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Gabon e Africa, di golpe in golpe

Hussein Ghamlouche* - Un nuovo e tragico golpe militare ha scosso l'Africa occidentale aumentando ulteriormente le preoccupazioni per la stabilità e la pace dell'area, della martoriata Africa. Un gruppo di soldati ha dichiarato di aver preso il potere in Gabon, al confine con il Congo, e di aver messo agli arresti domiciliari il presidente Ali Bongo Ondimba che, poche ore prima era stato dichiarato vincitore delle elezioni. Bongo, 64 anni, ha svolto due mandati da quando è salito al potere nel 2009 dopo la morte del padre, che ha governato l'ex colonia francese per 41 anni.

Da tempo c'è un diffuso malcontento nei confronti del suo governo e nel 2019 già c'era stato un tentativo, poi fallito, di colpo di stato. Ogni volta che si destabilizza un Paese africano, come è stato ad esempio per il Niger, nel Sahel, aumenta l'insicurezza per la stessa Europa. Quanto sta accadendo in Africa impone un impegno e un approccio diverso da parte dell'Unione Europea e della Comunità Internazionale, ed è più urgente la necessità di costruire una politica comune che favorisca una vera crescita economica, che costruisca percorsi democratici e le migliori condizioni affinché i popoli africani non debbano più scappare dalla povertà, dalla fame e dalle guerre. Desidero con questo mio articolo illustrare il disaggio che sta vivendo l’Africa.

Il Gabon, un Paese ricco di petrolio, ma flagellato dalla povertà. Membro dell'Opec, con una produzione di circa 200mila barili al giorno. E' il Gabon, uno dei più piccoli produttori dell'Opec, dove il presidente deposto Ali Bongoha avuto terzo mandato con oltre il 64% dei voti alla guida di un Paese con uno dei Pil pro capite più alti tra i Paesi africani (poco meno di 14mila dollari secondo stime del 2021) ma con più di un terzo della popolazione (circa 2,3 milioni di persone) che vive al di sotto della soglia di povertà senza accesso ai servizi di base.

Il colpo di stato in Gabon, l'ennesimo in Africa occidentale e centrale dal 2020, dopo Mali, Burkina Faso, Guinea, Ciad, Sudan e Niger.

* Ambasciatore internazionale di Pace e Buona Volontà

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