Maddalena Celano - (Assadakah News)
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Che Guevara e la Palestina: Un Eroe Rivoluzionario e la Lotta per la Libertà
Ernesto "Che" Guevara è una delle figure rivoluzionarie più iconiche del XX secolo. La sua lotta contro l'imperialismo e il capitalismo lo ha reso un simbolo della resistenza globale, incluso per il popolo palestinese, che da decenni combatte per la propria autodeterminazione.
Il Sostegno di Che Guevara alla Causa Palestinese
Negli anni '60, Guevara espresse il suo sostegno alla lotta di liberazione palestinese contro l'occupazione israeliana. Durante i suoi viaggi in Medio Oriente, Guevara incontrò diversi leader arabi e palestinesi, riconoscendo la loro lotta come parte di una più ampia battaglia contro il colonialismo e l'oppressione. Nel 1959 e nel 1965, visitò paesi come l'Egitto, la Siria e l'Algeria, manifestando solidarietà con i movimenti rivoluzionari della regione.
Un Modello per la Resistenza
Il pensiero e l'azione di Guevara hanno ispirato numerosi movimenti di resistenza nel mondo, compresi quelli palestinesi. Il concetto di "guerriglia rivoluzionaria" promosso dal Che ha trovato eco nei gruppi che si oppongono all'occupazione e lottano per la libertà del popolo palestinese.
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A destra María del Carmen Ariet García, Coordinatrice scientifica del Centro Studi "CHE GUEVARA", a sinistra Mirta Granda Averhoff, Ambasciatrice della Repubblica di Cuba in Italia, San Marino e Malta.
Il Che, simbolo eterno della rivoluzione
Nella suggestiva cornice dell'Ambasciata dell'Avana a Roma, in presenza di Sua Eccellenza Mirta Granda Averhoff, Ambasciatrice della Repubblica di Cuba in Italia, San Marino e Malta e Damian Delgado, Consigliere Politico dell'Ambasciata della Repubblica di Cuba, si è tenuto un incontro speciale che ha acceso il dibattito su una delle figure più iconiche della storia del Novecento: Ernesto "Che" Guevara. Tra i relatori, la professoressa María del Carmen Ariet García, Coordinatrice scientifica del Centro Studi "CHE GUEVARA", che ha sottolineato con passione il ruolo fondamentale del Che come ispirazione per le nuove generazioni. "Non si tratta di imitarlo ciecamente, ma di cogliere la profondità del suo pensiero e la sua dedizione alla causa rivoluzionaria", ha spiegato, ribadendo l'importanza di studiarne la vita con serietà e senza cadere nella superficialità con cui spesso viene descritto in Occidente.
María del Carmen Ariet García è una figura di spicco nella ricerca e nella preservazione della memoria di Ernesto Che Guevara. Come coordinatrice del Centro di Studi Che Guevara, ha lavorato instancabilmente per promuovere la conoscenza e la comprensione della vita e dell'opera del leggendario guerrillero argentino. La sua carriera come ricercatrice e storica si è concentrata sulla figura di Che Guevara, analizzando il suo ruolo nella storia latinoamericana e il suo impatto sulla lotta per la giustizia sociale e la liberazione. Il suo lavoro include la pubblicazione di libri e articoli su Che Guevara, nonché la partecipazione a conferenze e dibattiti internazionali. Il Centro di Studi Che Guevara, che María del Carmen Ariet García coordina, è un'istituzione dedicata alla ricerca e alla divulgazione della vita e dell'opera di Che Guevara. Il centro raccoglie documenti, libri e materiali relativi alla vita del guerrillero argentino, offrendo una risorsa unica per gli studiosi e gli appassionati. María del Carmen Ariet García ha anche curato diverse pubblicazioni su Che Guevara, tra cui "Che Guevara: Global Justice: Liberation and Socialism" e "The Awakening of Latin America". Questi lavori offrono una prospettiva approfondita sulla vita e l'opera di Che Guevara, evidenziando il suo ruolo come simbolo della lotta per la giustizia sociale e la liberazione in America Latina. Inoltre, María del Carmen Ariet García ha partecipato a diverse interviste e dibattiti televisivi, condividendole sue conoscenze su Che Guevara con un pubblico più ampio.
