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Casa Russa Roma - Duo Eleganza e Ballerini del Bolshoi

Immagine del redattore: Patrizia BoiPatrizia Boi

Aggiornamento: 2 giorni fa

Il Duo eleganza al pianoforte: i coniugi Yana Subbotina e Filipp Subbotin
Il Duo eleganza al pianoforte: i coniugi Yana Subbotina e Filipp Subbotin

Patrizia Boi (Assadakah News) - Sabato 15 febbraio alla Casa Russa a Roma ci sono stati diversi eventi, il primo dei quali alle ore 17:00, un incontro con il primo ballerino del Teatro Bolshoi Igor Tsvirko e la prima solista Kristina Kretova, dedicato ai 100 anni dalla nascita di Majja Plisetskaya.


Successivamente, alle ore 19:00, proprio nel giorno del Compleanno dell'Accademia Russa di Musica Gnesin e - come è stato spiegato nel corso della serata anche del Compleanno del musicista Filipp Subbotin - la Casa Russa a Roma ha celebrato i 130 anni della famosa istituzione musicale con un concerto per pianoforte a quattro mani con i suoi laureati Yana Subbotina e Filipp Subbotin.

Yana Subbotina e Filipp Subbotin alla Casa Russa a Roma, Duo eleganza
Yana Subbotina e Filipp Subbotin alla Casa Russa a Roma, Duo eleganza

Daria Pushkova, Direttrice della Casa Russa a Roma, ha aperto la serata con queste parole:


«Oggi abbiamo ospiti alla Casa Russa a Roma le stelle del Teatro Bolshoi, il primo ballerino Igor Zvirko e la prima solista Cristina Kriakova. Ieri abbiamo festeggiato la festa degli innamorati, o meglio, in tutto il mondo alcuni hanno scelto di celebrarla, mentre altri la considerano un'invenzione commerciale. Questa sera, però, abbiamo con noi una coppia meravigliosa: Cristina e Igor, partner non solo sul palco ma anche nella vita, sono senza dubbio una delle coppie più belle del balletto russo contemporaneo».

Il primo ballerino Igor Zvirko e la prima solista Cristina Kriakova
Il primo ballerino Igor Zvirko e la prima solista Cristina Kriakova

Cristina Kriakova si è laureata presso l'Accademia Statale di Coreografia di Mosca e si è esibita sui palcoscenici del Teatro dell'Opera e del Balletto di Yekaterinburg, del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo, nella compagnia del Balletto del Cremlino e nel Teatro Stanislavski-Nemirovich-Danchenko. Dal 2011 è la prima solista del Teatro Bolshoi.


Igor Zvirko, invece, ha completato i suoi studi all'Accademia Statale di Coreografia di Mosca e subito dopo è entrato a far parte del Balletto del Teatro Bolshoi. È stato nominato solista, poi primo solista e infine primo ballerino del Bolshoi.


Il repertorio della coppia comprende centinaia di ruoli che non hanno potuto mostrare al numeroso pubblico presente in sala per via del pavimento non adatto, ma le loro esibizioni sono disponibili online. Sono tra i più brillanti rappresentanti della Scuola Classica del Balletto Russo di oggi.


A novembre la Casa Russa a Roma celebrerà anche il centenario della nascita della grande ballerina Majja Michájlovna Pliséckaja, una figura leggendaria del balletto russo, una delle ballerine più celebri e talentuose del XX secolo, una figura iconica della danza classica russa.


Nata a Leningrado il 20 novembre 1925, è stata una stella assoluta del Balletto Kirov (oggi Balletto Mariinskij), dove ha danzato per gran parte della sua carriera. Pliséckaja è ricordata per la sua straordinaria tecnica, eleganza e la capacità di trasmettere emozioni intense attraverso la danza. La sua interpretazione di ruoli come Odette/Odile nel Lago dei cigni, Giselle e La Bella Addormentata le ha conferito fama internazionale.


Oltre alla sua carriera sul palco, Pliséckaja è stata una figura di grande importanza nel panorama culturale sovietico, capace di sfidare le convenzioni sociali e politiche del suo tempo. Ha avuto anche un ruolo di rilievo nella formazione di nuove generazioni di ballerini. La sua carriera si è conclusa con un leggendario addio alle scene nel 1990. La sua morte, avvenuta nel 2015, ha segnato la fine di un'era per la danza russa, ma la sua eredità artistica continua a vivere.


