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Francesco riceve Abu Mazen, a Gaza "gravissima situazione umanitaria"

 

Vatican News \ National News Agency ANN

 

L’incontro in Vaticano tra il Papa e il presidente palestinese è durato mezz’ora. Il dramma della Striscia di Gaza al centro dei successivi colloqui in Segreteria di Stato: auspicato un rapido cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e la soluzione per i due Stati di Israele e Palestina “attraverso il dialogo e la diplomazia”

Vatican News

Lo sguardo fisso e profondo delle icone orientali, i lineamenti austeri di un monaco che 1.600 anni fa guidò come vescovo per 25 anni la piccola comunità di Gaza, oggi una delle terre martoriate del pianeta. È un dono dal sapore particolare quello che il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Teofilo III ha fatto giungere al Papa attraverso il presidente palestinese Mahmoud Abbas, Abu Mazen, che nella tarda mattinata di oggi, 12 dicembre, ha incontrato in udienza Francesco per circa mezz’ora, tra le 10.40 e le 11.10.

Cessate il fuoco a Gaza

Poco più tardi, nel consueto colloquio in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, è stata affrontata - informa una nota della Sala Stampa vaticana - la questione della “gravissima situazione umanitaria a Gaza”. L’augurio, riferisce la nota, è che “quanto prima vi sia il cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi”.

Dialogo e diplomazia

Inoltre, nella “condanna ad ogni forma di terrorismo, è stata sottolineata “l’importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati solo attraverso il dialogo e la diplomazia, assicurando che Gerusalemme, protetta da uno statuto speciale, possa essere un luogo d’incontro e amicizia tra le tre grandi religioni monoteiste”. L’auspicio finale è stato rivolto al Giubileo perché “possa portare il ritorno dei pellegrini in Terra Santa, tanto desiderosa di pace”.

I doni

Oltre all’icona di San Porfirio di Gaza, il presidente palestinese ha donato a Francesco un quadro raffigurante la visita del Papa al muro a Betlemme, durante il viaggio apostolico del 2014, e un altro quadro che raffigura insieme il Papa e Abu Mazen. Francesco ha ricambiato con una fusione in bronzo avente l’immagine in rilievo di un fiore che nasce, e lateralmente la scritta “La pace è un fiore fragile”, il volume con il messaggio per la Pace di quest’anno e un secondo libro sull’Appartamento papale delle udienze, a cura della Prefettura della Casa Pontificia.

Abu Mazen: la pace solo con la soluzione dei due Stati

Dopo l’udienza con il Papa, Abu Mazen ha parlato con i media vaticani definendo “proficuo” il colloquio con Francesco. “È come rincontrare un vecchio amico”, ha detto, riferendo di averlo ringraziato per i ripetuti appelli in favore della pace in Medio Oriente e per la solidarietà sempre espressa nei riguardi delle vittime civili palestinesi.  “Ho chiesto che continui a favorire il riconoscimento dello Stato Palestinese nella comunità internazionale”, ha aggiunto il presidente palestinese, ribadendo che “non c’è alternativa alla soluzione dei ‘due Stati’” se si vuole veramente raggiungere la pace”. Abu Mazen ha anche ricordato i precedenti incontri con Papa Francesco, in particolare quello del 9 giugno di dieci anni fa, quando assieme al suo omologo israeliano di allora Shimon Peres piantò un albero di ulivo nei giardini vaticani. Un evento che ha definito “storico”, ha concluso, che rimane “nella mia memoria e dell’ intero popolo palestinese”.

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