Assadakah Cairo - Si è aperto oggi, nella capitale egiziana, il "Cairo International Peace Summit", voluto dal presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi, con l'obiettivo di discutere del futuro della questione palestinese e del processo di pace, e soprattutto per fermare l'escalation di violenza nella Striscia di Gaza. Grande partecipazione dei leader dei Paesi Arabi e non solo per un totale di 31 rappresentanti di altrettanti governi oltre a tre organizzazioni internazionali ufficialmente invitate, e diverse figure giuridiche a livello mondiale.
Il vertice è iniziato con il discorso del presidente Al Sisi, che ha dichiarato l’intenzione di lavorare insieme per concordare una tabella di marcia per rilanciare il processo di pace: “La soluzione alla questione palestinese non è lo sfollamento, ma piuttosto la giustizia e l’accesso dei palestinesi al diritto all’autodeterminazione, e la liquidazione della questione senza una giusta soluzione non avverrà. In ogni caso non avverrà a spese dell'Egitto, che non ha chiuso il valico di Rafah, nonostante i bombardamenti di Israele".
La parola è poi passata al sovrano del Regno Hashemita di Giordania, re Abdallah II: “La politica intransigente della leadership israeliana è fondata sulla sicurezza piuttosto che sulla pace, e ciò rende impossibile la soluzione dei due Stati. Le conseguenze dell’inazione internazionale riguardo a ciò che sta accadendo a Gaza saranno disastrose per tutti i Paesi arabi. Lavoreremo per fermare questa catastrofe umanitaria che sta spingendo la nostra regione nel baratro. Ciò che sta accadendo a Gaza nel prendere di mira i civili e nel privarli dei bisogni primari è un crimine di guerra”.
Anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas è intervenuto al vertice: “Non partiremo. Resteremo nella nostra terra. Il Consiglio di Sicurezza ONU deve adempiere alla responsabilità di proteggere il popolo palestinese. Il ciclo di violenza si rinnova a cicli, a causa dell’assenza di giustizia e del disprezzo dei diritti dei palestinesi. Mettiamo in guardia contro l’espulsione e lo sfollamento dei palestinesi da Gaza, Gerusalemme e dalla Cisgiordania. Il governo di occupazione israeliano non ha ascoltato le nostre richieste di cessate il fuoco".
Da parte sua, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato nel suo discorso: “È necessario applicare il diritto internazionale ed evitare attacchi contro civili, scuole e ospedali a Gaza. La popolazione della Striscia di Gaza deve fare di più per fornire aiuti umanitari, quindi rinnoviamo l'appello per un cessate il fuoco per raggiungere la pace basata sulla soluzione dei due Stati”.
Anche il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha partecipato al vertice del Cairo e ha dichiarato: “Occorre mobilitare ogni sforzo per mediare questo conflitto e fare il possibile per proteggere i civili. Affermiamo la nostra volontà di sostenere gli sforzi volti a fornire aiuti umanitari ai palestinesi. Chiediamo la salvaguardia dei diritti umani, in particolare dei bambini, e il rispetto del diritto umanitario”.
Il principe ereditario del Kuwait, Meshaal Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, ha dichiarato a sua volta: “La comunità internazionale affronta le violazioni israeliane con doppi standard. La tragedia umanitaria a Gaza è il risultato del fallimento della comunità internazionale nel trovare una giusta soluzione alla questione palestinese. Gli sviluppi a Gaza hanno gravi ripercussioni per la regione e per il mondo intero. Rinnoviamo la nostra condanna degli attacchi commessi dalle autorità di occupazione e chiediamo la protezione dei civili”.
Poche ore prima dell'inizio del vertice, è stato aperto il valico di Rafah e i convogli di aiuti hanno cominciato ad entrare nella Striscia, grazie a un accordo mediato dagli Stati Uniti.
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