Assadakah News - Neanche il tempo di festeggiare che già si piangono altre vittime. Da quando è stato annunciato il cessate-il-fuoco, ci sono stati almeno 80 morti e più di 200 feriti.
Anas Al Sharif è di Jabalia, lavora per Al Jazeera. Sta corrispondendo dall’inizio del conflitto: “Il massacro non si ferma. Stavo seguendo i festeggiamenti dei cittadini di Gaza successivi alla notizia dell’accordo raggiunto per il cessate-il-fuoco, quando di nuovo le forze di occupazione israeliane hanno continuato a commettere massacri, non lasciando spazio per la felicità nel cuore della gente”.
“Eravamo tornati da non molto e ci eravamo messi a letto. Avevamo un po’ festeggiato per la notizia del cessate-il-fuoco. C’è stato un bombardamento, mio figlio non è riuscito a scappare. Adesso è un martire. Spero sia l’ultimo martire di Gaza”, dice in un video straziante Ahmad, il padre del piccolo da Gaza City. Come Amina, che nella stessa città è scappata con il figlio piccolo in braccio, mentre l’altra figlia è rimasta sotto le macerie della casa caduta per il bombardamento e chiede aiuto ai soccorritori per salvarla. Il giovane Naim ha visto la sua casa ad Al Daraj, a Gaza City, sbriciolata nel raid notturno.
“Svegliati, la guerra è finita”, ha detto scuotendo il corpo esanime della sorella. Secondo fonti della protezione civile di Gaza, sono 73 le vittime degli attacchi israeliani sulla Striscia la scorsa notte, dopo l’annuncio dell’accordo su tregua e liberazione ostaggi da Gaza. Tra loro, almeno 20 minori e 25 donne, e 250 feriti. Le fonti riferiscono che 61 vittime sarebbero state registrate a Gaza City, le altre a Khan Yunis e Jabalia.
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