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Immagine del redattoreRoberto Roggero

Gaza - “Hamas ha accettato la tregua”

Assadakah News - La notizia arriva da fonte israeliana, confermata da funzionari egiziani di alto livello, nonché da un esponente ai vertici di Hamas, con alcune annotazioni aggiuntive. I tre alti funzionari hanno ufficialmente chiesto l’anonimato perché alcuni particolari dell’accordo devono ancora essere messi a punto per la versione finale.

In sostanza, l’accordo sul cessate-il-fuoco a Gaza può dirsi sostanzialmente concluso, ma rimane da attendere l’ultima parola del premier israeliano Netanyahu.

La tregua dovrebbe iniziare con il rilascio di 33 ostaggi (con priorità a bambini, donne e malati) in un periodo di sei settimane e, in contropartita, Israele dovrebbe rilasciare alcune centinaia di donne e bambini palestinesi che si trovano in carcere. Per quanto riguarda le 33 soldatesse israeliane nelle mani di Hamas, a ognuna corrisponderebbe la liberazione di 50 palestinesi, fra cui 30 in regime di sicurezza per condanne all'ergastolo.

Questa prima fase del negoziato dovrebbe durare 42 giorni, durante i quali è previsto il ritiro delle truppe di occupazione dai centri urbani, con il ritorno dei palestinesi alle proprie case nella parte nord di Gaza, oltre al benestare per l’afflusso di aiuti umanitari, con circa 600 camion al giorno.

Il problema rimane però la mancanza di chiarezza su alcuni importanti dettagli, e soprattutto la mancanza di garanzie nero su bianco che assicurino il rispetto dei patti e soprattutto il raggiungimento di un accordo scritto, il che comprende il rischio di una ripresa delle ostilità dopo questa prima fase di 42 giorni.

I rappresentanti dei Paesi mediatori (Qatar, Egitto e Stati Uniti) hanno comunque dato a Hamas garanzie verbali che i negoziati continueranno come previsto, e che sarà fatto di tutto per definire una seconda e terza fase, intanto Israele manterrà il controllo del contestato Corridoio Filadelfia, che Hamas ha chiesto di smilitarizzare, ma ritirerà le truppe dal Corridoio Netzarim, salvo piccoli presidi per il mantenimento dell’ordine.

Discussione ancora aperta, quindi, sulle fasi successive dell’accordo, per cui gli israeliani hanno richiesto il rilascio di tutti gli ostaggi, in cambio della liberazione di altri detenuti palestinesi e del completo ritiro da Gaza.

Da parte sua, Hamas ha confermato che libererà tutti gli ostaggi ancora prigionieri solo se Israele cesserà tutte le ostilità e si ritirerà dalla Striscia. La terza fase dell'accordo prevede che i corpi degli ostaggi deceduti verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione da 3 a 5 anni da realizzare sotto la supervisione internazionale delle Nazioni Unite.

Ciò che Netanyahu vuole ad ogni costo evitare è comunque il perdurare dello status quo nell’amministrazione della Striscia, che in tal caso rimarrebbe a vantaggio di Hamas (obiettivo prioritario del premier israeliano), a meno che venga approvato un piano di rimpasto governativo e la formazione di un nuovo esecutivo, con tutte le conseguenze del caso.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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