L'incontro con i ballerini si è svolto in russo con un'ottima traduzione in italiano della traduttrice e docente dell'Università di Firenze, Irina Dvizova.

Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova
Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova

Daria Pushkova: «Grazie mille per essere qui. Iniziamo subito con una domanda: voi interpretate ruoli da protagonisti in alcuni dei più grandi balletti del repertorio classico. Qual è stato il ruolo più significativo per voi


Cristina Kriakova: «Buonasera, siamo felicissimi di essere qui oggi, sia per trovarci a Roma sia per essere ospiti della Casa Russa. Ringraziamo di cuore Daria per l'invito e l'organizzazione. Il mio percorso è stato lungo e posso definirmi ormai una ballerina esperta. Dopo essermi diplomata all'Accademia di Mosca, ho scelto di non bussare subito alle porte del Bolshoi, consapevole dell'enorme concorrenza. Volevo diventare prima ballerina e così ho iniziato al Balletto del Cremlino. Alla fine, il mio cammino mi ha portata comunque in un grande teatro, segno che il destino e il duro lavoro hanno giocato a mio favore. Il ruolo che più mi ha segnato è stato quello di Anna Karenina nella versione coreografata da John Neumeier».


Igor Zvirko: «Buonasera a tutti, sono molto felice di essere qui e onorato di essere ospite della Casa Russa dopo tanto tempo. Il ruolo che più mi ha segnato è stato quello di Marco Spada, perché è stato il mio primo ruolo come primo ballerino sul palcoscenico del Bolshoi. È stata una grande sfida e una grande responsabilità, considerando che Pierre Lacotte aveva originariamente creato questa coreografia per Rudolf Nureyev. Quando mi è stato assegnato, ho capito che avrebbe lasciato un segno importante nella mia carriera. Un altro ruolo fondamentale per me è stato Spartaco, nella celebre coreografia di Yuri Grigorovich. È un ruolo che ho sempre sognato fin da bambino, e interpretarlo è stata la realizzazione di un desiderio d'infanzia».

Teatro Bolshoi - Don Chisciotte - Pas De Deux - Kristina Kretova - Igor Tsvirko

Daria Pushkova: «Parliamo di energia. Ho dato un'occhiata al vostro profilo Instagram, che consiglio a tutti di seguire perché è molto interessante e dinamico. Pubblicate spesso video della vostra vita quotidiana e lavorativa. Una cosa che mi ha colpito è il ritmo delle vostre giornate».


Igor Zvirko: «L'energia genera energia. Non solo la genera, ma quando vedo la soddisfazione del pubblico, quando capisco che la serata è riuscita, io percepisco altrettanto l'energia. Questo è uno scambio molto importante, è quasi un dialogo, una reciprocità. La voglia di fare altre cose cresce e diventa ancora più forte.

Per questo motivo mi alzo con molta energia. Certo, a volte al mattino vorrei prendermela con calma, ma so che le persone mi aspettano. Aspettano il risultato finale e allora mi dico: "Sì, mi alzo e vado". Vado a creare nuove coreografie, nuovi progetti, nuove esibizioni, nuove prove.


Un altro aspetto importante è che trasmettere energia significa anche trasmettere distrazioni: in qualche modo diventi un riferimento per gli altri. Certo, questo comporta anche uno spreco di energie, perché alla fine diventi quasi ostaggio di tutti questi progetti.


Devo confessare che ci sono mattine in cui la stanchezza mi travolge completamente. Ma penso agli altri, alla mia responsabilità. Penso al fatto che loro mi aspettano, aspettano i nuovi video su Instagram, le nuove coreografie, i nuovi progetti, le nuove idee.

La cosa fondamentale, comunque, è il sostegno. Cristina, mia moglie, mi dice sempre: "Fai benissimo, io sono al tuo fianco". Purtroppo, nessuno me lo ha mai detto prima, quando ero giovane».

Daia Pushkova con i due ballerini del Bolshoi Cristina Kriakova e Igor Zvirko


Cristina Kriakova: «Riconosco che la mia è una professione difficile, faticosa, complessa. Ma non voglio fare altro. Certo, ho anche un hobby: amo cucinare. E su Instagram ho il mio account dove condivido molte delle mie ricette.


