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Egitto - Nel 48° Anniversario della scomparsa di Abdel Halim, tra Musica, Cinema e Politica

Aggiornamento: 7 apr

Celebriamo il 48° anniversario della scomparsa di Abdel Halim Hafez
Celebriamo il 48° anniversario della scomparsa di Abdel Halim Hafez

Talal Khrais & Patrizia Boi (Assadakah News) - Oggi 30 Marzo 2025, in occasione del 48° anniversario della scomparsa di Abdel Halim Hafez (1929-1977), vogliamo rendere omaggio a uno dei pilastri della musica egiziana e araba, il cui impatto culturale rimane vivo ancora oggi.


Considerato uno dei quattro grandi della musica egiziana insieme a Umm Kulthum, Muhammad Abd al-Wahhab e Farid al-Atrash, Hafez non fu solo un artista straordinario, ma anche una figura che ha attraversato la storia e la politica dell'Egitto moderno.


Hafez è stato una vera e propria icona culturale che ha influenzato la storia dell’Egitto moderno. La sua carriera musicale, il suo ruolo nel cinema e il suo coinvolgimento politico lo rendono una figura complessa e affascinante, la cui eredità artistica continua ancora a vivere.


Le Origini di un Mito

Abdul Halim Hafez - video completo della canzone Jabbar dal film “Idol of the Masses”

Abdel Halim Ali Shabana nacque nel villaggio egiziano di El-Halawat nel 1929. Rimasto orfano in tenera età, fu cresciuto dagli zii e sviluppò fin da bambino un profondo interesse per la musica. La sua passione lo portò a iscriversi all’Istituto di Musica Arabo del Cairo, dove studiò con alcuni dei più importanti maestri del tempo. Qui perfezionò il suo talento e affinò il suo stile, che si sarebbe distinto per una straordinaria capacità interpretativa e una modernizzazione della tradizione musicale egiziana.


Laureatosi all'Istituto di Musica e Teatro con ottimi voti, Abdel Halim iniziò ad esibirsi in diversi club de Il Cairo. La sua fortuna arrivò quando il 18 giugno 1953, in occasione dell’anniversario della Rivoluzione d'Indipendenza Egiziana del 1952, dovette sostituire il cantante incaricato di cantare alla radio per tale ricorrenza.

Celebriamo il 48° anniversario della scomparsa di Abdel Halim Hafez
Celebriamo il 48° anniversario della scomparsa di Abdel Halim Hafez

Il nome completo di Abdel Halim Hafez è Abdel Halim Ali Shabana. La sua carriera musicale è stata contrassegnata dall'uso del soprannome "Hafez", un cognome che deriva dalla sua passione per la cultura araba e dalla sua visibilità artistica. Il nome "Hafez" è infatti associato a una figura che "ricorda" o "memorizza" (come nel caso di "Hafez al-Quran" che significa "colui che memorizza il Corano"), quindi, lo scelse per rappresentare una connessione più profonda con la tradizione culturale e religiosa araba, poiché lui stesso aveva una grande ammirazione per la memoria storica e la tradizione.


Il suo debutto ufficiale avvenne nel 1951, quando si esibì alla radio nazionale egiziana. Inizialmente il suo stile, più delicato e struggente rispetto alle tendenze dell’epoca, non fu subito accolto con entusiasmo. Tuttavia, in pochi anni, la sua voce penetrante e il suo modo unico di interpretare la musica gli valsero una popolarità straordinaria. Divenne rapidamente uno dei cantanti più richiesti e amati del mondo arabo, al punto da essere soprannominato "l’Usignolo Bruno" (Al-Andalib Al-Asmar) per la sua voce dolce, melodiosa e incredibilmente espressiva, capace di trasmettere emozioni intense e profonde.

La canzone Mawood (Destinato) di Abdel Halim Hafez

Il termine "bruno" si riferisce alla sua carnagione scura, mentre il paragone con l’usignolo evidenzia la qualità e la bellezza del suo canto, caratterizzato da un controllo impeccabile della voce e da un’interpretazione vibrante. Questo soprannome divenne un marchio distintivo della sua carriera, rafforzando la sua immagine di artista sensibile e appassionato, capace di conquistare il cuore del pubblico arabo.


