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Immagine del redattoreRoberto Roggero

Costa d’Avorio - 2025, Giubileo ma soprattutto elezioni

Assadakah News - Anche in Costa d’Avorio, come a Roma, ha avuto inizio un anno particolarmente importante. Per il mese di ottobre 2025, anno del Giubileo, infatti, sono in programma le elezioni presidenziali.

Il Paese sta vivendo un momento decisamente positivo, come evidenzia monsignor Jacques Assanvo Ahiwa, arcivescovo metropolita di Bouaké, nel centro del Paese africano, che il 29 dicembre scorso, ha aperto la Porta Santa della cattedrale di Santa Teresa per il Giubileo 2025, che ha esposto il proprio messaggio di pace, sulla scia tracciata da Papa Francesco.

Un invito alla speranza, testimoniato anche dalle iniziative per la Festa della Sacra Famiglia, celebrata lo scorso 29 dicembre, nonché 30° anniversario dell’associazione AFC-Familles Chrétiennes. “L'Anno giubilare deve essere occasione per guardare con occhi nuovi a sé stessi, e vedere come poter riprendere il loro cammino sulle orme della Sacra Famiglia di Nazareth, ispirandosi ai suoi valori e alle sue virtù”, ha dichiarato monsignor Ahiwa.

L'anno 2025 segna una trilogia di giubilei per il Costa d’Avorio e in particolare per l'arcidiocesi di Bouaké: Giubileo ordinario e universale del 2025, e un secondo Giubileo particolare, con le celebrazioni del centenario dell'evangelizzazione nella regione di Bouaké. Infine, il 70° anniversario dell'erezione canonica della diocesi di Bouaké.

Il 2025 è soprattutto anno di elezioni presidenziali in Costa d'Avorio, previste per ottobre, all’insegna della democrazia e della convivenza, sulla base di regole eque e consensuali, che riflettano veramente la realtà del voto e la volontà della popolazione. Per questo la Commissione Elettorale Indipendente vuole ispirare credibilità e fiducia, proponendo l’obbligo di iscrizione nelle liste elettorali, come dichiarato dal presidente della Commissione stessa, Ibrahime Coulibaly-Kuibiert, rivolgendosi ai 4,5 milioni di cittadini non ancora iscritti alle liste elettorali sui 12,5 milioni che hanno diritto di voto.

Coulibaly-Kuibiert ha incoraggiato i leader dei partiti politici a invitare i loro sostenitori ad iscriversi in nelle liste elettorali, perché questo passo è decisivo per fare la differenza durante la campagna elettorale e soprattutto quando saranno aperti i seggi di voto.

Per queste gare elettorali, l’ex presidente Laurent Gbagbo, il cui nome è stato cancellato dalle liste elettorali in seguito a una condanna legale, si è candidato a maggio con il proprio partito, PPA-CI (Partito Popoli Africani-Costa d’Avorio). Riflettori puntati anche verso figure chiave dell’opposizione come Tidjane Thiam. Rientrato in patria dopo un periodo di sei settimane all’estero Thiam, leader del Partito Democratico (PDCI), ha rilanciato il dibattito sulla necessità di costruire un’alleanza efficace per sfidare l’attuale presidente Alassane Ouattara.

Il presidente in carica, Alassane Ouattara

In corsa pare esserci anche l’ex primo ministro Guillaume Soro che, come gli altri contendenti, punta sulle alleanze strategiche che giocano un ruolo cruciale nel contesto politico. Thiam, che gode di un sostegno significativo sia nel suo partito sia in altri settori della società, rappresenta una delle figure centrali nell’opposizione a Ouattara, che si prepara a difendere il suo mandato. Tuttavia, il percorso per l’unità dell’opposizione appare irto di ostacoli, con divergenze interne che potrebbero indebolire le possibilità di un successo elettorale.

La questione delle riforme elettorali, in particolare, potrebbe diventare un punto critico nei prossimi mesi, con l’opposizione che continua a fare pressione. Mentre il tempo stringe verso le elezioni del 2025, resta da vedere se l’opposizione riuscirà a superare le proprie divisioni e a presentarsi unita per sfidare un presidente che ha dimostrato forti capacità, con un ampio consenso popolare. Laurent Gbagbo comunque ci riprova, scelta per altro prevedibile per il partito da lui fondato, ma dall’esito tutt’altro che scontato.

È stato sulla base di un compromesso giuridico, e della concessione della grazia, che Ouattara ha permesso al suo storico rivale di rientrare in Costa d’Avorio nel 2021, dopo 10 anni di detenzione all’Aja e il processo per crimini contro l’umanità, per i fatti sanguinosi della crisi post-elettorale del 2010-11. All’epoca, il suo rifiuto di riconoscere la vittoria di Ouattara alle elezioni presidenziali del 2010 era degenerato in scontri. Il verdetto di assoluzione del 2019 ha poi aperto a Gbagbo la strada al ritorno in patria. In ogni caso, rilanciare la candidatura alle presidenziali del 2025 appare una sfida del PPA-CI alle autorità governativee, e certamente ultimo tentativo utile.

Tutto dipende comunque dagli equilibri politici del paese, e dagli uomini forti del momento: il PPA-CI di Gbagbo; l’RDHP di Alassane Ouattara e il PDCI diretto fino allo scorso anno dallo scomparso Henri Konan Bédié, e oggi guidato dal finanziere Tidjane Thiam, nipote del padre della patria, Felix Houphouet Boigny.

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