María del Carmen Ariet García: Custode della Memoria di Che Guevara
María del Carmen Ariet García, storica e ricercatrice di grande prestigio, ha dedicato la sua carriera allo studio della vita e del pensiero del leggendario guerrigliero argentino, contribuendo in modo significativo alla diffusione della sua eredità politica e ideologica. Come coordinatrice del Centro di Studi Che Guevara, María del Carmen Ariet García ha svolto un ruolo chiave nella raccolta, organizzazione e analisi di documenti storici fondamentali per comprendere l'opera e il pensiero di Guevara. Il suo impegno si è tradotto in un'importante produzione scientifica, che include libri, articoli accademici e partecipazioni a conferenze internazionali. Tra le sue opere più note si annoverano "Che Guevara: Global Justice: Liberation and Socialism" e "The Awakening of Latin America", che offrono una prospettiva dettagliata e rigorosa sulla figura di Guevara e sul contesto storico in cui ha operato. Accanto a lei, il professor Luciano Vasapollo, decano di economia alla Sapienza di Roma, ha rafforzato il concetto, rivolgendosi in particolare agli studenti presenti in sala, molti dei quali militanti di OSA e Cambiare Rotta. "I ragazzi hanno il diritto di conoscere il Che in modo autentico, lontano dalle distorsioni mediatiche", ha affermato, citando il volume "Che Guevara Economista", da lui curato, che mette in evidenza l’originalità del pensiero economico del rivoluzionario argentino. L’incontro, presieduto dall’Ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda Averhoff, è stato arricchito dall’esposizione di documenti unici conservati dal Centro Studi "CHE GUEVARA". Tra questi, il libretto universitario del giovane Ernesto, con votazioni che testimoniavano la sua dedizione agli studi di medicina, fino alla laurea conseguita nel 1953 all’Università di Buenos Aires. Ma la sua formazione andava ben oltre: Guevara nutriva un profondo interesse per la filosofia e per il pensiero politico, studiando autori come Machiavelli e Marx. La sua incessante ricerca della verità sull’America Latina lo spinse ad attraversare il continente con Alberto Granado, viaggio poi reso celebre dal film "I diari della motocicletta". María del Carmen Ariet García, riconosciuta tra i massimi esperti del Che, ha condiviso aneddoti e dettagli inediti sulla sua figura, tra cui la profonda amicizia con Fidel Castro. Le lettere conservate nell’archivio del Centro Studi testimoniano un reciproco rispetto tra i due leader, smentendo le voci che parlano di un tradimento da parte di Castro. "Quando Ernesto lo incontrò in Messico, lo descrisse come un giovane audace e brillante", ha raccontato García, ripercorrendo il loro legame che avrebbe portato alla storica vittoria della Rivoluzione cubana nel 1959. Il dibattito ha ripercorso le tappe salienti della vita del Che: dal ruolo cruciale nella lotta armata contro la dittatura di Fulgencio Batista, alle missioni internazionali che lo portarono a rappresentare Cuba a Bandung nel 1955, contribuendo alla nascita del movimento dei paesi non allineati. Il suo spirito rivoluzionario non si fermò a Cuba: il Che proseguì la sua lotta in Congo e Bolivia, dove trovò la morte nel 1967 per mano dei suoi nemici, con il coinvolgimento della CIA. Mentre si avvicinano i centenari della nascita di Fidel Castro e dello stesso Che Guevara, previsti rispettivamente per il 2026 e il 2028, si moltiplicano gli eventi in loro onore. La loro eredità continua a ispirare, testimoniando che la rivoluzione non è solo un capitolo di storia, ma un ideale ancora vivo nelle lotte di oggi. Presenti alla commemorazione anche la capo missione del Venezuela in Italia e l’ambasciatrice della Bolivia in Vaticano, a dimostrazione dell’attualità del messaggio rivoluzionario del Che.