La Rivoluzione Musicale di Abdel Halim


La forza della musica di Abdel Halim Hafez risiedeva nella sua capacità di innovare pur restando profondamente radicato nella tradizione egiziana. Le sue canzoni erano un perfetto equilibrio tra la sensibilità della tarab – il sentimento di estasi musicale tipico della musica araba – e le influenze occidentali che cominciavano a farsi strada nel panorama culturale egiziano.

 La canzone Ahwak (Ti amo) di Abdel Halim Hafez

Collaborò con alcuni dei più grandi compositori del tempo, tra cui Mohamed Abdel Wahab, Baligh Hamdi e Kamal El-Tawil. Le sue interpretazioni spaziavano dalle ballate romantiche alle canzoni patriottiche, senza dimenticare le composizioni che esploravano il dolore e la malinconia con una profondità senza precedenti.

Zay El Hawa (Cosa è l'amore) di Abdel Halim Hafez

Brani come Ahwak (Ti amo), Mawood (Destinato) e Zay El Hawa (Cosa è l'amore) sono ancora oggi considerati tra le migliori espressioni della musica araba, caratterizzati da arrangiamenti raffinati e testi poetici che riuscivano e ancora riescono a toccare il cuore degli ascoltatori. Il suo stile vocale, espressivo e ricco di sfumature, rappresentava una rottura rispetto alle interpretazioni più solenni e rigorose dei decenni precedenti.


Caratteristiche tecniche della sua musica

Cinema Rotana - Canzone: Sono tuo per sempre - Abdel Halim Hafez

Voce e interpretazione: La sua voce, morbida e penetrante, era in grado di esprimere una gamma emotiva che andava dalla passione ardente alla malinconia più profonda.


Struttura musicale: Hafez integrava tradizionalmente la tarab con strutture melodiche più moderne. La sua musica si basava su una rigorosa struttura modale araba, in particolare sul maqam, il sistema di scale tradizionali che caratterizza la musica araba.


Orchestrazioni e arrangiamenti: Pur collaborando con i più grandi arrangiatori del tempo, come Mohamed Abdel Wahhab e Baligh Hamdi, Abdel Halim aveva un'abilità rara di unire le orchestrazioni moderne con il tradizionale ensemble della musica araba, che include strumenti come l'oud, il qanun, il violino e il darbouka.


Temi e testi: Le sue canzoni trattavano temi universali come l’amore, la perdita, la speranza, la patria e la lotta politica. Le liriche erano piene di immagini poetiche, spesso ispirate dalla poesia araba classica e dalla sensibilità romantica. Abdel Halim lavorò spesso con i più celebri poeti dell'epoca, come Muhammad Al-Maghut e Abdul-Rahman Al-Abnudi, i cui versi diventavano il cuore delle sue canzoni.


Un'Icona del Cinema Egiziano

Abdel Halim Hafez nel film Il cuscino vuoto

Parallelamente alla carriera musicale, Abdel Halim Hafez si affermò come una delle più grandi stelle del cinema egiziano, un vero e proprio simbolo della musica e della cultura popolare del suo tempo.


Negli anni ‘50 e ‘60, i suoi film, come “Dalila” (1956), “Ayam wa Layali” (1955) e “Abi Fawq al-Shagara” (1969), sono stati dei veri e propri classici del cinema egiziano, in cui la musica e l’amore costituiscono il nucleo centrale delle storie raccontate. La sua immagine di giovane e affascinante protagonista romantico si univa perfettamente alla sua carriera musicale, rendendo ogni sua apparizione sul grande schermo una fusione tra la sua voce e la sua presenza scenica.

Film L'idolo della folla - Con Abdel Halim Hafez e Shadia

Molti dei suoi film erano melodrammi musicali, dove la musica era il mezzo attraverso cui i personaggi esprimevano le loro emozioni più intime. Questo tipo di cinema, che univa il melodramma e il musical, si inseriva nel contesto di una società che stava vivendo profondi cambiamenti sociali e politici. In molti di questi film, Hafez interpretava ruoli di giovani uomini innamorati, spesso intrappolati in situazioni complesse o dolorose, che facevano leva su emozioni universali come il desiderio, la passione e la perdita.


