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Editoriale – Europa-Africa, rapporto in continua evoluzione

Roberto Roggero*- Europa e Africa, due continenti legati da rapporti storici e culturali che risalgono alla preistoria, non sempre distesi soprattutto nel periodo del colonialismo. E dire che sono state le popolazioni africane a colonizzare per primi l’Europa, poi la situazione si è ribaltata, ed è ancora oggi nuovamente in subbuglio per il fenomeno dell’immigrazione clandestina, purtroppo causata da motivi per noti, come povertà, problemi di approvvigionamento, questioni economiche e guerre per procura.

Rapporti comunque sempre molto frequenti e serrati, che sa sempre hanno avuto come centro nevralgico il Maare Mediterraneo.

Per decenni l’Europa ha sfruttato le risorse naturali dell’Africa, influenzandone i sistemi politici, con un profondo impatto sulla struttura socio-politica di molti Paesi. Oggi assistiamo a un nuovo cambiamento, estremamente importante, che ha come fulcro il progressivo declino dell’influenza europea in Africa. Anche in questo caso esistono motivi ben precisi, anzitutto il cambiamento sostanziale delle dinamiche di potere a livello globale, unito a un sempre maggiore anticolonialismo in tutte le sue forme, oggi prevalentemente economiche. In più, lo sviluppo di partnership alternative a quelle con i Paesi europei, in primi Cina e Russia, all’emergere di una leadership locale più che mai intenzionata a promuovere l’indipendenza economica del continente.

Anche se l’informazione internazionale attribuisce il declino dell’influenza europea prevalentemente alla massiccia presenza russa e, bisogna tenere ben presente soprattutto la formazione della nuova classe dirigente africana, sempre più lontano dall’eredità culturale delle colonie. Gli esempi non mancano, e a confermare tutto ciò, gli avvenimenti politici e culturali in Mali, Burkina Faso, Guinea e Chad, dove la presenza europea è stata messa in forte discussione, se non apertamente rifiutata e cacciata fuori dai confini nazionali. Nemmeno la necessità di avere alleanze europee per contrastare il terrorismo jihadista ha più presa sui governi africani, specialmente perché una qualunque presenza militare europea è vista come un possibile focolaio di un nuovo tentativo coloniale.

Negli ultimi decenni, nuovi protagonisti sono apparsi sulla scena politica e culturale africana. Oltre a Cina e Russia, anche l’India sta avanzando prepotentemente come importante partner economico. Nel 2022 l’Asia è stata la destinazione del 32% dell’export africano mentre in Europa è arrivato solo il 23,5%, e lo stesso discorso vale per l’import, con il 32% proveniente dall’Asia e il 23% dall’Europa. Dal punto di vista economico un fenomeno che non ha precedenti nella storia, se si pensa che ancora trent’anni fa il 50% circa del commercio africani avveniva esclusivamente con Europa.

Oggi non è certo una novità che la più redditizia forma di colonialismo sia il commercio, e la Cina è maestra in materia, ma non ha dimenticato il modello europeo, e infatti le condizioni negoziali si traducono in opzioni senza la tipica imposizione degli aiuti europei. Altri governi, come quello russo e turco, stanno cercando di implementare il proprio inserimento nel continente africano, concentrandosi su assistenza a sviluppo e sicurezza.

Gran parte è da attribuire alla ratifica del Trattato di Libero Commercio Continentale Africano (AfCFTA), che mira a creare un mercato unico per l’intero continente.

L’Europa è stata colta in buona parte di sorpresa, e sta faticando a recuperare terreno, a cominciare dal Piano Mattei. Per molti Paesi europei, le pratiche tradizionali di aiuto e commercio sono così radicate da rendere difficile la transizione verso un modello più paritario di partnership.

L’Unione Europea ha cercato di ridefinire il suo rapporto con l’Africa attraverso iniziative come il Partenariato UE-Africa, evidenziando la necessità di cooperazione in materia di migrazione, sicurezza e sviluppo sostenibile, ma tali iniziative sembra non abbiamo la necessaria forza di persuasione, e talvolta sono visto come pratiche neocoloniali poco diverse dalla storia passata. Un segno inequivocabile che il rapporto Africa-Europa si stia evolvendo, tuttavia è logico pensare che i Paesi europei rimarranno partner sia economici sia diplomatici, ma sarà gioco forza cambiare la natura del rapporto, da uno di tipo paternalistico, a uno di autentica partnership. La concorrenza è oltremodo spietata, ma l’ultima parola dovrà comunque essere una prerogativa dei padroni di casa.

(*Direttore responsabile Assadakah News)

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