Assadakah News - Restano medicine per dieci giorni nell'unico ospedale funzionante a El Fasher, il capoluogo del Darfur settentrionale, nuovo epicentro del conflitto civile in Sudan: a riferirlo Stéphane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, a colloquio con i giornalisti a New York. "E' urgente garantire alla struttura nuove scorte" ha detto il responsabile, citato dal servizio stampa dell'Onu. L'ospedale, nel quadrante sud della città, è l'unico funzionante nella regione del Darfur settentrionale. Di recente, l'organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF) ha denunciato il bombardamento di un'altra struttura a El Fasher, il centro pediatrico Babiker Nahar. Il raid è avvenuto l'11 maggio e ha causato il crollo del tetto dell'unità di terapia intensiva dell'ospedale: morti due bambini che erano in cura e almeno un loro accompagnatore.
Secondo Dujarric, dall'intensificarsi degli scontri armati nell'area di El Fasher il 10 maggio le persone costrette a fuggire sono state migliaia. Sarebbero invece centinaia quelle uccise.
A contrapporsi, nel Darfur, nell'area della capitale Khartoum e in altre zone del Paese, sono reparti dell'esercito che fanno capo al generale Abdelfattah Al-Burhan e paramilitari delle Forze di supporto rapido, guidate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti.
Sul sito dell'Onu si legge che "il conflitto ha creato una crisi umanitaria, con 18 milioni di persone che nel Paese rischiano la fame e altre cinque milioni pure sull'orlo della carestia" Rispetto all'impegno dalle Nazioni Unite, Dujarric ha detto che nell'ultimo mese più di dieci tir con a bordo aiuti per circa 120mila persone hanno cercato di raggiungere El Fasher ma che sono stati ostacolati dalla "situazione della sicurezza".
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