Redazione Assadakah - Visto che una certa parte della politica, italiana specialmente, si ostina a presentare Israele come vittima, Tel Aviv non delude ed è pronta ancora una volta a trasformarsi in carnefice, e a confermarne il ruolo che ormai esercita da 70 anni circa. Il comando dell'esercito israeliano ha pensato bene di schierare truppe in quantità al confine con la Striscia di Gaza, al momento con la disposizione di “Stanb-by”, ma evidentemente già pronte per mettere in atto piani predisposti per una possibile invasione. Se dovesse accadere, che cosa succederà? Interverranno altri Paesi arabi? Quali? Lo scontro si allargherà a macchia d'olio? L'ONU deluderà ancora una volta?
Sullo stesso quotidiano israeliano “Haaretz” è stata pubblicata la notizia delle disposizioni prese dal comando militare: "Lo Stato maggiore sta visionando i preparativi e fornendo indicazioni, abbiamo un quartier generale di divisione e tre brigate di manovra, pronte a intervenire per diverse esigenze o emergenze". Le forze armate stanno preparando i piani per una possibile operazione di terra, e saranno i vertici mlitari a valutare se sottoporli al governo. Secondo fonti locali, al m omento non ci sarebbe comunque "intenzione di intervenire con un'offensiva di terra”.
Autore del piano, il comando operativo della cosiddetta Divisione Gaza e il Comando Sud della Israel Defence Force. I piani verranno poi presentati al governo, al quale spetta la decisione finale. In stato di allerta, i primi a partire sarebbero la Brigata Paracadutisti, la Brigata di Fanteria Golani e parte della 7a Brigata Corazzata.
Nella notte il gabinetto di sicurezza presieduto dal premier Benjamin Netanyahu ha approvato l'estensione delle operazioni militari nella Striscia. In particolare l'esercito intendebbe colpire i "simboli del potere di Hamas", in particolare le strutture finanziarie. Secondo quanto riferito, Netanyahu ha escluso al momento un cessate-il-fuoco, e intanto, al lancio di razzi da gAza, che già sono una rappresaglia, è seguito l'attacco israeliano a oltre 600 obiettivi militari nella Striscia, fra cui infrastrutture e centri di comando, ma anche le case di tanta gente innocente. Intensi lanci di razzi da Gaza sono ripresi stamane in direzione della vicina città israeliana di Sderot e dei villaggi agricoli della zona. La popolazione è stata costretta più volte a correre nei rifugi.
Il comando dell'esercito israeliano ha diffuso una dichiarazione nella quale si legge: “Chiunque a Gaza impugni un'arma è passibile di morte”. Lo ha annunciato il generale Hedai Zilberman, portavoce del comando israeliano. “Intanto teniamo il piede pronto sull'acceleratore”. Hamas e comunque la Resistenza palestinese, però ha dimostrato di non essere più quella di una volta, e di disporre di una struttura e di armamenti all'avanguardia. Né Israele dimostra di avere imparato la lezione ricevuta in Libano e in altre occasioni.
A Gaza, intanto, sale il bilancio delle vittime. L'ultimo bollettino del ministero della Sanità parla di almeno 85 morti dall'inizio delle ostilità, lunedì scorso. Fra le vittime, secondo le autorità della Striscia controllata da Hamas, ci sono 17 giovani ragazzi e sette donne. I feriti sono circa 500, e fra questi oltre cento sono bambini.
Contemporaneamente, il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha ordinato il richiamo di 10 compagnie della polizia di confine come rinforzo per le forze delle ordine impegnate a contrastare i tumulti tra arabi ed ebrei scoppiati in diverse città del Paese. Gantz ha sottolineato che non permetterà l'uso delle forze armate per mantenere l'ordine, ma permetterà loro di assistere gli agenti nelle operazioni logistiche. "Siamo in un momento di emergenza, c'è bisogno di un massiccio rinforzo delle forze sul terreno, che saranno mandate immediatamente per imporre l'ordine".
Anche in Cisgiordania, la situazione non è leggera. Decine di palestinesi sono rimasti feriti negli scontri avvenuti nella notte con l'esercito israeliano. A Gerusalemme sono state ricoverate in ospedale 51 persone, 20 a Hebron, sette a Nablus e cinque a Tul Karm.
Hamas a sapere di avere impiegato "solo una piccola parte delle capacità" militari contro Israele, e se lo Stato ebraico "intensificherà i suoi attacchi, faremo altrettanto e abbiamo in serbo molte altre sorprese": lo ha dichiarato il portavoce dell'ala militare, Abu Ubaida.
Tunisia, Norvegia e Cina hanno chiesto una nuova riunione pubblica del Consiglio di sicurezza dell'Onu per domani, con all'ordine del giorno la situazione in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi. La sessione,alla quale dovrebbero partecipare Israele e i palestinesi, sarà la terza del Consiglio di sicurezza da lunedì. Durante le prime due video conferenze, a porte chiuse, gli USA si sono opposti all'adozione di una dichiarazione congiunta del Consiglio, ritenendola controproducente. "Secondo le notizie che ci arrivano, almeno 14 bambini nello Stato di Palestina e 1 bambino in Israele sarebbero stati uccisi da lunedì. Altri 95 bambini a Gaza e in Cisgiordania - compresa Gerusalemme Est - e 3 bambini in Israele sarebbero stati feriti negli ultimi cinque giorni". Così l'Unicef in una nota. "La situazione è a un pericoloso punto critico. Il livello di violenza e il suo impatto sui bambini è devastante. Siamo sull'orlo di una guerra su larga scala. In ogni guerra, i bambini - tutti i bambini - soffrono per primi e soffrono di più"."Chiedo a tutte le parti di porre fine a tutte le violenze e di allentare le tensioni. Esorto - afferma il direttore generale dell'Unicef, Henrietta Fore - tutte le parti a proteggere tutti i civili, specialmente i bambini, a risparmiare le infrastrutture civili essenziali dagli attacchi, e a porre fine alle violazioni contro i bambini. Ricordo a tutte le parti i loro obblighi secondo il diritto internazionale umanitario e la legge sui diritti umani".
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