Roberto Roggero* - E’ un fatto che chiunque ormai è in grado di capire, considerando la situazione non solo in Medio Oriente, ma anche in Ucraina, in Sudan, e in tutti i Paesi che sono funestati da guerre e violenze. Chiunque, salvo chi davvero potrebbe essere in grado di dire “E’ il momento di far tacere le armi!”.
La situazione è esasperata, si continua a parlare di buone intenzioni per evitare escalation fuori controllo, ma fino ad ora sono state solo dichiarazioni di condanna, di sdegno e frasi caratterizzate solo da retorica banale e soprattutto inutile. Viviamo tempi dominati soprattutto dal paradosso e dal rifiuto di volere assimilare le innumerevoli lezioni della storia e, se di retorica bisogna nutrirsi, basti dire che “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”, perché non si può non ammettere che quando esplode un conflitto, i responsabili non corrono rischio alcuno, e a farne le spese è la gente della strada, donne e soprattutto bambini.
Di fronte a tale evidenza, appare chiaro che non è la prostituzione il mestiere più antico del mondo, ma la guerra e la atroce galassia di meccanismi contorti che ne caratterizzano tutti i numerosi aspetti, anche di fronte al fatto che una guerra non ha mai risolto le questioni che l’hanno causata, e per tale motivo se ne combatte una successiva, e un’altra, e un’altra ancora. Così si perde di vista il benessere delle popolazioni e il progresso sociale e civile.
La fine di una guerra lascia morti, feriti, distruzione, odio, rancore e desiderio di rivalsa che fatalmente alimenta nuovi fuochi, e l'ho sperimentato sulla pelle, in oltre 30 anni di corrispondenza di guerra, da Sarajvo, all'Afghanistan, Iraq, Kuwait, Libano, Siria, Yemen, e altro ancora.
E’ pazzesco pensare di continuare una guerra come sta accadendo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, e in qualsiasi altro luogo dove parlano le armi e non il buon senso. Chi dovrebbe davvero capire, non vuole farlo o, peggio ancora, non è in grado. Intestardirsi a volere ottenere la cosiddetta “vittoria finale” è insano, contorto, semplicemente demenziale. La guerra è sempre sbagliata, oggi ancora di più per le conseguenze che certe scelte comportano, perché è sempre questione di scelte.
Al Parlamento italiano non c’è stata una riflessione politica sulla necessità di pace, ma solo asservimento a padroni senza cervello e discussioni sull’invio di armi, senza comprendere che in casi del genere, l’obbedienza non è una virtù, ma subdola tentazione e inutile illusione. Al Parlamento europeo è stato respinto, a grande maggioranza, un emendamento che invitava a mettere in campo sforzi diplomatici per mettere fine alle guerre in atto.
Non si tratta di darla vinta al prepotente di turno, ma di mettere in pratica un principio fondamentale: chi ha più giudizio lo usi, sapendo che questo costringerebbe le parti a fare un passo indietro, per poi farne innumerevoli in avanti, fino alla vera, autentica vittoria finale che dovrebbe essere la Pace.
Le vittime sono già troppe per non voler capire che avanti così sarà sempre peggio, e per non capire che la Pace, scritta con la lettera maiuscola, è l’unica vittoria di cui abbiamo bisogno.
(* Direttore responsabile Assadakah News)
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