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Gaza - Catastrofe negli ospedali

Assadakah News Agency - Dopo oltre trenta giorni di guerra, le condizioni dei civili a Gaza sono disperate, specialmente nei centri di soccorso e negli ospedali, rimasti senza alimentazione elettrica, senza medicinali e con numerosi neonati a rischio nelle incubatrici, che rischiano di morire entro breve tempo. L’esercito israeliano, da parte sua, avrebbe garantito l’evacuazione dei bambini, per allontanarli dalla zona dei combattimenti intorno all’ospedale Al Shifa, rimasta una delle poche infrastrutture ancora in piedi, sebbene ormai al collasso. Il comando israeliano è infatti ancora convinto che sotto le fondamenta dell’ospedale si trovi il centro di comando di Hamas e il centro logistico della fazione islamica diretta da Yahya Sinwar, fatto per altro già smentito da diverse fonti.

La zona intorno all’ospedale Al Shifa è praticamente isolata dall’esterno, come ha confermato il direttore del centro, dottor Muhammad Abu Samliya: “Ogni minuto c'è chi muore: malati, feriti e anche neonati nelle incubatrici". La Ong Physicians for Human Rights Israel, che continua a mantenere i contatti con due medici della struttura, ha annunciato nel pomeriggio che un neonato prematuro è deceduto per l'interruzione della corrente.

Gli israeliani accusano Hamas di avere trasformato gli ospedali in postazioni postazioni fortificate, che quindi vanno evacuate prima di essere affrontate. Da settimane facciamo forzi per evacuare gli ospedali, che sono divenuti posti estremamente pericolosi. Portando ad esempio l'ospedale Rantisi, il portavoce israeliano ha precisato che per tre giorni consecutivi prima della sua evacuazione l'esercito ha fatto ricorso "a telefonate e volantini" per indurre i civili ad allontanarsi. Finora Israele avrebbe evacuato gli ospedali Rantisi e Nasser.

Nel frattempo, il valico di Rafah dovrebbe essere riaperto per il transito di aiuti umanitari, per gli stranieri e i palestinesi che necessitano di cure mediche urgenti. Combattimenti anche in Cisgiordania, con le truppe israeliane che hanno fatto irruzione a Jenin, considerata uno dei centri della resistenza palestinese.

Da Beirut, il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ammonisce Israele per la totale assenza di morale, anche solo nel considerare l’eventualità di attaccare il Libano.

In un raid è stato ucciso Ahmed Siam, comandante del battaglione Naser Radwan di Hamas, che si era nascosto all'interno di una scuola. Per favorire l'esodo della popolazione dal nord, Israele oggi ha tenuto aperto per 7 ore un corridoio umanitario lungo la strada Salah ad Din, la lunga arteria che taglia la Striscia. Per lo stesso motivo ha annunciato uno stop alle operazioni militari sul campo profughi di Jabalya, dov'era forte la presenza di Hamas.

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