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María del Carmen Ariet García, Coordinatrice scientifica del Centro Studi "CHE GUEVARA".
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Da sinistra S. E. Monica Robelo Raffone, Ambasciatrice della Repubblica del Nicaragua in Italia; S. E. Sonia Brito Sandoval, ex Ambasciatrice dello Stato Plurinazionale di Bolivia in Italia; S. E. Mirta Granda Averhoff, Ambasciatrice della Repubblica di Cuba in Italia, San Marino e Malta; S. E. René Juan Mujica Cantelar, Ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, S. E. Teresa Subieta Serrano, Ambasciatrice dello Stato Plurinazionale di Bolivia presso l' Italia e S. E. Maria Elena Uzzo, Ambascistrice della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia.
Il Centro di Studi Che Guevara
Il Centro di Studi Che Guevara, di cui Ariet García è una delle figure principali, rappresenta un punto di riferimento per studiosi, ricercatori e appassionati di storia latinoamericana. L'istituzione si occupa della raccolta e della preservazione di documenti, libri e materiali legati alla vita e al pensiero di Guevara, offrendo un archivio inestimabile per chi desidera approfondire il suo impatto sulla storia contemporanea. Inoltre, il centro organizza eventi, seminari e dibattiti, contribuendo alla diffusione della conoscenza su Guevara a livello globale. Oltre al lavoro accademico, María del Carmen Ariet García partecipa attivamente a dibattiti, interviste e programmi televisivi, condividendo la sua conoscenza con un pubblico più ampio. La sua passione per la storia e la sua dedizione alla preservazione della memoria di Che Guevara sono evidenti in ogni suo intervento pubblico. Grazie al suo impegno, la figura di Guevara continua a essere studiata e discussa, mantenendo viva la sua eredità rivoluzionaria. María del Carmen Ariet García si distingue come una delle principali studiose di Ernesto Che Guevara, con un lavoro instancabile volto a garantire che il suo pensiero e la sua azione siano compresi e contestualizzati nella storia latinoamericana. Attraverso la sua attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione, ha dato un contributo fondamentale alla memoria storica, ispirando nuove generazioni di studiosi e attivisti a esplorare il lascito di uno dei più iconici rivoluzionari del XX secolo.
María del Carmen Ariet García: Il Pensiero di Che Guevara e la Costruzione del Socialismo
Il discorso tenuto da María del Carmen Ariet García mette in luce l'importanza del pensiero di Ernesto "Che" Guevara nella costruzione del socialismo a Cuba e nel mondo. Ariet García, coordinatrice scientifica del Centro Studi Che Guevara, sottolinea come il pensiero del Che vada ben oltre la lotta guerrigliera, abbracciando un profondo impegno nella teoria economica, politica e filosofica per un modello socialista autentico e umanista.
L'Uomo Nuovo e la Trasformazione Sociale
Uno dei punti centrali del discorso riguarda la concezione dell'"uomo nuovo" proposta da Guevara. Secondo Ariet García, per il Che la costruzione del socialismo non poteva limitarsi a un semplice cambio nei mezzi di produzione, ma doveva anche generare una trasformazione etica e morale nell’individuo. L'uomo nuovo non è solo un lavoratore dedito alla produzione, ma un cittadino consapevole, guidato dalla solidarietà e dal senso di giustizia.
Critica al Socialismo Sovietico
Ariet García ha ricordato come Guevara fosse critico nei confronti del modello sovietico, che considerava troppo burocratico e distante dai bisogni reali del popolo. Il Che sosteneva un socialismo fondato sulla partecipazione diretta, sull'educazione e sulla creazione di un sistema economico alternativo, che superasse le logiche capitalistiche del profitto e dell’interesse individuale.