La cosa più importante nel nostro lavoro è la disciplina. Devo dire che non è facile imporsi delle regole, costringersi a fare le cose, affrontare la fatica. Abbiamo già menzionato il balletto "Marco Spada": per me è stato un doppio impegno, perché ho interpretato sia la figlia del brigante Marco Spada, sia la Marchesa. Sette sono le variazioni. Pensate che in uno spettacolo come "La Bella Addormentata" ce ne sono solo due. E invece Angela, nel ruolo della Marchesa, deve affrontarne molte di più.

A un certo punto, durante le prove, la fatica iniziava a farsi sentire. Se normalmente per uno spettacolo ci sono due o tre prove, in questo caso io lavoravo sei ore al giorno. Alla fine non ne potevo più. Ho avvicinato Pierre e gli ho detto: "Ti prego, lasciami almeno una parte!". E lui mi ha risposto: "Mangia gli spinaci e lavora!".


Però ho un mio metodo per recuperare energia. Una delle cose che mi aiutano di più è la sauna. Vicino a casa c'è un complesso storico molto importante, una sauna famosa, dove cerco di andare almeno due volte a settimana. Ci rimango anche quattro ore per rilassarmi, è la mia fuga dal mondo, il mio modo per rigenerarmi. Massaggi, riposo, silenzio. Preferisco andarci da sola, perché in quei momenti non voglio condividere niente con nessuno, voglio solo stare con me stessa. A volte prego».

Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova
Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova

Igor Zvirko: «Ma la cosa più importante è l'amore. L'amore ti restituisce le forze in qualsiasi situazione. Passiamo tantissimo tempo insieme, sia a casa che sul palco. Spesso mi chiedono: "Come fate?". Io rispondo che la qualità più importante in un partner di scena è la fiducia. La relazione con Cristina è speciale. Siamo insieme da cinque anni e passiamo ogni giorno fianco a fianco. Ci svegliamo insieme, usciamo di casa insieme, lavoriamo insieme e torniamo a casa insieme. Il nostro rapporto è molto vicino a quello ideale.

Cosa ci aiuta? La comprensione. Il rispetto reciproco ci permette di capire e accettare i rispettivi impegni di lavoro. E questa comprensione è la chiave della nostra serenità.

 Kristina Kretova - Igor Tsvirko
 Kristina Kretova - Igor Tsvirko

Ci siamo incontrati in una sala di balletto. Cristina era appena arrivata dal Teatro del Cremlino. Io avevo già danzato in "Marco Spada". Abbiamo iniziato a lavorare insieme e ci hanno affidato i ruoli principali nel balletto "Le Fiamme di Parigi" di Alexei Ratmansky. Da quel momento abbiamo iniziato ad avvicinarci, a parlarci, a sostenerci a vicenda. Per nove anni siamo stati amici. Durante quel periodo, Cristina veniva a vedere i miei spettacoli e io andavo a vedere i suoi. Niente di più. Un'amicizia sincera e profonda.


Poi è arrivato il Covid. Il lockdown ci ha costretti a casa. A un certo punto, mentre tutto il mondo si fermava, io mi trovavo in un ristorante russo a Sochi e ho scritto a Cristina: "Vieni, qui ci sono i nostri amici. Rilassati per qualche giorno".

Lei è arrivata e da quel momento non ci siamo più separati. Già al terzo giorno avevo capito che volevo farle la proposta di matrimonio. Dopo un mese mi sono presentato con un anello di fidanzamento. Il Covid era quasi finito, ormai niente aveva più valore se non ciò che sentivamo nel cuore. Ho comprato l’anello e ho prenotato un volo. Quando siamo saliti sull’aereo, sopra Mosca è apparso un messaggio: "Sposami".


Abbiamo anche una regola di coppia: se nascono incomprensioni, non andiamo mai a dormire senza aver chiarito tutto. Questo ci aiuta a mantenere l'armonia».

Il primo ballerino Igor Zvirko e la prima solista Cristina Kriakova, marito e moglie nella vita
Il primo ballerino Igor Zvirko e la prima solista Cristina Kriakova, marito e moglie nella vita

Daria Pushkova:  «Cosa vi ha spinto a intraprendere la carriera di ballerini?»


Igor Zvirko: «Per me è stato l'amore per la danza fin da quando ero bambino. I movimenti, la musica, la possibilità di esprimere emozioni attraverso il corpo... È stato un richiamo irresistibile».