Il cinema egiziano degli anni '50 e '60 rappresentava una fusione tra tradizione e modernità, un tema che si rifletteva anche nei ruoli di Hafez. Mentre l’Egitto attraversava una fase di modernizzazione sotto il regime di Nasser, il cinema divenne un importante strumento di comunicazione culturale. Hafez, con la sua musica e il suo talento attoriale, riuscì a incarnare in maniera quasi simbolica questa nuova identità nazionale.


Oltre ad essere un attore di talento, Abdel Halim Hafez fu anche uno dei protagonisti di una delle epoche più creative del cinema musicale egiziano. La sua voce, unica e inconfondibile, contribuì a rendere le sue canzoni un elemento centrale della trama di ogni film. L’arte cinematografica si arricchiva con le sue interpretazioni musicali, le sue canzoni diventavano veri e propri inni d'amore che caratterizzavano il contesto narrativo.

Abdel Halim Hafez nel film “Ayam wa Layali”

Nel film “Dalila”, per esempio, Hafez interpreta un uomo innamorato che si trova a fare i conti con la gelosia e la sofferenza, mentre la canzone che canta diventa l'espressione musicale del conflitto interiore del protagonista. In altri film, come “Ayam wa Layali”, il ruolo che ricopriva era quello di un giovane che affrontava le difficoltà della vita con l'aiuto della musica e della passione amorosa. Il mix tra dramma e musica faceva sì che ogni film fosse un’esperienza emotiva completa, dove il pubblico si identificava non solo con la storia, ma anche con la musica che la accompagnava.


L'influenza di Hafez nel cinema egiziano lo ha reso una figura leggendaria non solo nella musica, ma anche nel grande schermo con un impatto sul cinema che si estende anche al modo in cui la musica araba è stata integrata nel linguaggio cinematografico, contribuendo a definire un'epoca e un stile che resteranno nella storia.

Le migliori clip del film A Day of My Life con Abdel Halim Hafez

Il Ruolo Politico e il Legame con Nasser


Al di là della sua carriera artistica, Abdel Halim Hafez ebbe un legame profondo con la politica egiziana, diventando una delle voci più influenti del nasserismo. Il presidente Gamal Abdel Nasser, promotore del panarabismo e dell’indipendenza del mondo arabo, vide in Hafez un potente strumento di propaganda culturale, infatti, Hafez è stato anche una figura fondamentale nella diffusione del pensiero politico egiziano durante gli anni cruciali della rivoluzione nasseriana, rendendolo un simbolo del cambiamento e della lotta per una nuova identità nazionale.


Gli anni Cinquanta in Egitto segnarono il passaggio da un regime monarchico a una repubblica socialista. Abdel Halim Hafez si inserisce perfettamente in una generazione di artisti che voleva un cambiamento radicale per il paese, un riflesso di quella stessa energia che animò la "Rivoluzione dei Liberi ufficiali" del 1952.


Mentre star come Umm Khultum e Mohammed Abdel Wahhab avevano già raggiunto l'apice della fama, Hafez e i suoi coetanei – compositori come Kamal Al-Tawil e Baligh Hamdi – si affacciavano alla scena musicale con una nuova visione, desiderosi di dare un contributo non solo alla musica ma anche al progetto politico e sociale del paese.


La sua musica non fu mai separata dalla politica. Le canzoni che interpretò durante il periodo nasseriano divennero la colonna sonora della vita politica egiziana, come pure del crescente risveglio di un popolo che si sentiva protagonista del proprio destino.


Abdel Halim Hafez era consapevole del potere che la musica aveva nel plasmare la percezione popolare. Il suo impegno per il cambiamento sociale si riflette in molte delle sue canzoni, che divennero inni patriottici durante i momenti cruciali della politica egiziana.

La prima canzone politica di Hafez, Al-ahd al-jadid ("La nuova era")

La sua prima canzone politica, Al-ahd al-jadid ("La nuova era"), cantata nel 1952, segnò l'inizio di un impegno che sarebbe proseguito per tutta la sua carriera. Con questo brano, Hafez si presentava come il "figlio della rivoluzione", un sostenitore appassionato del nuovo corso politico intrapreso da Nasser.


La musica di Hafez seguiva da vicino i discorsi e le politiche del presidente Nasser, in particolare quelli che riguardavano la nazionalizzazione e la lotta contro l'imperialismo. Con il passare degli anni, la sua musica divenne sempre più influente nelle mobilitazioni politiche e nelle celebrazioni ufficiali.

