Assadakah Beirut - Secondo fonti del quotidiano saudita “Asharq”, ripreso da “Haaretz”, che però non riporta conferme ufficiali, le autorità israeliane avrebbero acconsentito a un eventuale negoziato per la liberazione di Marwan Barghouti, figura di riferimento di Fatah condannato a diversi ergastoli per reati di terrorismo e detenuto in Israele. Uno dei punti fermi sarebbe il soggiorno obbligato a Gaza e non in Cisgiordania. Barghouti è una personalità che vale la pena di conoscere, anche solo per sommi capi. E’ un resistente della prima ora, fra i capi della prima e seconda Intifada, e dopo il 2000 uno dei leader in Cisgiordania, e fra i comandanti del Tanzim, gruppo di intervento speciale affiliato a Fatah. Secondo i servizi segreti israeliani, sarebbe uno dei fondatori del gruppo armato Martiri di Ql-Aqsa.
Le autorità giudiziarie israeliane lo hanno sempre accusato di essere un pericoloso terrorista, responsabile di vari attacchi. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) lo hanno arrestato nel 2002 a Ramallah, processato e condannato per omicidio con cinque sentenze di prigione a vita, in un procedimento che naturalmente ha suscitato non poche polemiche anche a livello internazionale, ma Barghouti è un personaggio importante, che alcuni dicono anche “in odore di probabile presidenza ANP”. Nativo del villaggio di Kobar non lontano da Ramallah, emigrato con la famiglia in Libano, a soli 15 anni entra in Fatah e viene arrestato per la prima volta nel 1976, a 18 anni. Parla correntemente l’ebraico, studia all’università di Bir Zeit, in Cisgiordania, diventa rappresentante degli studenti nel consiglio d'amministrazione dell'ateneo, si laurea in Storia e in Scienze Politiche, con un Master of Arts in relazioni internazionali. Nel 1987 è espulso in Giordania e rientra dopo la firma degli Accordi di Oslo nel 1994, per essere eletto nel Consiglio Legislativo palestinese (PLC), nel quale è particolarmente attivo per il processo di pace.
E’ una persona dotata indubbiamente di particolare carisma e capacità diplomatiche, messe in evidenza durante il periodo a capo della segretaria generale dell’ANP per la Cisgiordania.
Barghuti ha subito diversi attentati, soprattutto da parte del Mossad, che lo localizza e lo arresta nel 2002, in base alla legge israeliana secondo cui i Palestinesi accusati di reati terrorismo, commessi nella cosiddetta “Zona C" della Cisgiordania occupata, devono essere giudicati da una corte militare. In ogni caso, da quel momento, Barghouti è richiuso in carcere sotto sorveglianza speciale.
Le campagne per chiederne la liberazione sono state e sono numerose. Fra coloro che si sono impegnati in tal senso, alcune eminenti personalità palestinesi, membri del Parlamento europeo, e anche il movimento israeliano Gush Shalom. In occidente non pochi lo considerano una sorta di Nelson Mandela palestinese.
Nel gennaio 2007, il vice-primo ministro israeliano Shimon Peres ha dichiarato che avrebbe firmato il perdono presidenziale qualora fosse stato eletto, ma nonostante la vittoria politica, il perdono non è mai stato concesso.
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