Cristina Kriakova: «Ho iniziato a ballare da giovanissima, anche io, e mi ha sempre affascinato come la danza possa raccontare storie senza parole. Ogni passo è una possibilità di comunicare qualcosa di profondo».




Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova
Cristina Kriakova, Igor Zvirko, la Direttice della Casa Russa a Roma, Nadia Pushkova e la traduttrice Irina Dvizova

Daria Pushkova: «Parlando della vostra carriera, quali sono stati i momenti più significativi che vi hanno segnato come artisti?»


Igor Zvirko: «Ogni esibizione ha la sua importanza, ma uno dei momenti più significativi per me è stato quando ho vinto il primo grande concorso internazionale. Quella vittoria mi ha dato la certezza che questa fosse la strada giusta».


Cristina Kriakova: «Per me, il momento clou è stato quando ho avuto l'opportunità di danzare su un palcoscenico prestigioso, dove ogni movimento veniva apprezzato non solo per la tecnica, ma anche per l'emozione che trasmette».


Daria Pushkova: «La danza è spesso descritta come una forma di comunicazione universale. Cosa pensate della capacità della danza di superare le barriere culturali e linguistiche?»


Igor Zvirko: «Penso che la danza abbia il potere di unire le persone. Non importa da dove vieni o quale lingua parli, quando si balla, si può sentire un legame profondo con gli altri».


Cristina Kriakova: «Esattamente. Ogni spettatore, indipendentemente dalla sua cultura, può comprendere il messaggio che cerchiamo di trasmettere. La danza è un linguaggio universale che parla al cuore».


Daria Pushkova: «Parlando della tecnica, come vi preparate per una performance? C'è qualche rituale o routine particolare che seguite prima di salire sul palcoscenico?»


Igor Zvirko: «La preparazione fisica è fondamentale. Passiamo molte ore a fare esercizi di riscaldamento, stretching, e pratica. Ma anche la preparazione mentale è altrettanto importante: concentrarsi sulla musica, visualizzare i movimenti...».


Cristina Kriakova: «Per me è fondamentale entrare in sintonia con la musica e con il mio partner. La connessione che si crea tra noi sul palco è ciò che rende ogni performance unica. Prima di esibirci, mi piace fare qualche esercizio di rilassamento per calmare i nervi».


Daria Pushkova: «La danza, come tutte le forme d'arte, può essere anche una lotta contro se stessi. Come affrontate le sfide, sia fisiche che emotive, che sorgono nel vostro lavoro


Igor Zvirko: «Ogni giorno è una nuova sfida. Ci sono momenti difficili, ma la passione per la danza è ciò che ci spinge a superare ogni ostacolo. L'importante è non mollare mai».


Cristina Kriakova: «Anche io credo che la resilienza sia fondamentale. Se ci fosse un segreto, sarebbe quello di imparare a fallire e a rialzarsi ogni volta, di affrontare le difficoltà con pazienza e determinazione».


Daria Pushkova: «La danza richiede un'intensa collaborazione tra i ballerini. Come riuscite a mantenere una connessione forte e sincronizzata durante le performance più difficili?»


Igor Zvirko: «La chiave è la fiducia reciproca. Dobbiamo essere in grado di leggere il corpo dell'altro senza parlarci, di reagire ai suoi movimenti e di adattarci in tempo reale. Questo tipo di connessione è fondamentale».


Cristina Kriakova: «Sì, è vero. La sincronizzazione viene dall'esperienza, dal tempo trascorso insieme, ma anche dalla capacità di ascoltarsi e di rispondere con immediata sensibilità ai movimenti dell'altro».


Daria Pushkova: «Infine, quali sono i vostri progetti futuri? Avete qualche sogno o obiettivo a cui state lavorando?»


Igor Zvirko: «Mi piacerebbe continuare a perfezionare la mia arte e a esplorare nuovi stili di danza. Spero anche di poter insegnare e condividere la mia esperienza con le nuove generazioni».


Cristina Kriakova: «Per me, il sogno è continuare a crescere artisticamente e magari creare un progetto che mescoli la danza con altre forme d'arte. Ho sempre voluto esplorare nuovi orizzonti creativi».

Майя Михайловна - Majja Michájlovna
Майя Михайловна - Majja Michájlovna

Daria Pushkova: «Parlando della figura di Majja Michájlovna, parliamo di una ballerina strepitosa, unica. Si dice che ballerine come lei nascano una volta ogni cent'anni. Ho letto più volte la sua autobiografia e mi colpisce il fatto che niente e nessuno potevano fermarla. Cosa ne pensate?»


