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Immagine del redattoreAssadakah redazione

Condanne del Mondo Arabo per l'assalto  alla moschea di Al-Aqsa

 

Dura condanna da parte di Arabia Saudita, Egitto e Giordania per l’assalto del ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, al cortile della moschea di Al-Aqsa. I tre Paesi hanno denunciato le continue violazioni israeliane nei confronti del luogo sacro, definendo queste azioni una provocazione ai sentimenti dei musulmani in tutto il mondo.

 

La posizione dell'Arabia Saudita

 

In una dichiarazione ufficiale, il Ministero degli Affari Esteri saudita ha espresso la propria condanna, definendo l'incursione una palese violazione del diritto internazionale e una provocazione inaccettabile. Riyad ha anche criticato l’occupazione israeliana per le operazioni militari nel sud della Siria, accusandola di minare la stabilità della regione.

 

La reazione dell'Egitto

 

Anche l'Egitto ha espresso "la condanna nei termini più forti" dell'azione del ministro israeliano, descrivendola come una flagrante violazione dello status quo storico e giuridico della moschea di Al-Aqsa. Il Cairo ha sottolineato che tali azioni estremiste rappresentano una minaccia alla convivenza pacifica e ha chiesto alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, di intervenire con urgenza per fermare queste violazioni.

 

La condanna della Giordania

 

La Giordania ha definito l'incursione di Ben Gvir e di altri estremisti sotto la protezione dell'esercito israeliano un atto "inaccettabile e condannabile". Haitham Abu Al-Foul, portavoce del Ministero degli Affari Esteri giordano, ha ribadito che l’intera area della moschea di Al-Aqsa, pari a 144 acri, è un luogo di culto esclusivo per i musulmani. Ha inoltre ricordato che la gestione della moschea spetta al Dipartimento giordano per le dotazioni di Gerusalemme, esortando Israele a rispettare l’autorità dell’Amministrazione delle Dotazioni e a porre fine a tutte le violazioni.

 

Reazioni israeliane

 

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minimizzato l’episodio, affermando che "lo status quo nella moschea di Al-Aqsa non è cambiato". Tuttavia, le azioni di Ben Gvir hanno suscitato critiche anche all'interno della Knesset, con i rappresentanti arabi che le hanno definite una provocazione volta a destabilizzare la regione. Mansour Abbas, membro della Knesset, ha dichiarato: "Al-Aqsa è un luogo di culto islamico, e Ben Gvir continua a provocare il mondo islamico con l’approvazione di Netanyahu".

 

Il contesto dell'assalto

 

L’assalto è avvenuto durante le celebrazioni di Hanukkah, e Ben Gvir ha dichiarato di aver pregato per i soldati israeliani e per la vittoria nella guerra.

Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ed il ministro israeliano per lo Sviluppo di Najaf e Galilea, Yitzhak Wasserlauf, insieme ad ebrei fanatici, hanno fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa sotto la protezione della polizia israeliana.

 

Secondo la dichiarazione dell'Amministrazione delle dotazioni islamiche di Gerusalemme, circa 2 mila 250 fanatici hanno partecipato all'incursione Questo non è il primo episodio del genere: il ministro aveva già preso d’assalto la moschea di Al-Aqsa in passato, scatenando forti reazioni sia locali che internazionali.

 

L’episodio rappresenta un ulteriore ostacolo agli sforzi per raggiungere la calma nella regione e sottolinea le tensioni persistenti attorno a uno dei luoghi più sacri dell’Islam.

 

Chiara Cavalieri

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