Hafez canta Ehna eshaab ("Noi siamo il popolo")

Ad esempio, nel 1956, Ehna eshaab ("Noi siamo il popolo") accompagnava l'elezione di Nasser come presidente, mentre Allah ya baladna ("Oh nostro paese!") faceva da colonna sonora alla vittoria contro la "vile aggressione tripartita" durante la crisi di Suez.


Non era solo il contenuto delle canzoni a essere politico, ma anche la lingua utilizzata. Mentre inizialmente le sue canzoni erano cantate in arabo standard, come era tradizione per gli inni patriottici, dal 1956 Hafez scelse l'arabo egiziano, la lingua parlata dal popolo. Questo cambiamento linguistico, adottato anche da Nasser nei suoi discorsi, rese la musica di Hafez ancora più radicata nella realtà quotidiana degli egiziani, facendola risuonare nelle case, nelle strade e nelle piazze.

La canzone di Hafez, Hikayet shaab ("La storia di un popolo") del 1960, celebra il progetto grandioso della Diga di Asswan, ma anche la resistenza del popolo egiziano contro le potenze coloniali

La costruzione della Diga di Asswan è uno dei momenti più emblematici del periodo nasseriano, simbolo di indipendenza e di lotta contro l'imperialismo occidentale. La canzone Hikayet shaab ("La storia di un popolo") del 1960 celebra questo progetto grandioso, ma anche la resistenza del popolo egiziano contro le potenze coloniali. La musica e le parole celebrano la capacità dell'Egitto di autodeterminarsi, di costruire il proprio destino con le proprie forze.


Emblematico è il testo della canzone di cui citiamo solo il pezzo più importante:


«Abdel Halim: La terra amata è tornata nelle mani dei suoi legittimi padroni. Abbiamo ritrovato l’onore e le ricchezze sepolte nella sua sabbia. Decidemmo di costruire il suo futuro e far rinascere la sua giovinezza.


Coro: Cosa facciamo ora?


Abdel Halim: Era naturale guardare al Nilo, che tiene le nostre anime nelle sue mani, le sue acque perdute nel mare, i deserti assetati del suo abbraccio. Dicemmo: "Costruiremo un’Alta Diga, un’Alta Diga, un’Alta Diga!».


Tuttavia, la canzone non si limitò a raccontare la realizzazione della diga, ma enfatizzò anche l'idea di un "popolo che ha lottato e vinto", una narrazione che faceva leva sull'orgoglio nazionale e sulla lotta contro le potenze imperialiste. L'aspetto teatrale della performance di Hafez, con la sua interazione con il pubblico, contribuiva a rafforzare questo messaggio, trasformando ogni concerto in una celebrazione della grandezza dell'Egitto.


Le frasi ripetute ("Abbiamo vinto", "Un’Alta Diga") conservano l’effetto corale e ipnotico dell’originale.

Abdel Halim Hafez - canzone “Oh Welcome to Battles” - videoconcerto

Abdel Halim non si limitò a cantare per celebrare le vittorie politiche, ma anche per preparare l'opinione pubblica alla guerra. Nel 1965, con la canzone Ya ahlan bel ma’arek ("Benvenuti alle battaglie"), Hafez usò la sua musica per motivare il popolo alla partecipazione alle battaglie, un brano che evocava un senso di eroismo e di speranza per il futuro. La sua musica diventava quindi uno strumento di mobilitazione, rafforzando l'idea che la guerra fosse parte di un cammino verso la liberazione e il trionfo.

La canzone Nasser ya horriya ("Nasser oh libertà") di Hafez

Nel cinema, Abdel Halim Hafez ha interpretato ruoli che riflettevano il suo impegno politico. Nei suoi film, come Lahn el-wafa ("Melodia della fedeltà") e Ayyamna el-helwa ("I nostri giorni più belli"), Hafez incarnava il protagonista romantico, ma i suoi film erano anche veicoli di messaggi politici, in particolare nelle scene che trattavano la vita del popolo egiziano sotto la monarchia e la nascente repubblica. Come nel caso della sua musica, anche il cinema di Hafez si legava strettamente alle trasformazioni politiche in atto nel paese.


