Assadakah News Agency - Anche la associazione italo-araba Assadakah ha deciso di scendere in piazza, nella giornata di sabato 27 gennaio, nonostante i divieti e il ritiro delle autorizzazioni alle manifestazioni che si dovevano tenere in diverse città. Questi divieti, fatti passare come una necessità dettata da questioni di ordine pubblico, sono in realtà l’applicazione di una direttiva del ministero degli Interni, diramata a seguito delle pressioni esercitate da parte della comunità ebraica. Rappresentano dunque una decisione politica, un ennesimo prostrarsi da parte del governo italiano alle pressioni di comodo.
Ci siamo trovati davanti a una scelta di responsabilità: non partecipare (come purtroppo hanno deciso di fare alcune organizzazioni) avrebbe significato cedere e subire. Abbiamo quindi deciso di non fare un passo indietro e mantenere le mobilitazioni a Roma, Milano, Napoli e Cagliari - cedere avrebbe significato piegarsi e creare un precedente.
Nonostante la connivenza di alcune realtà politiche più o meno rappresentative, e chi si è tirato indietro all’ultimo minuto, l’essere stati presenti in piazza, per chiedere il cessate il fuoco e la fine della complicità dell’Italia con Israele, nonostante il “divieto Piantedosi”, rappresenta un fallimento per il malriuscito tentativo di strumentalizzazione che mirava, con le mistificazioni e le infamanti accuse, a colpire il movimento di solidarietà con la Palestina e a delegittimare le nostre istanze politiche.
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