NNA - Letizia Leonardi
Ancora provocazioni azere e morti armene nelle postazioni difensive del territorio sovrano della Repubblica d'Armenia. Nel confine orientale c'è stata un'altra giovane vittima: Vahe Manaseryan. Aveva solo 19 anni. E ci sono stati anche otto soldati armeni feriti, sei dei quali versano in gravi condizioni. Si tratta dell'ennesima provocazione dell'Azerbaijan, nonostante le trattative di pace, nonostante il pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia. Quelle azere sono solo promesse non mantenute. L'arroganza del governo di Baku è ormai sotto gli occhi di tutti, come è ormai palese il disinteresse della Comunità Internazionale che resta indifferente a questi continui e vili attacchi. Il regime di Aliyev sta mandando al massacro giovani vite e ne sta spezzando altre armene.
Si deve vergognare chi esprime vicinanza e sensibilità nei confronti del popolo armeno ma poi non interviene e non condanna l'Azerbaijan per questo comportamento vigliacco e aggressivo. Purtroppo tra questi c'è anche l'Italia, che per non infastidire i dittatori di Baku e Ankara chiudono gli occhi di fronte a queste violazioni di tutti i diritti. Fingono di non accorgersi della dittatura azera, difendono l'indifendibile, coprono le nefandezze del regime azero.
Oggi c'è un'altra famiglia che sta piangendo e piangerà un suo figlio. Da oggi, lo possiamo ribadire per l'ennesima volta, l'Armenia non ha solo il nemico azero ma sono nemici tutti quelli che continuano ad appoggiare l'Azerbaijan e la sua politica guerrafondaia, girandosi dall'altra parte di fronte a questi atti ignobili.
il presidente della commissione parlamentare permanente per gli affari esteri dell'Armenia Eduard Aghajanyan ha chiesto l'immediato ritiro delle forze armate azere dal territorio sovrano della Repubblica d'Armenia.
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