L'eredità di Abdel Halim Hafez, dunque, è anche legata al suo ruolo politico. Nonostante il cambiamento dei tempi e il mutare della politica egiziana con l'ascesa di Anwar Sadat e l'inizio della sua distensione con l'Occidente, Hafez rimase un simbolo della resistenza e dell'orgoglio nazionale.


Abdel Halim Hafez è stato un protagonista fondamentale nella costruzione di un'identità nazionale egiziana che si rifletteva nelle sue canzoni, nei suoi film e nel suo impegno per la rivoluzione sociale e politica del paese. Il suo legame con Nasser e la sua musica resteranno simboli di un'epoca di speranza, lotta e cambiamento per l'Egitto.


Le sue canzoni patriottiche, come Watani Al-Akbar e Hikayat Shaab, divennero inni simbolo della nuova identità nazionale egiziana e della lotta contro il colonialismo, fu un vero e proprio attivista culturale. Con il declino del nasserismo e la morte di Nasser nel 1970, Abdel Halim si trovò in un contesto politico cambiato, ma la sua musica rimase un simbolo dell’epoca d’oro dell’Egitto indipendente.


Brani poetici e traduzioni

"La Storia di un Popolo (La Grande Diga)" - (Live a Port Said - Abdel Halim Hafez)

Ecco alcuni esempi di canzoni poetiche di Abdel Halim Hafez, con traduzione dei passaggi più significativi:


"Zay el Hawa" (Com'è l'amore)


Questa è una delle sue canzoni più famose. Il testo, scritto da Mohammed El-Mogui e composto da Baligh Hamdi, esprime un amore struggente, una passione che cresce oltre la comprensione razionale:

«Zay el hawa, kunti wahdi, farahbi, \Il venticello, come te, mi ha portato, \Tu non sapevi, ma io sapevo già, \Tu sei l'amore che non può essere dimenticato».

La canzone esprime una sorta di nostalgia e un amore che non smette mai di tornare, come il vento che soffia dolcemente ma incessantemente.


"Ahwak" (Ti amo)


Un’altra delle sue più celebri ballate romantiche, scritta da Mohamed Abdel Wahab, "Ahwak", è un inno all'amore eterno:

«Ahwak, e sempre ti amerò, \Ogni battito del mio cuore è per te, \Ogni respiro, ogni parola, è amore per te».

In questa canzone, Hafez canta l’amore eterno e senza confini, mettendo in risalto la sacralità di un sentimento che dura in ogni momento della vita.


"Mawood" (Destinato)

Il cantante egiziano Abdel Halim Hafez
Il cantante egiziano Abdel Halim Hafez

Una canzone che parla di destino e di amore predestinato. Questo brano riflette la sensibilità profonda di Abdel Halim nel trattare tematiche di separazione e speranza, attraverso una melodica struggente e un testo che esplora il concetto di un amore che non può essere negato:

«Mawood, il nostro destino è scritto, \Anche se siamo lontani, \Il nostro incontro è predestinato, \Ti cercherò finché non ti troverò».

Qui il concetto di "destino" è legato a una visione romantica dell'amore eterno e predeterminato, qualcosa che è oltre il controllo umano.


Il Declino e l'Eredità

Il funerale di Abdel Halim Hafez, una specie di leggenda, completo anche della sua rara sepoltura ad Al-Basateen

Affetto per tutta la vita da una grave forma di bilharziosi (In Egitto, la bilharziosi era chiamata "la malattia del Nilo" e colpiva soprattutto agricoltori e pescatori), Abdel Halim Hafez combatté una lunga battaglia contro la malattia, che ne minò progressivamente la salute.


Nel 1977, all’età di soli 47 anni, morì a Londra, lasciando un vuoto incolmabile nella musica araba. Il suo funerale fu un evento epocale: milioni di persone scesero in strada per dargli l’ultimo saluto, dimostrando quanto profondo fosse il legame tra Abdel Halim e il popolo egiziano.


Egli ha dedicato tutta la sua vita alla musica, non si mai sposato – almeno ufficialmente se si da credito ad indiscrezioni su una suo matrimonio segreto con l'attrice Suad Hosni che dopo la fine della relazione si suicidò il giorno del compleanno di Abdel Halim.