Il Ruolo della Pianificazione Economica
Nel suo intervento, Ariet García ha evidenziato l'importanza degli scritti economici di Guevara, in cui proponeva un sistema di gestione economica basato sulla pianificazione centralizzata, ma con un forte coinvolgimento delle masse. Il Che vedeva nel lavoro volontario e nella coscienza rivoluzionaria due pilastri per un'economia socialista efficace, evitando le derive burocratiche e le logiche mercantili.
Attualità del Pensiero di Guevara
María del Carmen Ariet García ha concluso sottolineando l’attualità del pensiero del Che, soprattutto in un contesto globale segnato da crisi economiche, disuguaglianze e nuove forme di sfruttamento. Secondo lei, studiare e applicare le idee di Guevara significa ripensare il socialismo in chiave contemporanea, rafforzando il legame tra teoria e prassi rivoluzionaria.Il discorso di Ariet García è un invito a riscoprire il Che non solo come icona della lotta rivoluzionaria, ma come un pensatore profondo, la cui eredità teorica può ancora guidare i movimenti sociali verso una società più giusta e solidale.
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La Visione Internazionalista
Che Guevara vedeva la lotta per la giustizia sociale come una battaglia globale, che univa i popoli oppressi di America Latina, Africa e Medio Oriente. Il suo appello all'unità tra i movimenti rivoluzionari del mondo resta ancora oggi un punto di riferimento per coloro che combattono contro l'imperialismo e per la libertà dei popoli.
Ancora oggi, l'immagine di Che Guevara appare nelle manifestazioni pro-Palestina, a testimonianza del suo status di icona rivoluzionaria e simbolo di resistenza. Il suo messaggio di lotta contro l'oppressione e l'ingiustizia continua a ispirare le nuove generazioni nella loro battaglia per la libertà.
Che Guevara non fu solo un combattente per la rivoluzione cubana, ma un difensore dei diritti dei popoli oppressi in tutto il mondo, inclusa la Palestina. Il suo esempio resta vivo nelle lotte contemporanee per l'autodeterminazione e la giustizia sociale.Dall'aperta colonizzazione israeliana della Palestina storica nel 1948, sostenuta dalle potenze colonialiste e imperialiste, Gran Bretagna e Stati Uniti, la lotta palestinese è diventata una causa globale. La resistenza è stata una naturale risposta alle invasioni e alle incursioni meglio conosciute come "pulizia etnica della Palestina".
Già prima di allora, con il radicarsi dell'occupazione militare per mano delle milizie sioniste pre-statali e delle unità paramilitari, sono stati commessi massacri ed espulsioni forzate che hanno portato alla Nakba del 1948, la catastrofe della perdita della patria palestinese. La Naksa del 1967, o "ricaduta" [l'esodo palestinese o Naksa del 1967 si riferisce alla fuga di circa 280.000-325.000 palestinesi dai territori conquistati da Israele durante e in seguito alla Guerra dei Sei Giorni, wikipedia] seguì con la sconfitta degli eserciti arabi.
I palestinesi indigeni sfollati furono costretti a vivere in campi profughi in tendopoli improvvisate a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria e in Giordania, facendo affidamento sui sussidi alimentari forniti dall'UNRWA. All'inizio si pensava che un giorno sarebbero tornati dove erano stati cacciati con la forza. Durante la Nakba, circa 500 città e villaggi furono cancellati dalla mappa e saccheggiati. Oggi, 70 anni dopo, gli sfollati e i diseredati sono ancora in attesa della realizzazione di quel sogno: il "diritto al ritorno".
In mezzo a tutti gli accadimenti dell'epoca, tra i palestinesi cominciò a emergere un senso di rivolta per difendere la propria terra.
I Fedaeyyeen - il termine arabo che indica i "combattenti per la libertà" - cominciarono a riunirsi e a compiere attacchi di rappresaglia contro le forze israeliane di occupazione. Alcuni combattenti si infiltrarono nella barriera di sicurezza dai Paesi arabi confinanti.
