Assadakah News Agency - Secondo le informazioni provenienti dall’ambiente diplomatico, grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto, i vertici di Hamas avrebbero accettato un cessate-il-fuoco di 72 ore in cambio della liberazione di 50 ostaggi, e anche del rilascio di diverse donne e minori detenuti nelle carceri israeliane, oltre alla possibilità di fare accedere un maggior volume di aiuti umanitari per la popolazione allo stremo. L’accordo sarebbe stato raggiunto nel corso di un incontro segreto avvenuto in territorio Egiziano, fra il capo del servizio segreto interno israeliano (Shin Bet) Ronen Bar, con le autorità egiziane.
Nel frattempo, si moltiplicano le proteste delle famiglie degli ostaggi in mano a Hamas, verso le scelte del premier Netanyahu, il quale rimane fermo nell’intenzione prioritaria di distruggere Hamas e dopo liberare gli ostaggi, come ha dichiarato durante una visita al campo militare di Zikim. Da parte sua, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha rincarato la dose nell’incontro con l’incaricato di Washington, Brett McGurk: le operazioni militari continueranno fino all’annientamento di Hamas.
In campo, per giungere a una soluzione politica, anche re Abdallah II di Giordania e il principe saudita Mohammed bin Salman, e il sovrano del Bahrain Hamad bin Isa Al Khalifa, che incontreranno McGruk nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda l’Italia, la premier Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il presidente turco Erdogan, il quale ha fatto pressioni per una cooperazione che porti al blocco della guerra e al rilascio degli ostaggi, ma con garanzie di immediato intervento umanitario, ma è necessaria una scelta definita e determinata, a cominciare dal bloccare le spedizioni di armamenti in Israele.
Anche l’Iran è sceso in campo, con la guida suprema Ali Khamenei che ha incontrato Ismail Haniyeh, leader di Hamas, al quale ha chiarito che Tehran sostiene il popolo palestinese ma non interverrà direttamente nel conflitto.
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