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Gaza - Comunità internazionale contro Trump

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - Majed Al-Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, uno dei mediatori nei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, ha detto che è troppo presto per parlare di ricollocamento del popolo palestinese fuori da Gaza, e che Doha sta lavorando alla seconda fase di un accordo per fermare la guerra fra Israele e Hamas. Allo stesso modo, re Abdallah II di Giordania si è detto contrario a ogni tentativo di annessione territoriale e ricollocamento del popolo palestinese, nonché a ulteriori estensioni degli insediamenti illegali israeliani, tutte violazioni evidenti del diritto internazionale.

Da Riyadh e dai i Paesi del Golfo, la risposta è unanime: “No al piano Trump”, specialmente in un contesto in cui Trump spera di poter creare legami fra Arabia Saudita e Israele.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno respinto qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto di "prendere il controllo" della Striscia di Gaza. Il ministero degli Esteri "ha sottolineato il suo categorico rifiuto di qualsiasi violazione dei diritti inalienabili dei palestinesi e di qualsiasi tentativo di sfollamento".

La stessa dichiarazione che è stata ribadita dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, in risposta alla proposta del presidente americano Donald Trump.

L’ONU dichiara che “è fondamentale avanzare verso la prossima fase del cessate il fuoco, per rilasciare tutti gli ostaggi e i prigionieri detenuti arbitrariamente, porre fine alla guerra e ricostruire Gaza, nel pieno rispetto del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale dei diritti umani. Il trasferimento forzato o l'espulsione di un popolo da un territorio occupato è severamente proibito".

Nel coro di condanne delle dichiarazioni del presidente americano, anche la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, la quale ha dichiarato che la Striscia di Gaza appartiene ai palestinesi e la loro espulsione sarebbe inaccettabile e contraria al diritto internazionale: “Un tale progetto porterebbe a nuove sofferenze e odio. Non ci deve essere alcuna soluzione che non tenga conto dei palestinesi”.

Allo stesso modo si esprime il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, che ritiene necessario garantire ai palestinesi un futuro nella loro patria: “Siamo sempre stati chiari nella nostra convinzione che dobbiamo vedere due Stati. Dobbiamo vedere i palestinesi vivere e prosperare nelle loro terre d'origine a Gaza e in Cisgiordania”.

Anche dalla Francia la risposta al piano Trump è decisamente contraria, in virtù delle convenzioni sul diritto internazionale. Il ministro degli Esteri di Parigi, Christophe Lemine, dichiara: “La Francia ribadisce la propria opposizione a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un attacco alle legittime aspirazioni dei palestinesi, ma anche un grande ostacolo alla soluzione dei due Stati e un importante fattore di destabilizzazione per i nostri stretti partner Egitto e Giordania, nonché per l'intera regione. Il futuro di Gaza dovrebbe collocarsi nel contesto di uno Stato palestinese, e non dovrebbe essere controllato da un Paese terzo”.

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