Seguirono orrendi massacri, in particolare nel 1953, 1955 e 1956, in cui centinaia di palestinesi furono uccisi su ordine di Ariel Sharon, allora un generale e falco dell'esercito, incaricato di sradicare i Fedaeyyeen e di punire i rifugiati per averli sostenuti.
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Spirito rivoluzionario in Egitto
L'Egitto, conosciuto all'epoca come "Repubblica Araba Unita", aveva amministrato la Striscia di Gaza tra il 1948 e il 1967 e aveva perso decine di soldati, poliziotti e agenti di sicurezza, soprattutto nelle città di Khan Younis e Rafah, a sud di Gaza, durante la triplice offensiva contro le forze egiziane di Gran Bretagna, Francia e Israele nel 1956, in seguito alla decisione di Nasser di nazionalizzare il Canale di Suez.
Lo spirito rivoluzionario era forte in Egitto sotto il leader Gamal Abdel Nasser, il padrino del panarabismo, noto per la sua posizione antimperialista e anticolonialista. Nasser, che all'epoca dominava la politica araba e l'immaginario delle masse arabe, invitò nientemeno che Ernesto Che Guevara, il rivoluzionario latinoamericano, a visitare il Cairo.
Non si sa se la visita a Gaza fosse nell'agenda del Che o se fosse un'idea di Nasser. Ma la tempistica della visita fu di grande importanza per il movimento nazionale palestinese che era composto da Fedaeyyeen. Il movimento traeva ispirazione dai guerriglieri dell'America Latina, del Vietnam e dell'Algeria.
L'ideologia dei Fedaeyyeen palestinesi era principalmente nazionalista di sinistra, socialista o comunista, e il loro scopo proclamato era quello di sconfiggere il sionismo e liberare la Palestina attraverso la lotta armata per stabilirla come "uno Stato democratico secolare".
L'idea della liberazione acquistò slancio, poiché i palestinesi non avevano mai raggiunto alcuna forma di reale indipendenza nazionale nella loro patria, e pochi anni dopo, nel 1964, fu costituita l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), guidata da Ahmad Shukeiri. Yasser Arafat divenne presidente dell'OLP nel 1969 fino alla sua morte nel 2004.
Che Guevara a Gaza
Dopo aver accettato l'invito di Nasser, Guevara fu inviato nella regione da Fidel Castro per un tour di tre mesi in 14 Paesi. Una visita di un giorno fu dedicata a Gaza, allora sotto il governo egiziano. Guevara atterrò a Gaza con la sua tuta militare scura il 18 giugno 1959, dopo aver percorso circa 450 km dal Cairo. Ricevette un'accoglienza da eroe dal governatore egiziano de facto di Gaza, il generale tenente Ahmad Salim, oltre che da funzionari e capi di municipalità palestinesi e da molte persone comuni. Durante la sua breve visita, il Che si recò in diversi campi profughi palestinesi, tra cui quello di Al-Buraij, dove venne accolto con canti della rivoluzione cubana. Cuba accolse con favore la fondazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, con la quale entrò in contatto ufficiale nel 1965. Uno degli obiettivi della visita del Che era quello di sostenere i movimenti di liberazione nazionale e rivoluzionari arabi e palestinesi contro l'imperialismo e la colonizzazione occidentali.
Zulfiqar Swirjo, un funzionario affiliato al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, aveva dichiarato in una intervista che suo padre era presente durante quella storica visita che aveva lo scopo di condividere le convinzioni e le idee rivoluzionarie di Guevara con i combattenti di Gaza. Volevano mettere a punto un piano strategico per una lotta popolare contro le forze israeliane utilizzando tattiche di guerriglia.
La figura del Che divenne un'icona della resistenza, soprattutto per i movimenti di resistenza palestinesi di sinistra come il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e il Partito Popolare Palestinese.
La sua eredità perdura e, per molti attivisti palestinesi, rimane una fonte di ispirazione, in quanto icona popolare della ribellione contro l'imperialismo, il colonialismo e l'occupazione militare.
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