Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Sono continuate, negli ultimi giorni, le operazioni militari israeliane nel nord e nel centro di Gaza provocando la morte di circa 50 persone. Gli attacchi, motivati con l’obiettivo di colpire esponenti di Hamas, hanno in realtà offeso aree riconosciute dallo stesso esercito israeliano come zone umanitarie. È rimasto ucciso anche il giornalista palestinese Omar al-Diraoui.
Gli attacchi stanno proseguendo a est del campo profughi di Bureij e della città di Deir el-Balah. Le operazioni militari dell’Idf sono in corso al nord della Striscia di Gaza, in particolare nelle vicinanze dell’unico ospedale funzionante, quello indonesiano. I media del Qatar hanno diffuso la notizia che la marina israeliana avrebbe aperto il fuoco sulla costa vicina a Gaza City. In data 3 gennaio le delegazioni dei 15 stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si sono incontrate, a New York, per discutere con urgenza degli attacchi israeliani agli ospedali della Striscia di Gaza. La riunione di emergenza è stata richiesta dall’Algeria, quale presidente di turno del Consiglio e rappresentante araba. L’offensiva militare israeliana sta provocando una gravissima crisi umanitaria in Palestina, aggravata dal blocco degli accessi dei rifornimenti di beni di prima necesssità: la popolazione della Striscia è ridotta alla fame. Non esistono più “zone sicure” a Gaza. L’attacco israeliano ha causato, dal 7 ottobre 2023, la morte di oltre 45mila palestinesi, di cui più della metà sarebbero donne e bambini, nonché lo sfollamento di circa il 90% della popolazione.
Intanto a Doha, in Qatar, pare siano ripresi da venerdì 3 gennaio i negoziati per raggiungere l’accordo del cessate il fuoco tra una delgazione di negoziatori israeliani, autorizzati da Netanyahu, e rappresentanti del movimento islamista palestinese Hamas.
Papa Francesco, durante l’Angelus della prima domenica del 2025, è tornato a lanciare un appello alla comunità internazionale affinché agisca “con fermezza” e venga rispettato il diritto umanitario. Ha chiesto di pregare per i Paesi colpiti da conflitti e violenze: Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, Sudan. “È triste vedere come nella guerra, in qualche parte, si ditruggono gli ospedali e le scuole - ha ribadito il Pontefice - non dimentichiamo che la guerra è una sconfitta , sempre!”
In questa giornata dell’Epifania la persistente brutalità che colpisce civili, scuole, ospedali, luoghi di lavoro, è ancora più stridente e agghiacciante. Il Papa ha ammonito rispetto alla furia umana imperversante ricordando che mai, in nessun caso, la guerra porta a una vittoria.
Comments