Assadakah News – “Un uomo di grande umanità, umile e un vero amico del popolo congolese. Amava il Congo e i congolesi. Dentro di lui c’era un grande calore umano e un grande rispetto per le persone. Nutrivamo grande stima nei suoi confronti. La sua memoria resterà indelebile nei nostri cuori. Dalle stelle da cui ci sta guardando ora, potrà essere fiero se noi porteremo avanti i sogni per i quali è vissuto e morto”. È con queste parole che il Premio Nobel, Denis Mukwege, ha ricordato Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo che ha perso la vita in seguito a un attacco condotto da alcuni ribelli nella provincia congolese del Nord Kivu soltanto 9 mesi fa.
Luca Attanasio, uno dei più giovani ambasciatori italiani nel mondo, la mattina del 22 febbraio 2021 stava percorrendo la Route Nationale 2, direttrice che mette in comunicazione Goma, capoluogo della regione del Nord Kivu, con le aree settentrionali della provincia, per verificare la distribuzione del cibo nelle scuole di Rutshuru. Il convoglio, composto da un pickup delle Nazioni Unite e da uno del World Food Programme, viaggiava senza scorta, nei pressi del vulcano Nyragongo dov’erano annidati decine di ribelli, sbandati, e disertori.
All’improvviso un posto di blocco nei pressi della cittadina di Kanyamahoro. Un gruppo di uomini armati è comparso sulla strada, aprendo il fuoco. L’autista Mustapha Milambo muore sul colpo, mentre alcuni rangers del Parco Virunga, insieme a soldati dell’esercito di Kinshasa, si precipitano sul luogo, si accende uno scontro a fuoco e in pochi minuti tutto finisce. Poco lontano dalle auto, l’ambasciatore Luca Attanasio, 43 anni, e il carabiniere Vittorio Iacovacci di 31 sono stati uccisi.
Da subito si accusano i ribelli dell’FDLR, i quali smentiscono ogni addebito, poi si diffonde la versione di un tentativo di sequestro concluso tragicamente. Gli organismi nazionali e internazionali aprono diverse indagini, e la magistratura italiana che invia sul campo un nucleo dei ROS. Ad oggi però, nonostante il lavoro degli investigatori, a una verità su quanto successo ancora non si è arrivati, tutto rimane ondivago, permeato da ipotesi, supposizioni e punti di domanda senza risposta.
Non è la prima volta: sempre in Congo, nel 1960, è stato assassinato il Viceconsole Tito Spoglia e un anno dopo a Kindu, 13 aviatori italiani, che facevano parte della missione dei caschi blu, sono stati uccisi da un gruppo di insorti.
A maggio dell’anno scorso, nelle regioni orientali del Paese è stata proclamata la legge marziale, provvedimento adottato dal governo del presidente Thsisekedi per cercare di contrastare le milizie ribelli e porre un freno alla violenza che travolge la zona, mentre la missione ONU stenta a raggiungere gli obiettivi prefissati, come in diverse altre aree di crisi del mondo.
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