Assadakah News Agency - Nel 66° giorno di guerra fra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, le vittime palestinesi sono ormai 18mila, di cui oltre 7.000 bambini. La questione ostaggi è ancora in discussione, con Hamas che si dice disponibile a trattative, senza le quali non ammette alcuna possibilità di tregua.
Sul fronte diplomatico, i ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania (Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock) si sono detti favorevoli alla proposta dell'Alto Rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, di creare un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele e per contrastare le operazioni terroristi che del gruppo.
Posto che ogni iniziativa bellica che comporti vittime innocenti rimane un atto da condannare, se di sanzioni di deve parlare, che siano per tutte le parti in causa, poiché non dovrebbe passare sotto silenzio (un silenzio decisamente fragoroso) il fatto che se Hamas deve essere soggetta a sanzioni per la guerra cominciata con gli attacchi del 7 ottobre, la rappresaglia che Israele ha messo in atto ha già ucciso migliaia di donne e bambini. Se questo non è un crimine ben poco lontano dal genocidio, allora quale lo è?
Sanzioni applicate unicamente contro Hamas, e non contro Israele, vuol dire di fatto legittimare quest’ultimo a proseguire in una vera e propria pulizia etnica, uno sterminio cercato, voluto, e a questo punto, anche tollerato dalla comunità internazionale.
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