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Gaza - Difficile riprendere il Processo di Oslo


Redazione Assadakah – L'ennesima escalation di vilenza, sfociata in stato di guerra, è stata fermata dopo 11 giorni di ostilità, che hanno causato fin troppe morti. Il presidente egiziano Al-Sisi ha diretto i negoziati che sono stati coronati da successo, ma è anche legittimo domandarsi per quanto tempo reggerà questo stato di tensione? E il Consiglio di Sicurezza ONU quali decisioni prenderà a questo punto? Vi è in gioco il prestigio delle Nazioni Unite, manifesto ormai sbiadito, e una ripresa di credibilità potrebbe essere molto positiva.

Lo stato delle cose appare ormai chiaro: Israele vuole smantellare Hamas, senza sapere che arrivare a un obiettivo del genere è impossibile. Sradicare Hamas da Gaza non è nemmeno pensabile. Inoltre, sia israeliani che palestinesi, si sono concessi una tregua, come molte volte in precedenza, e i risultati non sono incoraggianti. Gli scontri armati potrebbero riprendere in qualsiasi momento, fra tre o sei mesi, o tre anni, ma visti i precedenti è difficile pensare che possa durare.

Una delle poche speranze, visto che la “semplice” volontà di pace sembra non essere sufficiente, potrebbe essere la ripresa dei colloqui di Oslo per arrivare alla creazione di due Stati, ma è un passo estremamente difficile da compiere, vista la situazione. Potrebbero esserci degli emendamenti, come il riconoscimento di una federazione o confederazione, ma è un'ipotesi che rasenta la fantapolitica. C’è anche da considerare la presenza della Autorità Palestinese di Ramallah, in Cisgiordania. La sua antica mancanza di fantasia e la rigidità nel negoziare ora sono enfatizzati dalla maggiore visibilità di Hamas, e qualsiasi ipotetica concessione a favore di un negoziato non è certo ben vista.


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