Patrizia Boi (Assadakah News) - Mentre si avvicina la data dell'insediamento a Washington di Donald Trump, 47esimo presidente degli Stati Uniti a cui sarà presente anche la premier italiana Giorgia Meloni, preceduto da importanti accordi come l'accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi a Gaza tra Palestina e Israele, che entrerà in vigore a partire da domenica 19 gennaio e nelle prossime 6 settimane prevedendo un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il rilascio parziale di ostaggi e prigionieri e il ritiro graduale delle truppe israeliane, con una intesa trovata in Qatar e mediata dagli Stati Uniti, come l'accordo strategico ventennale tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, che rafforza una partnership che punta a ridefinire le dinamiche di potere globali, pubblichiamo il comunicato dell'Ambasciata della Federazione russa in Italia sui punti chiave dell'intervento di Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, con alcune sue risposte alle domande dei media durante la conferenza stampa sul bilancio dell’attività diplomatica russa svolta nel 2024 (14 gennaio 2025)
Punti chiave
Multipolarismo e Occidente
• L’attuale fase storica rappresenta un'epocale contrapposizione tra coloro che propugnano i principi cardine dell’ordine basato sul diritto internazionale [...], principi sanciti nel documento più significativo in materia di diritto internazionale, ovvero la Carta delle Nazioni Unite, e coloro a cui, invece, questa Carta ormai non sta più bene, i quali, dopo la fine della Guerra Fredda, hanno deciso che non ci si dovesse più attenere alla Carta dell’ONU, bensì ai desiderata maturati in seno al cosiddetto “Occidente politico” [...], che sta tentando di osteggiare il movimento a favore del multipolarismo.
• Noi siamo stati costretti a respingere l’attacco e la guerra che l’“Occidente collettivo” ci ha scatenato contro al fine di soffocare il rivale di turno, ruolo che è stato nuovamente imposto alla Russia sulla scena internazionale. Suo obiettivo principale [dell’“Occidente collettivo”] è quello d'indebolire la Russia sul piano geopolitico, attuando, ai confini russi e sul territorio stesso della Federazione Russa, minacce militari dirette mirate a stroncare il nostro potenziale strategico. [...]
• La resistenza ai diktat occidentali ha già riacquistato forza, trovando espressione nelle nuove economie emergenti e nei nuovi centri finanziari che stanno nascendo in Cina, in India, nei Paesi dell’ASEAN, nel mondo arabo, nella Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi e in Russia, così come nei Paesi che sono nostri alleati nell’ambito dell’Unione Economica Eurasiatica, della Comunità degli Stati Indipendenti, dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dei BRICS.
• Il rifiuto di attenersi alla concorrenza leale e il ricorso a metodi scorretti e aggressivi mirati a soffocare la concorrenza si manifesta nella politica delle sanzioni che gli USA e i loro alleati hanno posto alla base del loro operato sulla scena internazionale, in particolare nei confronti della Russia.
• L’Occidente è totalmente inebriato dalla propria grandezza e dalla propria impunità, così come dal diritto, auto-arrogato, di decidere per le sorti di tutti i popoli del mondo. Tale presunzione riflette l’atteggiamento spregevole col quale [l’Occidente] si pone nei confronti di tutto il resto del mondo.
ONU
• Una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è necessaria, in quanto numerosi Paesi che a livello globale hanno una rilevanza non indifferente nell’economia, nella finanza, nella politica e dal punto di vista degli equilibri militari non sono rappresentati.
• All’India e al Brasile spetterebbe già da tempo, e a pieno titolo, il diritto a vedersi riconosciuto un seggio permanente presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e analoga decisione vale per l’adesione permanente dell’Africa. Ma l’Occidente sta tentando di compromettere questo processo e di assicurarsi una posizione preferenziale.
Russia e Cina
• Il legame tra Russia e Cina costituisce uno dei principali fattori d'impatto stabilizzante sull’attuale vita politica internazionale e sulle dinamiche messe in atto, tra le altre cose, per alimentare scontri e ostilità negli affari internazionali; dinamiche in cui sono impegnati i nostri vicini della NATO, sotto la guida degli USA, sempre pronti a seminare la discordia e il caos, vuoi in Europa o nello Stretto di Taiwan, vuoi in Medio Oriente o in Africa. I loro piani, di lampante banalità, si manifestano dovunque.
• Le entità che sono state istituite in considerazione del partenariato tra Russia e Cina appartengono, senza dubbio, a una nuova tipologia di raggruppamento, che non prevede l’esistenza né di “leader”, né di “seguaci”. Si tratta dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, ma anche dell’Unione Economica Eurasiatica, la quale sta facendo in modo di armonizzare i propri progetti di integrazione con gli obiettivi del progetto cinese “Belt and Road Initiative”; ma si tratta anche dei BRICS, che sono usciti ancora più forti dal vertice di Kazan’.
• Noi non vogliamo schierarci contro nessuno; desideriamo che tutti i Paesi operino in base al rispetto degli interessi di ogni loro partner. È questa la posizione condivisa sia da Mosca, sia da Pechino.
USA e Ucraina
• Quando Donald Trump, una volta assunta la Presidenza, esporrà la sua linea ufficiale in merito alla questione ucraina, la prenderemo in esame. Ciò che viene affermato al momento è soltanto da ricondursi alla fase preliminare all’insediamento. Ma il fatto stesso che si stiano iniziando a menzionare le realtà [determinatesi] “sul terreno” merita di essere accolto con favore.
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