Igor Zvirko: «Majja Michájlovna era una figura straordinaria. La sua forza interiore e la sua passione per la danza erano uniche. Nonostante i numerosi traumi fisici che l'hanno costretta a fermarsi per lunghi periodi, la sua determinazione e dedizione alla danza sono sempre state incredibili. La paura, per lei, era completamente annullata dal suo amore per il palcoscenico».


Cristina Kriakova: «È vero, Igor. La sua capacità di combattere la paura era fuori dal comune. Quello che mi impressiona di Majja è la sua disciplina assoluta, il fatto che, anche dopo lunghi periodi di stop, riuscisse sempre a ritrovare la sua forza e tornare a danzare con un'intensità incredibile. La paura non aveva posto nella sua vita, solo la danza».


Daria Pushkova: «Come vivete la relazione con la tradizione del balletto russo e le sue figure iconiche, come Anna Pavlova?»


Igor Zvirko: «Il balletto russo ha una tradizione che ci rende molto orgogliosi. Anna Pavlova è stata una pioniera, una figura che ha portato il balletto in ogni angolo del mondo, dimostrando il potere universale di questa forma d'arte. La sua missione era di far conoscere la bellezza del balletto là dove non era conosciuto, e ha raggiunto obiettivi straordinari».


Cristina Kriakova: «Penso che ciò che rende speciale la ballerina russa sia proprio la sua capacità di affrontare sfide enormi. Anna Pavlova, con il suo spirito pionieristico, ha davvero contribuito a portare il balletto a livello mondiale. Noi, oggi, possiamo solo essere ispirati dalla sua dedizione e dalla sua passione. Anche io credo che la cultura russa nel balletto sia una delle più ricche e significative nel panorama internazionale».


Daria Pushkova: «Majja Michájlovna, come avete menzionato, è stata una ballerina che ha vissuto e lavorato con grandi maestri. Come vedete il suo legame con il repertorio classico?»


Igor Zvirko: «Majja Michájlovna ha saputo combinare la tradizione del repertorio classico con la sperimentazione. Ha lavorato con grandi coreografi e ha creato un suo stile personale che ha lasciato il segno. Il suo approccio al balletto era davvero speciale, sempre in cerca di nuove espressioni artistiche e al tempo stesso rispettando la grande tradizione del balletto russo».


Cristina Kriakova: «Sì, Majja Michájlovna ha avuto una visione molto ampia. Ha lavorato con grandi artisti come Béjart e Pierre Cardin, portando la danza a nuovi livelli di espressione. La sua capacità di fondere la tecnica classica con innovazioni stilistiche è ciò che la rende una delle più grandi ballerine di tutti i tempi».


Daria Pushkova: «E come vedete il balletto oggi? Cosa rappresenta per voi, oggi, l'arte del balletto?»


Igor Zvirko: «Il balletto rimane una delle forme d'arte più pure ed estetiche. Oggi, però, c'è anche un grande sviluppo del balletto moderno, che porta nuove forme e nuove emozioni. È bello vedere come il balletto classico continui a evolversi, mantenendo intatta la sua bellezza»


Cristina Kriakova: «Sì, il balletto, sia classico che moderno, ha una forza straordinaria. Ogni generazione di ballerini porta qualcosa di nuovo, e questo è il bello della danza: è sempre in evoluzione, sempre capace di sorprenderci e di emozionarci. Penso che il balletto sia una delle arti più potenti per comunicare bellezza e emozione».


Daria Pushkova: «Per concludere, quali sono i vostri sogni e progetti per il futuro?»


Igor Zvirko: «Mi piacerebbe continuare a esplorare nuove sfide artistiche, sia come ballerino che come insegnante. Voglio trasmettere ai giovani la bellezza e l'importanza della danza nella loro vita».


Cristina Kriakova: «Per me, il futuro è sempre un campo aperto di possibilità. Voglio continuare a danzare e magari anche intraprendere nuovi progetti che mescolino il balletto con altre forme d'arte. L'arte è senza confini, ed è questa la bellezza di essere un artista».

