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Egitto - Mortada Mansour minaccia il Presidente Trump

Immagine del redattore: Chiara CavalieriChiara Cavalieri

Chiara Cavalieri ( Assadakah News) - Il noto avvocato egiziano ed ex presidente del club Zamalek,Mortada Mansour,ha lanciato un duro avvertimento al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, minacciando di citarlo in giudizio davanti alla Corte penale internazionale (CPI) se non ritratterà le sue recenti dichiarazioni riguardanti lo sfollamento forzato dei palestinesi da Gaza.


In un post pubblicato giovedì sera sulla sua pagina Facebook, Mansour ha accusato Trump di incitamento a un crimine di guerra, riferendosi alle sue affermazioni sui media americani in cui avrebbe esortato il re di Giordania e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ad accettare una proposta di trasferimento forzato del popolo palestinese verso i loro territori.

Presidente Trump
Presidente Trump

Mansour ha dichiarato di aver concesso a Trump un termine di una settimana per ritrattare le sue parole, prima di presentare due memorandum alle Corti internazionali: uno alla Corte penale internazionale e l’altro alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Se l'istigazione a commettere un crimine internazionale, che è lo sfollamento forzato di un popolo la cui terra è stata occupata dai sionisti dal 1948 ad oggi, non verrà revocata, il consigliere presenterà un memorandum alla CPI contro il criminale presidente americano Trumpha affermato Mansour.


L’avvocato ha sottolineato che le dichiarazioni di Trump violano la Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta il trasferimento forzato, individuale o collettivo, delle persone protette dai territori occupati. Inoltre, ha ricordato che lo Statuto di Roma della CPI considera lo sfollamento forzato un crimine di guerra, punibile con procedimenti penali.

Avvocato Mortada Mansour
Avvocato Mortada Mansour

Mansour ha anche fatto riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, che riconosce il diritto dei popoli all’autodeterminazione, e alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che garantisce a ogni individuo il diritto di risiedere entro i confini del proprio Paese. “Trump, con questa proposta, ha commesso un crimine di guerra”, ha dichiarato, aggiungendo che la comunità internazionale non può rimanere in silenzio di fronte a tali violazioni.


Le dichiarazioni di Trump hanno suscitato polemiche diffuse, incontrando il fermo rifiuto sia dell’Egitto che della Giordania. Il governo giordano, in una conferenza stampa tenutasi ieri, ha ribadito il proprio impegno a non partecipare a qualsiasi forma di ingiustizia contro il popolo palestinese, sottolineando l’importanza di una soluzione basata sul principio dei due Stati.

Re Abdullah II di Giordania e il Presidente egiziano El Sisi
Re Abdullah II di Giordania e il Presidente egiziano El Sisi

L’Egitto, da parte sua, ha confermato il proprio sostegno alla causa palestinese, respingendo categoricamente qualsiasi proposta che preveda lo sfollamento forzato dei palestinesi. “Lo sfollamento dei palestinesi è un’ingiustizia alla quale non parteciperemo”, ha dichiarato un portavoce del governo egiziano, ribadendo l’impegno del Paese verso una soluzione pacifica e giusta del conflitto.


La minaccia di Mansour rappresenta un’ulteriore escalation nelle tensioni internazionali legate alla questione palestinese, mettendo sotto i riflettori il ruolo degli Stati Uniti e le conseguenze delle dichiarazioni di Trump sulla scena globale. Resta da vedere se il presidente americano deciderà di ritrattare le sue parole o se si troverà ad affrontare un procedimento legale senza precedenti davanti alle Corti internazionali.

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