Assadakah Beirut – A pochi giorni dalla morte di Shireen Abu Akleh, corrispondente di Al-Jazeera uccisa a Jenin, le forze di occupazione israeliane hanno ucciso un’altra collega, e ancora in Cisgiordania. Si tratta di Ghufran Warasneh, 31 anni, colpita nei pressi del campo profughi di Al Arroub, a nord di Hebron.
Come di consueto, secondo la versione israeliana, la giornalista si stava avvicinando con atteggiamento minaccioso verso un soldato che si trovava a un posto di blocco, armata di coltello. Una vergognosa giustificazione per un altro deliberato assassinio.
Ghufran è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco ed è morta prima di arrivare all’ospedale Ahli di Hebron, dove è stata dichiarata morta un’ora dopo. Ghufran è stata colpita in pieno petto, vicino al cuore, ha riferito un portavoce dell’ospedale Ahli: “È arrivata in ospedale praticamente morta. Aveva perso troppo sangue e il suo cuore si era fermato”.
Secondo diverse testimonianze palestinesi, i soldati avrebbero volontariamente tardato nel chiamare i soccorsi, proprio per evitare che la giovane vittima potesse raccontare la verità.
Ai funerali di Ghufran, reporter di Dream Radio, una emittente locale, hanno partecipato diverse centinaia di persone, e anche in questa occasione i soldati israeliani hanno fatto irruzione e hanno chiuso gli accessi al campo profughi.
Talab Jabari, regista e produttore di Dream Radio ha dichiarato: “Guhfran lavorava come reporter della redazione da due settimane, e dopo alcune verifiche e prove di qualificazione, aveva iniziato il lavoro pochi giorni fa. Stavamo aspettando che fosse la prima ad andare in onda, e invece abbiamo ricevuto la notizia della sua uccisione”.
Nel frattempo, il procuratore generale dell'Autorità Nazionale Palestinese, Akhram al-Khatib, citato dall'agenzia di stampa Maan, ha dichiarato che il proiettile che ha ucciso Shireeen Abu Akleh, era rivestito in acciaio (illustrando i risultati dell'indagine), utilizzato appositamente per perforare le protezioni del giubbotto antiproiettile.
Durante la conferenza stampa il procuratore generale al-Khatib ha spiegato che "le forze di Occupazione hanno sparato intenzionalmente verso i giornalisti, senza alcun preavviso puntando direttamente al luogo dove si trovavano". Sempre secondo il procuratore - citato dalla Maan - "le forze di Occupazione di Israele avevano una chiara e diretta visione di dove si trovavano i giornalisti a Jenin, e tutti questi indossavano la pettorina con la dicitura 'Stampa'".
Oltre alla collega Ghufran Warasneh, i soldati israeliani hanno ucciso Bilal Kabaha, 24 anni, non lontano da Jenin. Lo ha riferito il ministero della Salute palestinese. Altri sei giovani sarebbero rimasti feriti. Le forze israeliane stavano operando nel villaggio di Yaabed per demolire alcune abitazioni.
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