Roberto Roggero (Gaza) - In poco meno di due settimane di guerra, la Striscia di Gaza ha subito uno sconvolgimento decisamente massiccio. L'Ufficio Relazioni Esterne di Hamas ha comunicato, tramite il responsabile Salameh Maaruf, che i danni ammontano a oltre 250 milioni di dollari, di cui una novantina a edifici della città, dove per altro avevao sede uffici di informazione e OGN internazionali.
La rete di distribuzione elettrica ha subito danni per oltre 20 milioni di dollari e l'energia è fruibile per un massimo di quattro ore al giorno (prima veniva erogata per otto ore) perché le infrastrutture non possono sopportare ulteriori carichi. Senza contare la mancanza di carburante, che giunge in quantità ridotte dal valico doganale di Rafah, alla frontiera egiziana.
(Un'immagine di Gaza che non richiede commenti - foto Mohammed Salem)
Un anello della catena influenza il seguente, quindi la mancanza di propellente ha limitato anche la distribuzione idrica, perché l'acqua proveniente dalle falde delle vicinanze non è potabile, e deve essere bonificata da macchinari che naturalmente devono essere forniti di elettricità per funzionare. Steso discorso per la rete fognaria. Come conseguenza, è stato stimato che il livello di igiene pubblica ha subito un calo di circa il 50%.
I bombardamenti aerei israeliani hanno colpito gravemente gli impianti di Khan Younis, al centro della Striscia, e circa 150mila persone si sono viste interrompere le forniture. Dieci chilometri di tubature fognarie, idriche, e condutture varie, sono state fatte saltare in aria. Più di 1.300 case sono state colpite o comunque rese inabitabili e nella sola Gaza City ci sono più di 75mila sfollati, la metà dei quali rifugiati nelle scuole dell'UNRWA. Numerosi i bambini. In città, quasi 13mila abitazioni hanno subito danni; 35 agenzie giornalistiche non hanno più i propri uffici, fra qui il palazzo dove aveva sede la Mezzaluna Rossa del Qatar
Gli attacchi hanno inflitto seri danni anche ad alcuni edifici vicini, tra cui la clinica Al Rimal, che ospitava il principale laboratorio per i test sul Covid-19. Nel bombardamento di un edificio di cinque piani, sono stati completamente distrutti la libreria e casa editrice Al Nahda, una farmacia e l’ufficio centrale dell’istituto per gli orfani Al Amal. La cifra stimata si aggira intorno ai 25milioni di dollari. Oltre 70 uffici di Hamas sono stati distrutti, molti uffici pubblici, municipali, scuole e commissariati di polizia. Sono stati gravemente danneggiati sei ospedali e 11 cliniche, fra cui quella specializzata nel trattamento di traumi da ustione gestita da Medici Senza Frontiere. Completamente distrutte anche tre moschee, e altre 40, e una chiesa, hanno subito gravi danni. Nel complesso, le strutture religiose hanno subito danni per più di 5 milioni di dollari.
Da non dimenticare che una delle principali risorse è l'agricoltura, danneggiata per oltre 25 milioni di dollari fra allevamenti, coltivazioni, impianti di irrigazione e colture varie, e non pochi contadini e agricoltori sono anche rimasti uccisi mentre cercavano si salvare il proprio lavoro. Il commercio e la produzione, già di per sé limitati, accusano oltre 40 milioni di dollari di danno. A tutto questo si devono aggiungere i danni a sistemi informatici, veicoli, strade, ponti, linee pubbliche, con conseguenti costi di sgombero delle macerie. In soli 11 giorni.
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