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Gaza - Tregua grazie a mediazione egiziana

Assadakah Cairo - L'Egitto è riuscito a mediare la tregua fra i combattenti palestinesi e che fanno capo alla Jihad, e Israele, che ha confermato l'adesione. Le parti hanno espresso profonda gratitudine alle autorità egiziane per gli sforzi che hanno portato al cessate-il-fuoco, ma Israele si riserva il diritto di agire con la forza in caso di violazione. In coincidenza con l'inizio ufficiale della tregua, pare tuttavia che sarebbero proseguiti i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza e i raid israeliani di risposta.

Il premier israeliano Yair Lapid ha comunque convocato per questa sera una consultazione al ministero della difesa di Tel Aviv con il ministro della difesa Benny Gantz, il capo di Stato maggiore generale Aviv Kochavi, il capo del Mossad David Barnea, il capo dello Shin Bet Ronen Bar.

A far capire da questo pomeriggio che qualche cosa si stava muovendo sono state varie fonti, sia egiziane sia israeliane, che parlavano di un cessate il fuoco per le 20.00 (le 19 in Italia), anche se mancavano ancora dettagli e definizioni. E in questo senso andavano anche le dichiarazioni attribuite a Lapid. Gli obiettivi della operazione 'Breaking Dawn'- aveva detto - "sono stati raggiunti". Poi, parlando ai leader delle zone ebraiche intorno alla Striscia (le più colpite dai razzi e dai colpi di mortaio della Jihad) ha aggiunto che "non c'è alcun beneficio nel continuare l'operazione". Infine il comunicato della Jihad che ha confermato l'accordo. Punto decisivo - secondo i media - è l'impegno del Cairo per "il rilascio dei due prigionieri Bassem al-Saadi and Khalil Awawdeh". Il primo, leader della fazione nei Territori, è stato arrestato da Israele in Cisgiordania nelle settimane scorse: arresto che ha dato il via alle minacce della Jihad contro lo stato ebraico.

Sul campo - fino all'annuncio dell'accordo - la situazione è stata quella di una guerra come nei due giorni precedenti tra razzi e raid. Pur con Hamas ancora assente e con la festa ebraica di Tisha beAv a Gerusalemme che invece si è svolta senza complicazioni. Lo stesso Fronte del Comando interno israeliano ha fatto presente - a fronte delle voci su una possibile tregua - che "non è finita finché non è finita" ed ha invitato i cittadini a stare a portata di mano dei rifugi. "L'ultimo razzo può fare danni - ha avvertito - come il primo". A Gaza - da stamattina senza internet - i morti sono arrivati, secondo il ministero della sanità locale, ad almeno 40 e i feriti ad oltre 300. In due attacchi separati nel centro di Gaza city e a nord est ci sono stati 8 morti e tra questi, secondo l'agenzia Maan, quattro bambini. Israele ha contestato di non aver responsabilità per questi due attacchi che invece ha attribuito - come ieri accaduto nel campo profughi di Jabalya (5 morti) - a razzi difettosi della Jihad. Nella Striscia, solo a stamattina, gli attacchi israeliani hanno colpito oltre 140 tra postazioni militari, tunnel e siti di lancio razzi.

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