Assadakah News - “Il caso contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu è chiaro e incontrovertibile”, ed è basato “sul blocco delle consegne di cibo e acqua” alla popolazione di Gaza, un evento che tutto il mondo sa che si è verificato e di cui, per altro, il presidente americano Joe Biden è testimone diretto. Lo ha il primo procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, a proposito del mandato di arresto nei confronti del premier israeliano e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini contro l'umanità e crimini di guerra, a seguito della richiesta avanzata dall'attuale procuratore capo, Karim Ahmad Khan. L'accusa di Khan si basa principalmente sull'utilizzo della fame come metodo di guerra a Gaza. Non si fa riferimento invece a un possibile crimine di genocidio.
“Un procuratore presenta i casi in cui può vincere più facilmente davanti alla Corte”, ha spiegato Ocampo, sottolineando che il blocco di cibo e acqua a Gaza è “pubblico, ne ha parlato lo stesso Gallant”, e si configura “crimine di guerra”. Nel caso del genocidio, invece, occorre dimostrare “l'intenzione di distruggere un gruppo etnico”. “E’ un errore concentrarsi sulla discussione del se sia un genocidio o meno quanto sta avvenendo a Gaza, l'urgenza è piuttosto discutere di come fermare tutto questo, immediatamente”, ha concluso Ocampo.
Il procuratore ha spiegato che, contrariamente a quanto affermato da alcuni Stati come la Francia, “Netanyahu non gode dell’immunità” nei Paesi che riconoscono la giurisdizione della Corte penale internazionale, e che pertanto “non ci sono dubbi” sul fatto che “i mandati d’arresto debbano essere applicati”. Secondo Ocampo, quello dell’immunità è un “argomento retorico” sollevato dai Paesi europei, che viene usato come strumento nei negoziati con il premier israeliano. Il procuratore non scarta l’ipotesi che “ci sia stato un accordo politico dietro le quinte in cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu abbia accettato, contro la volontà di una parte del suo governo, un cessate il fuoco in Libano e in cambio gli Usa abbiano fatto sì che i Paesi europei sollevassero il tema dell’immunità” del leader.
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