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Editoriale - Fin troppo facile contro i bambini

Roberto Roggero* - Come si usa dire, è facile prendersela con animali, anziani e bambini. Purtroppo sono episodi di quotidiana brutalità in territori dove da troppo tempo non si vive la pace, come a Hebron, in Cisgiordania, e in tutte le zone preda di situazioni di crisi, emergenza, guerra.

A Hebron, nei pressi della Tomba dei Patriarchi, si trova il checkpoint Abed, uno dei tanti delle truppe di occupazione israeliane. Qui Wadi Maswadeh, di 5 anni, è stato casualmente ripreso in un video mentre viene maltrattato, terrorizzato e in lacrime, e caricato su una jeep da sette soldati israeliani.

Il piccolo Wadi è stato trattenuto per oltre un’ora, poi condotto a casa e trattenuto per un’altra mezz’ora insieme al padre, bendato e ammanettato, davanti al figlio. Entrambi sono stati poi stati consegnati alla polizia palestinese, che li ha interrogati e rilasciati.

L’episodio risale al 2013, ma è tornato all’attenzione internazionale perché mostra una realtà sempre presente, come sottolinea anche il recente report di Save the Children sulle condizioni dei bambini palestinesi detenuti dai militari israeliani.

Fame e abusi, violenza sessuale, condizioni terribili, inasprite dopo il 7 ottobre scorso, e con un incontrollato aumento di malattie infettive.

detenuti. Le bambine e i bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno riferito di abusi fisici. Durante gli arresti, i genitori non hanno avuto informazioni su dove si trovassero e una volta rilasciati, sui corpi sono stati evidenziati segni di violenze e maltrattamenti, contusioni, e conseguenze da shock traumatico. Alcuni bambini hanno riferito di essere stati sessualmente molestate e picchiati violentemente.

Con l’ulteriore limitazione dell’accesso ai legali e familiari palestinesi nelle carceri gestite da Israele, le testimonianze di bambini e adulti rilasciati dalla prigionia sono le uniche fonti disponibili sulle condizioni affrontate durante la detenzione. Ci sono resoconti di due diciassettenni dai Territori Occupati della Cisgiordania, detenuti in due diverse prigioni e rilasciati alla fine del 2023, che hanno raccontato le condizioni di detenzione. Ferite alla testa causate da percosse, bambini di 12 e 13 anni, che continuavano a piangere, malattie a causa della totale mancanza di igiene.

La Commissione Palestinese per gli Affari dei Detenuti e degli Ex Detenuti (Palestinian Commission for Detainees and Ex-Detainees Affairs), un’Organizzazione governativa di prigionieri istituita nel 1998, ha riferito che più di 650 bambini della Cisgiordania e un numero imprecisato di bambini di Gaza sono stati detenuti da ottobre: di questi, circa 250 sarebbero ancora in carcere.

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha dichiarato illegale la presenza dello Stato di Israele nei Territori Palestinesi, mettendo direttamente in discussione lo status delle politiche e delle pratiche israeliane sulla detenzione militare. Il parere della Corte non fa altro che rafforzare la necessità di porre immediatamente fine alla detenzione arbitraria e ai maltrattamenti sui bambini palestinesi nelle carceri israeliane, dramma che da decenni è contro la protezione dell’infanzia.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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