Assadakah Roma News – Anche alle esequie della collega e amica Shireen Abu Akleh, non sono mancate le manifestazioni di quegli israeliani che non hanno rinunciato a insultare la memoria della giornalista freddamente uccisa, tentando di strappare le bandiere palestinesi che adornavano l’auto funebre che trasportava il feretro. Tuttavia, sono state migliaia le persone che si sono unite all’ultimo saluto a Shireen, per la quale sono stati celebrati funerali di Stato, a Ramallah, alla presenza del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, che ha personalmente reso onore alla salma, prima che fosse portata a Gerusalemme Est, dove risiede la famiglia e dove verrà sepolta.
Migliaia di palestinesi hanno partecipato alla cerimonia, che si è svolta oggi a mezzogiorno nel complesso presidenziale dell’Autorità Palestinese e con scorta ufficiale dalla Guardia Nazionale.
Giornalisti, colleghi e amici si sono riversati all’ospedale Istishari, dove era stata traportata la salma e da dove il rito funebre è iniziato. Alle 10.30, ora locale, sono state eseguite le funzioni di rito cristiano-greco ortodosso e successivamente sotto scorta presidenziale è stata esposta nella cerimonia della processione al pubblico commiato. Shireen Abu Akleh, corrispondente di Al-Jazeera, era molto nota nel mondo arabo, per avere documentato attivamente ogni attacco sionista e in ogni efferata azione israeliana, compresa la seconda intifada del 2000.
Mahmoud Abbas ha dichiarato: “Israele è pienamente responsabile della morte di Abu Akleh, e per questo respingiamo con sdegno la proposta di indagine congiunta su quello che è a tutti gli effetti un deliberato assassinio”. Abbas ha aggiunto che i funzionari palestinesi si rivolgeranno alla Corte Penale Internazionale (CPI) per chiedere giustizia.
Insieme a lui il premier Muhammed Shtayeh e il ministro Hussein a-Sheikh hanno sottolineato: “Addossiamo la piena responsabilità agli israeliani, che sono responsabili di questo crimine. Anche la Casa Bianca e l'Unione Europea chiedono un'indagine indipendente.
Fondamentale per le indagini sarà il proiettile che ha ucciso la giornalista, estratto durante l'autopsia all'Istituto di medicina legale Al Najah di Nablus, che gli israeliani hanno richiesto, incontrando un deciso e sdegnoso rifiuto da parte dell’Autorità Palestinese, vista la totale mancanza di fiducia e la manifesta ipocrisia espressa dal premier israeliano Naftali Bennett, che chiede cooperazione “per accertare le circostanze della morte di Abu Akleh”. Lo ha affermato il ministro degli Affari civili palestinesi al-Sheikh, ribadendo il rifiuto dell'ANP. Il proiettile rimane custodito dagli specialisti palestinesi ed è stato portato in laboratorio per ulteriori analisi.
Numerosi capi di governo e importanti personalità hanno espresso sdegno e condanna per l’assassinio di Shireen Abu Akleh, fra cui il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, che ha inviato investigatori delle Nazioni Unite per svolgere un'indagine indipendente e trasparente su questo assassinio, e a assicurare che gli autori siano ritenuti responsabili, anche se riesce difficile, visti i precedenti, che giungano a conclusioni definitive.
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