli aspetti più rilevanti delle dichiarazioni di Hossam Zaki riguarda Hamas, di cui ha sottolineato la necessità di "uscire dalla scena" per favorire una nuova gestione della Striscia. Questo fa pensare che l'Egitto e altri paesi arabi stiano lavorando a una transizione politica che riduca l'influenza del movimento islamista, favorendo un maggiore controllo da parte dell'ANP.

A tal proposito è interessante notare che L'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha annunciato la fine del sistema di indennità a favore delle famiglie dei detenuti e dei martiri. La decisione risponde a una richiesta avanzata da Washington, che ha definito tali pagamenti un "incitamento al terrorismo".

Abu Mazen presidente ANP
Abu Mazen presidente ANP

Secondo quanto riportato, il presidente palestinese Abu Mazen ha emesso un decreto che ristruttura il sistema di sicurezza sociale dell’ANP, revocando i benefici destinati alle famiglie dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e di coloro che sono stati uccisi da Israele.


Il mini-vertice di Riyadh e il ruolo dell'Egitto

Il 21 febbraio si terrà a Riyadh un mini-vertice arabo, presieduto dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, con la partecipazione dei leader di Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Kuwait. Questo incontro servirà come preparazione per il vertice di emergenza del Cairo e si concentrerà sul piano degli Stati Uniti per Gaza, che prevederebbe un controllo internazionale della Striscia e un eventuale sfollamento della popolazione palestinese.

Arabia Saudita
Arabia Saudita

L'Egitto ha ribadito la sua opposizione a questa ipotesi e ha confermato che sta lavorando a una strategia di ricostruzione della Striscia in coordinamento con la comunità internazionale. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, durante un incontro con Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress, ha sottolineato che qualsiasi piano di ricostruzione deve garantire la permanenza dei palestinesi a Gaza e ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati, con Gerusalemme Est come capitale palestinese.

Presidente El Sisi con Ronald Lauder presidente del World Jewish Congress
Presidente El Sisi con Ronald Lauder presidente del World Jewish Congress

Sostegno medico egiziano a Gaza

Nel frattempo, l'Egitto continua a fornire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, concentrandosi in particolare sull'assistenza sanitaria. Il ministro degli esteri Abdel-Aty ha dichiarato,in un’intervista televisiva, che l’Egitto sta inviando una seconda squadra medica a Gaza, composta da specialisti in chirurgia, anestesia e terapia intensiva, in base alle richieste palestinesi.

Attualmente, una prima squadra di nove medici è già operativa sul posto, mentre si sta preparando un terzo gruppo, selezionato tra 2.000 volontari disponibili. L’ingresso dei medici avverrà in modo scaglionato per garantire la continuità dei servizi sanitari.


I negoziati tra Israele e Hamas: sviluppi e prospettive

Parallelamente alle manovre diplomatiche arabe, Israele e Hamas stanno negoziando per il proseguimento della tregua nella Striscia di Gaza, mediata da Stati Uniti, Egitto e Qatar.

Hamas
Hamas

Il 16 febbraio 2025, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l'invio di una squadra negoziale al Cairo per discutere con i mediatori la continuazione della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Questo accordo, in vigore dal 19 gennaio, ha già portato al rilascio di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas e di 333 prigionieri palestinesi detenuti da Israele.

Secondo i termini dell'intesa, la seconda fase, prevista per marzo, prevede il rilascio di 33 ostaggi a Gaza in cambio di 1.900 prigionieri palestinesi. La terza fase dell’accordo riguarderà la ricostruzione della Striscia, un progetto stimato in oltre 53 miliardi di dollari, secondo le Nazioni Unite.

Tuttavia, una fonte della sicurezza israeliana ha dichiarato che Israele potrebbe voler prolungare la prima fase senza impegnarsi nella seconda, rendendo incerta la possibilità che Hamas accetti di proseguire il rilascio degli ostaggi senza nuove garanzie.


L'Iniziativa di Pace Araba e il futuro di Gaza

Molte delle discussioni diplomatiche in corso si basano sull'Iniziativa di Pace Araba del 2002, proposta dall'Arabia Saudita e approvata dai paesi arabi al vertice di Beirut. Questa iniziativa propone la creazione di uno Stato palestinese indipendente nei confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, in cambio della normalizzazione dei rapporti tra i paesi arabi e Israele.

Tuttavia, la crisi attuale ha reso sempre più evidente la mancanza di un consenso su come implementare questa soluzione. L'Egitto e altri paesi arabi sembrano ora orientati a rafforzare il ruolo dell’ANP e a ridurre l'influenza di Hamas a Gaza, ma senza accettare il piano di sfollamento proposto da Israele e Stati Uniti.


Conclusioni

Le prossime settimane saranno decisive per il futuro della Striscia di Gaza e della regione. Il mini-vertice di Riyadh (21 febbraio) e il vertice di emergenza del Cairo (fine febbraio o inizio marzo) determineranno la posizione ufficiale dei paesi arabi sulla crisi, mentre i negoziati tra Israele e Hamas proseguiranno per consolidare la tregua e definire il rilascio di ostaggi e prigionieri.

Le principali incognite riguardano:

  • Il futuro governo di Gaza: Hamas accetterà di lasciare la gestione della Striscia a un'autorità diversa?

  • Il ruolo degli Stati Uniti: Washington continuerà a sostenere la strategia israeliana o cercherà un compromesso con i paesi arabi?

  • Il destino dell'ANP: potrà realmente assumere il controllo di Gaza o sarà una soluzione solo sulla carta?

La situazione rimane fluida e incerta, ma una cosa è chiara: il futuro della Striscia di Gaza sarà deciso non solo sul campo di battaglia, ma anche nelle sale dei palazzi diplomatici del Medio Oriente.

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