Nel 1961, assieme a Muhammad Abd al-Wahhab e Magdi el-Amrussi, Abdel Halim fondò la “Egyptian recording company Soutelphan”, che continua ad operare anche oggi sotto il nome di “EMI Arabia”.


Fortuna critica

Abdel Halim Hafez
Abdel Halim Hafez

Il libro di Kamal Ramzi, Abdel Halim Hafez: dagli anni dello splendore agli anni del declino, pubblicato sulla rivista Adab wa Naqd, offre una visione critica e riflessiva sul percorso artistico e sulla vita di Abdel Halim Hafez, uno dei più grandi protagonisti della musica araba. Ramzi analizza il rapporto dell'artista con il pubblico e l'evoluzione della sua carriera, con un focus particolare sul suo declino, segnato tanto dalla malattia quanto dai cambiamenti politici e sociali in Egitto.


L’autore sottolinea, infatti, come negli ultimi anni della carriera di Halim, la sua salute fragile e il mutato scenario sociale, riflesso nelle trasformazioni politiche sotto il Governo di Sadat, abbiano profondamente influenzato la sua espressione artistica. La malattia, purtroppo, non era l'unico segno di disgregazione. Ramzi evidenziò come, nonostante la gloria accumulata, «qualcosa dentro di lui era cambiato», e il pubblico, che una volta l'aveva adorato, non era più lo stesso.


«Non era più il pubblico di cui Abdel Halim si circondava negli anni '50 e '60, ma un pubblico nuovo, quello degli anni '70: gente con denaro ma senza gusto, che avrebbe poi favorito l'ascesa di cantanti completamente diversi da Halim».


Questo cambiamento di pubblico, spesso descritto come un sintomo di alienazione, non solo evidenziava la frattura tra l'artista e la società, ma segnava anche la fine di un’epoca.

Il cantante egiziano Abdel Halim Hafez


Ramzi, pur non trascurando il dolore fisico che Halim portava sul palco, va oltre, descrivendo anche i suoi momenti di disperazione emotiva.


«C'era qualcos'altro che faceva sì che Abdel Halim, improvvisamente, nel bel mezzo della gioia che ancora sapeva diffondere, sprofondasse per secondi nella malinconia».


Questa angoscia interiore era il risultato di una disconnessione tra la persona che un tempo rappresentava il popolo e quella che, nel nuovo contesto socio-politico, non riusciva più a trovare il suo posto.


Le riflessioni di Ramzi riscoprono anche la figura di Halim come simbolo di una rivoluzione che, purtroppo, sembra svanire con l'arrivo della nuova era politica.


«Tutto ciò che Halim aveva cantato divenne, con Sadat, un errore».


Le canzoni patriottiche di Halim, che avevano accompagnato il popolo egiziano nelle sue battaglie e nei suoi sogni di progresso, ora suonavano stonate, non più in sintonia con i valori del nuovo governo.


L'autore celebra anche l'intelligenza artistica di Halim, che lo portò a scegliere le canzoni e gli autori che più rispecchiavano l'anima della sua gente.


«La chiave del suo trionfo risiede in molti fattori che, combinandosi, lo portarono in cima. Prima di tutto, la perfetta sintonia tra ciò che offriva e i gusti del pubblico ...».


Tuttavia, non si può ignorare il fatto che, mentre la società egiziana si evolveva, la voce di Halim, che una volta cantava per la collettività, si sentiva ormai fuori posto.


La sua opera artistica, che spaziava dai temi patriottici alle canzoni d'amore, rimane intrinsecamente legata alla memoria del pubblico egiziano degli anni '50 e '60.


Come scrive Ramzi, «Halim cantò per i lavoratori, gli artigiani, i contadini, gli impiegati e i soldati».


Il critico, quindi, propone una riflessione amara sull'erosione dei valori che avevano forgiato il suo successo, ma anche sull'incapacità di Halim di adattarsi a un nuovo pubblico e a una società che sembrava dimenticare la sua musica e le sue speranze.


Il libro di Kamal Ramzi non manca di riconoscere la grandezza artistica di Halim, concentrando la sua analisi non solo sul decadimento, ma anche sull'importanza che il cantante ha avuto nella storia culturale dell'Egitto, così come nel cuore del suo popolo, che lo ricorda ancora oggi come un simbolo della sua epoca d'oro.


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