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Focus Palestina - Continuano i soprusi, arrestato ricercatore italo-palestinese

Assadakah News Agency - Non si ferma la prepotenza impunita delle forze di occupazione israeliane nei Territori Palestinesi occupati. E a subirne le conseguenze, oltre la popolazione, anche Khaled El Qaisi, ricercatore linguista, specializzato in Lingue e Civiltà Orientali alla Sapienza, tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese di Roma.

Di doppia nazionalità (italiana e palestinese), il 31 agosto è stato ammanettato davanti alla moglie e al figlio di quattro anni, al posto di controllo Allenby, mentre erano diretti in Giordania, in vacanza. Nessuna risposta dalle autorità israeliane alle ripetute richieste di giustificazioni, spiegazioni o accuse, moglie e figlio sono stati costretti a entrare in Giordania, riuscendo poi ad arrivare ad Amman e prendere contatto con l’ambasciata italiana. A quanto si sa, al momento Khaled non è riuscito nemmeno a contattare un avvocato, ma sarà deferito a giudizio per sospetti contatti con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

I soprusi intanto proseguono.

Coloni israeliani protetti dalle truppe di occupazione hanno fatto irruzione a Qusra, a sud di Nablus, e sei contadini palestinesi sono stati feriti da munizioni da fucili da guerra. Oltre 60 gli arresti, nel solo mese di agosto, fra cui 22 esponenti politici da parte dell’intelligence israeliana, che non fa segreto circa la politica di Apartheid.

Detenuti illegalmente

Oltre all’italo-palestinese Khaled, nelle carceri israeliane si trovano il 39enne Fadi Al-Bari, arrestato il 18 luglio a Ramallah dalla General Intelligence Agency e, nonostante i diversi ordini del tribunale per il suo rilascio, ancora detenuto, anche se pare che sia stato ottenuto una sorta di rilascio sotto sorveglianza, che ha condotto a un nuovo arresto con la scusa di ritirare i suoi documenti. I detenuti politici sono una priorità internazionale, specialmente nei casi di arresto e detenzione cosiddetta “preveniva”, oltre ai numerosi minori in “stato di fermo”. Il 13 settembre è stato indetto uno scioper della fame.

Sempre in atto la repressione delle attività economiche e commerciali palestinesi, agricoltori e pescatori sono vessati da attacchi arbitrati delle motovedette israeliane, un pescatore è stato ferito fortunatamente in modo non grave, e le aggressioni alle proprietà palestinesi sono all’ordine del giorno, nella continua e fin troppo evidente impunità.

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