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Gaza - Una testimonianza esclusiva


Assadakah Beirut - Mentre non si ferma l’offensiva israeliana, e aumenta il numero di vittime e feriti, da Gaza giunge la testimonianza di Stefania Rigotto, operatrice italiana della UNRWA, agenzia ONU per i rifugiati palestinesi: “I bombardamenti sono molto intensi, diverse notti le abbiamo passate all’interno dei rifugi, ma il rumore e l’ansia sono davvero terrificanti. In quei momenti ho davvero avuto paura. Siamo rimasti in due italiani, qui a Gaza, lavoro con la UNRWA e ho scelto di rimanere perché la popolazione ha estremo bisogno…Non c’è cibo, non c’è acqua, non abbiamo elettricità…Fra i miei colleghi, molti sono palestinesi e loro stessi sfollati. Tantissime famiglie non hanno più casa, hanno perso parenti, figli, genitori…e dall’inizio del conflitto sono circa un centinaio gli operatori UNRWA rimasti uccisi, mentre svolgevano la propria missione umanitaria. AL momento ci sono oltre un milione e mezzo di sfollati nella Striscia, n condizioni disastrose, inimmaginabili, hanno perso tutto…le condizioni sanitarie sono disastrose e c’è estremo bisogno di carburante, senza il quale non si può fare nulla…Non c’è nemmeno più pane…Bisogna che entrambe le parti concludano al più presto una tregua, perché si rischia davvero un massacro senza proporzioni…”.

Il direttore dell'ospedale Al-Shifa di Gaza, Mohammed Abu Salmiya, ha affermato che 179 corpi sono stati sepolti in una fossa comune all'interno della struttura, nella quale sono stati deposti anche i 7 neonati prematuri morti dopo lo spegnimento delle incubatrici per mancanza di energia: "Siamo stati obbligati a seppellire i morti in una fossa comune. C'erano corpi che bloccavano i corridoi del complesso ospedaliero e le celle frigorifere degli obitori non hanno più corrente", perché l'ospedale è privo di alimentazione, ha spiegato.

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