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Gas - La propaganda anti-algerina in Italia non convince

Mourad Rouighi - La visita di Stato del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ad Algeri, a detta di molti, in primis per la calorosa accoglienza riservatagli dal suo omologo Abdelmadjid Tebboune e dalle alte personalità dello Stato ha raggiunto tutti gli obiettivi.

La stampa italiana non ha mancato nell'occasione, di mettere in risalto l'intenzione delle due capitali di capitalizzare i principi del partenariato strategico per una maggiore cooperazione a tutti i livelli e nei settori più diversi.

Una posizione condivisa dalle due sponde del Mediterraneo, che una goffa azione mediatica basata su argomenti strampalati ha voluto mettere in discussione, puntando un dito accusatore contro l'affidabilità dell'Algeria in materia di approvvigionamento energetico, sulla scia di una recente decisione sovrana, di non rinnovare un contratto pluriennale di fornitura, peraltro giunto al proprio termine. Degli attacchi, ci fanno sapere, provenienti da ambienti la cui ossessione per il Paese nord-africano, rasenta le patologie più gravi e ripresi da politici che non saprebbero localizzare l'Algeria su una mappa geografica, alcune voci, senza alcun imbarazzo, hanno addirittura allertato Eni e le autorità italiane sui" rischi di partnership con un paese poco affidabile come l'Algeria".

Tutte queste voci hanno pensato bene di poter sfruttare i timori dei consumatori a fronte all'aumento dei prezzi del gas, per provare a far passare idee e posizioni che il governo italiano si astiene di adottare e che continuerà a farlo.

Peraltro, il Presidente Mattarella, ci dice un esperto, inaugurando il Giardino Enrico Mattei di Algeri, non solo ha reso omaggio al patriota italiano, amico e sostenitore delle cause giuste, ha anche messo in evidenza gli ottimi rapporti tra i due Paesi nel settore energetico e la solida partnership tra le due locomotive Sonatrach ed Eni. Perciò, giova ricordare a questi apprendisti esperti, che l'Eni ha prodotto in Algeria nel 2020 19 milioni di barili di petrolio e condensati e 1,6 miliardi di metri cubi di gas naturale. E per quanto riguarda le energie rinnovabili e nonostante l'attuale pandemia, la capacità fotovoltaica installata da questa partnership è stata di 5 megawatt ei due gruppi stanno lavorando all'ampliamento dell'impianto fotovoltaico di Bir Rebaa e all'avvio di altri progetti simili.

E quale migliore smentita a questi sproloqui, la volontà espressa da Eni di acquisire gli asset della British Petroleum in Algeria, il che dimostra che "il Cane a sei zampe" è in Algeria per restarvi, fedele partner di Sonatrach, entrambi intenzionati a lanciare assieme progetti di esplorazione e sfruttamento in Africa e altrove.

Lo stesso esperto ci racconta che in un momento di transizione energetica, i grandi gruppi energetici stanno riorganizzando i propri modelli economici, puntando sui mercati più redditizi e sulle partnership più affidabili. Eni, ad esempio, ha più volte dimostrato il proprio interessead un crescente sviluppo in Nord Africa e quindi la sua espansione in Algeria non può che portare a fare dell'Algeria, un importante polo energetico. Senza dimenticare le numerose visite effettuate quest'anno in loco dal Direttore Generale, Claudio Descalzi, hanno confermato la collaborazione tra i due Paesi in questo settore, nella continuità e secondo una logica win-win. Tutti dati che probabilmente sono sfuggiti a chi ha cercato di cogliere la palla al balzo, per cercare di offuscare l'immagine dell'Algeria ed ovviamente lo ha fatto in modo goffo; un tentativo tanto inutile quanto bizzarro, che le metaniere che trasportavano il gas algerino in Spagna hanno finito per affossare.

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