Trinfo per Yana Subbotina e Filipp Subbotin alla Casa Russa a Roma, Duo eleganza
Trinfo per Yana Subbotina e Filipp Subbotin alla Casa Russa a Roma, Duo eleganza

Dopo questa meravigliosa intervista che ci mostra come essere ballerini del Bolshoi non siamo un approdo casuale ma sia il risultato di un duro lavoro, di una cultura e rispetto per il proprio corpo e frutto di un'anima sensibile, è seguito un altro spettacolare incontro, alle ore 19:00 il Concerto per pianoforte a quattro mani con i suoi laureati Yana Subbotina e Filipp Subbotin.

 

Il primo concerto del “DUO Eleganza” si è tenuto nel 2002 con l'esecuzione del concerto di Mozart per due pianoforti e orchestra “Cantus firmus nella sala del Collegio di Musica Gnesin. Il duo talentuoso si è esibito poi nelle sale prestigiose di Mosca e di molte altre città russe, così come a Praga, Vienna, Barcellona, ​​Budapest, Copenaghen e Bruxelles. Il Duo Eleganza collabora attivamente con musicisti della Russia e della Repubblica Ceca.


Da questo video delle loro esibizioni è possibile osservare con quale maestria e sincronia i due pianisti riescano a creare le loro note raggiungendo una perfetta armonia del suono ma anche del movimento esteriore, il quale conferisce alla loro esibizione una eccezionale eleganza:

Duo Eleganza: Yana Subbotina e Filipp Subbotin

I due musicisti sono felicemente sposati da molti anni e hanno anche 4 figli, anch'essi musicisti. Il loro programma è stato spettacolare, ma loro non si sono mai scomposti nemmeno durante gli applausi, hanno ringraziato la platea e hanno ripreso a suonare, come probabilmente fanno nella maggior parte della loro vita, senza che nessuno possa distoglierli dal loro equilibrio interiore, da loro amore per la musica e dalla loro sintonia di coppia che ha consentito loro di creare uno spazio familiare interamente musicale.


Hanno eseguito un articolato programma di Johannes Brahms e poi di Sergej Rachmaninov con la delicatezza e gentilezza delle loro 4 mani eleganti e flessuose, accompagnando i movimenti col corpo, come se recitassero una poesia.


Dopo questi due incontri non poteva mancare la visione della Mostra  “Nel blu dipinto di blu: ceramiche di città gemelle Gzhel e Derutainaugurata lo scorso Giovedì 6 febbraio alle 18.30. Nelle sale della Casa Russa a Roma sono state esposte opere si grande bellezza provenienti da due importanti centri della produzione ceramica. Nel 2018 Gzhel è stata la prima città con la quale Deruta ha firmato un accordo di gemellaggio.


Le prime testimonianze documentate dell'attività dei ceramisti in entrambe le città risalgono al XIII secolo. Da allora, la vita degli artigiani continua a svilupparsi attorno alla produzione della ceramica: i nomi delle città sono entrati nella storia senza mai perdere il loro splendore. Oggi, sia a Gzhel che a Deruta, accanto ai motivi tradizionali, si stanno sviluppando nuove forme d’arte ceramica dando a ogni artista l'opportunità di trovare qualcosa di proprio.

 

Gli ospiti della Casa Russa di Roma hanno potuto vedere le ceramiche create dai maestri di entrambi i Paesi appositamente per il progetto congiunto. La mostra, simbolo di un dialogo culturale, avrà luogo nel periodo in cui la Maslenitsa russa e il Carnevale italiano lasciano il posto al rinnovamento spirituale portato dalla Quaresima.


L'esposizione ha presentato i lavori dei maestri russi e italiani nel campo dell'arte sacra in ceramica. Gli ospiti hanno potuto ammirare le immagini della Madre di Dio, di angeli e di santi realizzate con la tecnica della maiolica, insolita per l'arte sacra.

 

La mostra ha visto la partecipazione di artisti ceramisti indipendenti e rappresentanti di varie associazioni artistiche russe e italiane: Evgeny Efimov, Natalia Khamtsova, Oleg Ershov, Elena Sukhorukova, Victoria Nedelina, Anastasia Ryazantseva, Natalia Popova, Tatyana Isakina, Irina Kazakova, Olga Severova, Olga Pervozvanskaya e Armas Cabrera Daliam, Alexey Kondrashev, Carmen Monotti, Monia Spinelli, Marianna Andrilia, Paola Fortuna, Claudia Ciotti, Claudio Monotti e altri.

Un assaggio della collezione in esposizione



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