Assadakah News Agency - Una cittadina italiana, Stefania Costantini, è stata fermata ieri nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme, in Cisgiordania, durante un'operazione dell'esercito israeliano. Secondo quanto si apprende, non sono chiari al momento i motivi per cui è stata fermata. Le autorità italiane, il consolato a Gerusalemme e l'ambasciata in Israele hanno seguito il caso da subito .
Fonti locali, citate dall'agenzia palestinese Wafa, hanno riferito che i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa del giornalista palestinese Nidal Abu Aker, hanno percosso il figlio, appena sottoposto ad un intervento chirurgico, e interrogato la moglie. I soldati hanno anche fatto irruzione nella casa dell'anziana madre di Abu Aker, dove hanno trovato l'attivista italiana e l'hanno fermata.
Nel raid dei militari israeliani è rimasto ucciso con un proiettile alla testa anche Omar Al Khamour, palestinese di 14 anni. Il 3 gennaio, sempre nel campo di Dheisheh, era stato ucciso dai soldati israeliani un 15enne, Adam Ayyad.
Stefania Costantini è stata rimpatriata, ma per diverse ore si è temuto per la sua incolumità, visti i metodi delle forze di occupazione israeliane, che non usano fare distinzioni fra giovani adolescenti, anziani e donne.
Sempre in Cisgiordania, ancora violenza da parte dei coloni israeliani che, alcuni giorni fa, hanno assaltato un gruppo di palestinesi nei pressi del villaggio di Mu'rajat. La notizia sarebbe stata probabilmente ignorata, se non fosse che della comitiva faceva parte anche un giovane emiliano, Simone Ruffini, studente all'Università ebraica di Gerusalemme e la sua compagna Samera Ayyad, originaria di Verona. A renderlo noto il quotidiano liberal Haaretz, che cita la testimonianza della fidanzata del giovane, secondo cui tre degli escursionisti, attaccati da circa sei coloni, sono stati portati in ospedale e quindi dimessi.
Samera Ayyad (originaria di Verona, ha anche la cittadinanza israeliana e vive a Ramallah in Cisgiordania) ha diramato sui social video dell'accaduto. "Siamo partiti per l'escursione alle 9 e ci siamo inoltrati per le montagne verso la fine del wadi (letto di un torrente) dove un autobus ci attendeva. Quando eravamo vicini alla fine, i coloni sono arrivati con bastoni e spray al peperoncino impedendoci di continuare la passeggiata e cominciando ad attaccarci".
Ayyad ha raccontato di essere stata "colpita a un braccio". Il gruppo (composto da palestinesi, americani, francesi e italiani) si è trovato dunque bloccato. Dopo aver avvertito le rispettive autorità diplomatiche della situazione, la comitiva è stata raggiunta da soldati israeliani e scortata fino all'autobus. Il Consolato generale italiano a Gerusalemme ha fatto sapere di "aver assistito i due connazionali che hanno chiesto di accelerare l'intervento dell'esercito israeliano per poter concludere in sicurezza la loro escursione avendo segnalato di essere stati aggrediti da un gruppo di coloni". Secondo attivisti israeliani, citati da Haaretz, gli aggressori fanno parte di un un nuovo avamposto ebraico della zona in questione.
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